Capitolo 1

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Le lunghe e affusolate dita sbattevano nervosamente sulla gamba, mentre il caotico e grigio paesaggio della sua città le scorreva veloce davanti agli occhi.

Non le era mai piaciuta Londra d'inverno, eppure aveva comunque quel suo fascino che la portava a non staccare gli occhi dal finestrino della limousine che la stava accompagnando.

Un completo elegante, composto da una camicia bianca e una gonna nera aderente fasciava la slanciata figura della ragazza che, nonostante le raccomandazioni del padre, indossava delle semplici converse ai piedi.

Sapeva che ne avrebbe pagato le conseguenze ma in quel momento non le interessava, sentiva il bisogno di evadere, anche se in minima parte, da quei panni che giorno dopo giorno sentiva sempre più stretti.

Dopo una ventina di minuti arrivarono a destinazione.

Uno stile moderno caratterizzava la struttura che quella sera avrebbe accolto la premiazione del padre della giovane che, con lentezza, scendeva dal veicolo e si avvicinava all'entrata.

Se Jeanine poteva essere certa di qualcosa, quel qualcosa era il suo essere completamente opposta al padre, in tutti i sensi.

Mentre la figura della giovane era minuta e assolutamente anonima, quella del padre spiccava sia fisicamente che intellettualmente.

Il signor Rose infatti non passava di certo inosservato con la sua altezza e i suoi affilati occhi azzurri ghiaccio, incorniciati da sopracciglia folte e fulve quasi quanto la chioma che teneva rigorosamente all'indietro. Per non parlare poi della marea di lentiggini che gli decoravano il volto definito.

La bellezza esteriore però impallidiva davanti alla portata della sua mente, non a caso infatti quella sera sarebbe stato premiato, le sue scoperte da scienziato avevano rivoluzionato il mondo.

Inutile dire che Jeanine non aveva ereditato nessuno di questi tratti dal padre, se non la spiccata ironia che l'aveva fatta sentire, in quegli anni, più vicina a lui.

Jeanine era una figura con nessun particolare evidente, se non i due nei perfettamente simmetrici su entrambe le guance. I lunghi capelli bruni le cadevano lisci sulle spalle fino a solleticarle le scapole, mentre i vispi occhi castani si guardavano in giro curiosi.

La sala era ancora vuota, ma la figura di spalle del padre le bastava per sentirsi soffocata.

Si avvicinò con passi sicuri, nonostante sapesse che sarebbe stata rimproverata per non aver messo le scarpe adatte.

Il padre leggeva una serie di fogli scritti a mano in una grafia che capiva solo lui e questo la portò a sorridere, mentre si avvicinava per salutarlo con un bacio sulla guancia.

-Menomale che sei arrivata, stasera ti voglio al meglio, visto che salirai sul palco con me!-

Lei rimase parecchio sorpresa, insomma, non era mai, proprio mai successo prima, e accade proprio quando lei decide di non mettersi delle scarpe decenti?!

-Papà ne sei sicuro? Oggi pensavo sarebbe stato come le altre volte quindi non ho messo neanche delle scarpe ad-

-Jeanine! Non fa niente, stasera ho bisogno di te, davvero, ciò che devo dire non è una cosa di poco conto e ho bisogno che tu mi stia vicina, okay?-

-Okay...-

-Perfetto, vado a terminare i preparativi. Tieniti pronta perché ciò che sentirai stasera è completamente... fuori di testa.-

Lei non rispose e riuscì solo a fissare le spalle del padre mentre si allontanava.

Era completamente sconvolta: mai prima d'ora, soprattutto dopo che lei non gli aveva obbedito riguardo al vestiario, il padre le aveva parlato con tanto affetto e allegria, ma ancora più strano era essere stata invitata sul palco con lui.

Erano tante le domande che le frullavano in testa ma solo di una voleva sapere il prima possibile risposta: che cosa diavolo stava succedendo?!

Blooming and withering Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora