Prologo

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[ RIPRODURRE DESIRE - MEG MYERS HUCCI REMIX ]

Camila si morse il labbro inferiore, concentrata sui tasti del computer che premeva abilmente e velocemente per l'adrenalina. Il suo sguardo scivolò velocemente su quei numeri, fermando le sue dita. Quelle cifre la facevano sorridere ogni volta in una maniera incredibile. Erano depositati migliaia e migliaia di dollari sul suo saldo attuale di GameOnSex.

Lei era seduta sul letto della sua stanza, a gambe incrociate. Il computer illuminava parzialmente il suo viso, che era concentrato sullo schermo del suo pc, mentre la Luna illuminava parzialmente la stanza. Sembrava un'adolescente ossessionata dalla tecnologia, ma la sua ossessione era ben altro. La sua ossessione erano i soldi. I soldi erano il suo Dio. Solo tramite quel sito, poteva guadagnare quando voleva, come voleva e quanto. Ormai lei sapeva tutti i trucchi di quella piattaforma, e li utilizzava sempre a suo favore. D'altronde lavorava lì da ormai quattro anni, quindi dai suoi diciassette anni.

Il suo cuore batteva così forte per l'emozione, e il suo corpo seminudo aveva i brividi. Wow, era arrivata fino a quel punto, chi lo avrebbe mai detto? Ricordava quando agli inizi era così confusa, a disagio e innocente. Rise a pensarci mentre sentiva l'adrenalina  continuare a pomparle nelle vene.

Con quei numeri, che continuavano a crescere, avrebbe potuto fare quello che voleva. Quello che più desiderava. Avrebbe potuto convertire quei soldi in un sogno. Un sogno che voleva realizzare ormai da tempo. Un obiettivo. Un segreto. Un desiderio.

Camila ritornò indietro, premendo la freccia sulla parte superiore della pagina. Poi, aprì il menù a tendina, andò nei messaggi e iniziò a leggere alcune chat di alcuni ragazzi che le scrivevano.

Sorrise mentre digitava qualche parola a sfondo sessuale a qualche ragazzo. Era sempre così piacevole. Tutti erano le sue prede, e lei era una leonessa, la regina di quella piattaforma.

"Manca così poco" sussurrò Camila, mordendosi il labbro inferiore con un sorriso, mentre continuava a scrivere ad alcuni ragazzi online.

Camila sentì dei passi maldestri salire le scale mentre alcuni gemiti familiari rompevano la quiete notturna. Alla castana non bastò molto per capire che fosse suo padre, Alejandro, che aveva portato a casa una delle sue solite ragazze fin troppo giovani per un quasi cinquantenne viscido.

Da quando Sinuhe, la madre di Camila, era morta, Alejandro portava sempre qualcuno a casa. In fondo aveva abbastanza soldi per farlo, lui era multimiliardario : aveva un'azienda statunitense che produceva sistemi operativi, computer e dispositivi multimediali in tutto il mondo. Era davvero un pezzo di merda per Camila. La ragazza dagli occhi nocciola non lo sopportava, ma soprattutto odiava i suoi sporchi soldi, e anche se Camila non guadagnava proprio in un modo normale, almeno era onesta, come sua madre.

Alejandro dormiva nella stanza accanto, così i rumori sospetti non diedero a Camila la possibilità di fare una diretta. Era costretta ad ascoltare i gemiti di quella segretaria che ultimamente suo padre portava a casa, cosa strana visto che spesso preferiva cambiare di continuo troie; doveva essere proprio brava quella donna, per intrattenere ormai da diversi giorni, suo padre. A volte Camila si chiedeva se anche lei giocasse a GameOnSex, poi rideva. Forse smera davvero ossessionata, e non solo dei soldi.
Se ricordava bene quella ragazza si chiamava Lauren Jauregui, ma a Camila non importava. L'unica cosa che le importava, e anche tanto, era non poter aggiungere altri numeri al suo conto a causa di una notte di sesso del padre.

Roteò gli occhi, infastidita. Quel giorno non poteva fare la diretta per i gemiti nell'altra stanza, ma poteva chattare con qualche ragazzo arrapato, uno dei tanti ossessionati di lei. Eppure quel giorno a Camila non andò di lavorare. Forse chiudere il pc e pensare al suo obiettivo, creare scenari dopo averlo raggiunto e fantasticare, sarebbe stato molto più interessante. D'altronde, anche se una parte di sè voleva raggiungere velocemente il suo obiettivo, l'attesa la rendeva soltanto più euforica. Un po' come quando leggi un libro e ti fermi nel momento più bello, mettendo alla prova la tua impulsività.

"Stai tranquilla, piccola" si disse Camila, chiudendo la finestra del sito, sorridendo diabolicamente. Di seguito arrestò il sistema. "Manca solo un altro po', trattieniti. Andrà tutto bene" chiuse il pc.

Non dormì tutta la notte : sentiva l'adrenalina, la sete di vendetta, le sue voci, chiederle di fare in fretta, ma lei rispondeva sempre con un : "Chi va lento va lontano". L'emozione e l'euforia che provava la rendevano così nervosa che fu costretta a prendere una pillola dal suo comodino. Un tranquillante. Lo prendeva quando non riusciva a dormire, quando chiudeva gli occhi e i peggiori scenari le riempivano la mente. Ormai aveva il comodino pieno di quella roba. Aveva sempre paura di finirli tutti, e il solo pensiero la terrorizzava, così se li faceva prescrivere sempre dal dottore di Ally, da quello di Dinah e poi il suo. Solo in quel modo poteva averne in quantità industriale, sempre disponibile nel suo comodino.

GameOnSex ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora