Capitolo diciotto

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"È tutto finito"

"Camila"

"Ti prego svegliati"

Singhiozzi.

"Ha ferite gravi"

"Non dite così, per favore"

"Avremmo dovuto starle accanto"

Amici.

"Non ci aveva mai parlato di suo padre tranne quella volta"

Interrogatorio.

"Abbiamo trovato un'arma in casa. Sembra averla avuta Camila, ci sono le sue impronte. Alejandro Cabello è stato trovato morto, e la ferita al petto coincide con il coltello. Avete mai creduto che Camila avesse istinti omicidi?"

Morto?

"Smettetela di dire cazzate"

Ferite.

"Avrà fatto in modo di lasciare le impronte di Camila sul coltello. Non abbiate ipotesi affrettate"

Dolori.

"Stiamo investiando, Jauregui. In carcere ci dovrà andare comunque. Qualche anni in meno, qualche anno in più, che ci fa"

"Vi ricordo che voi sarete anche degli investigatori, ma io sono i capo della JaureguiEngines"

Iniziai a vedere sfocato, poi pian piano riuscì a identificare la figura vicino a me, corrugata e piangente, che guardava gli investigatori con odio.

Lauren mi vide subito, e la prima cosa che fece fu portare la sua mano sul mio viso, ma io la scostai subito con la mano sinistra. Mi faceva male tutto. Conoscendo Alejandro... mi aveva fatto molto male dappertutto, e non volevo guardarmi per verificarlo. Eppure, sentì una tensione allo stomaco che mi fece molto male rispetto alle altre parti del corpo. Sentivo come se la pelle fosse concentrata tutta lì, come se si fosse appesentita, tirata e attirata da un centro.

Mi scostai piano la maglietta mentre gli investigatori facevano domande ad Allyson e Dinah.

Una scritta era incisa sullo stomaco, ma non riuscì a leggerla perché era al contrario.

Incontrai gli occhi di Lauren. Erano distrutti, ma mai quanto me.

"Sola" lesse piano. Forse non voleva che gli investigatori si accorgessero del mio risveglio perché non avrebbero avuto pietà nel farmi domande.

I miei occhi si aprirono completamente, e una lacrima scivolò sulla mia guancia.

"L'ultima cosa che ha pensato di me" pensai. "Ma ha ragione. Io sono sola, e lo sarò sempre"

La lacrima mi bruciò forte la pelle del viso, allora la cacciai lentamente con una mano. Dovevo essere piena di lividi violacei sul viso perché me lo sentivo gonfio e dolorante.

Mi diedi il tempo di studiarmi.

Avevo un lungo taglio che partiva dal palmo della mano destra e finiva al polso. Se avessi dovuto dare un senso poetico a quello avrei detto, quasi alla morte. Il polso è un punto vitale, soprattutto per tagli di quel genere, e Alejandro non mi aveva uccisa. Mancava poco alla vena, ma non l'aveva tagliata.
Alejandro voleva che io vedessi quel terrore sul mio corpo.
Non riuscivo a piegare la mano destra, nè muovere il polso. Il braccio sinistro invece era in perfette condizioni. Le gambe mi dolevano, quindi credevo che anche quelle dovessero essere piene di terrori, ma non abbastanza come sul mio stomaco.

La mia schiena mi bruciava, e pensai che anche lì Alejandro mi avesse lasciato un messaggio.

Guardai Lauren, come prima, per farmi dire qualcosa a riguardo, ma lei abbassò lo sguardo. Forse non aveva capito, o forse non voleva dirmi cosa avessi scritto dietro.

"Cosa... cosa c'è scritto?" avevo il labbro tagliato dal lato destro.

"Tutto per tua madre"

Risi acidamente, come se quasi non fossi toccata da quelle parole, ma in realtà ero solo scioccata. Tutto quello... tutto quello per colpa di Lauren, di Shawn. Loro avevano quella registrazione sul cellulare, e se non fosse stato per l'arrivo di Alejandro sicuramente l'avrebbero pubblicata, o almeno se non si fossero accorti del suo arrivo.

"Lo avresti fatto?" domandai piano, dolorante.

I suoi occhi si riempirono di lacrime.

"No. Quella registrazione... l'ho eliminata. Credimi, io non l'avrei fatto"

Risi di nuovo, ma stavolta piansi nel mentre. Ero un casino. In un casino.

"Camila Cabello" fu una voce maschile a richiamarmi.

Le mie amiche mi guardarono ma poi distolsero l'attenzione. Sensi di colpa per avermi abbandonata in chiamata nel silenzio quando avevo bisogno di loro?

"Lei deve venire con noi"

"Ma sta male" disse Lauren. "Deve stare ancora qui"

"Certo, così crea un'altra stupida identità, no? Deve subito venire con noi"

Io annuì piano. Il peggio lo avevo passato. Ero morta ormai. Ero all'inferno.
Tremai per sedermi sul letto. Ero completamente indolenzita.

Tre uomini, mi presero, e non ebbi nemmeno la forza di guardare per l'ultima volta Lauren, Ally e Dinah.

GameOnSex ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora