Capitolo 10

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-Siamo arrivati-

Logan indicò annoiato la grande porta che si trovava alla sua sinistra.

Jeanine le si avvicinò e afferrò la maniglia, per poi abbassarla e spingere con forza.

Ci provò un paio di volte, ma inutilmente.

-sei sicuro sia la porta giusta? Non si apre!-

La ragazza si voltò perplessa verso il compagno che invece si schiaffeggiò una mano in volto.

-che c'è?-
-Signorina Rose... si tira-

Quest'ultima lo guardò per qualche secondo per poi diventare paonazza.

Finalmente aprí la porta.

La mensa era ampia e semplice, piena di finestre e riempita da due file di tavoli più o meno grandi. I colori delle pareti, come quelle del resto dell'edificio, erano bianco e grigio e piantine sparse ne decoravano gli angoli.

Il paesaggio fuori dalle finestre era suggestivo, soprattutto perché quella sera una leggera nebbia si faceva spazio tra gli alberi che circondavano la struttura e avrebbe reso l'atmosfera quasi inquietante, se non fosse stato per l'intensa illuminazione degli interni.

Jeanine e Logan erano in anticipo, eppure ad un tavolo infondo alla mensa sedevano già sei persone.

Guardò Logan prendere un vassoio e lo imitò, per poi avvicinarsi al buffet.

Jeanine fu piacevolmente colpita dalla varietà del cibo presente, infatti mise sul vassoio varie portate di vario genere, mentre Logan si concentrò sui piatti a base di carne.

-ti va di sederci con gli altri?-
-come preferisci-

Jeanine gli sorrise per poi avviarsi verso l'unico tavolo già occupato.

Era la prima volta che cercava di essere più socievole e sperava con tutta se stessa di ricevere un responso positivo.

Il tavolo era occupato da Philip, Sophie, Richard e i rispettivi modificati.

Stavamo parlando e mangiando allegramente ma si fermarono quando videro Logan e Jeanine accostarsi al loro tavolo.

Quest'ultima prese un profondo respiro, indossò il suo sorriso migliore per poi parlare.

-Ehm... ciao. Io sono Jeanine e lui è Logan, potremmo unirci a voi?-

Ci fu un silenzio imbarazzante.

-ma certo! Accomodatevi!-

Sophie dedicò un sorriso inaspettatamente dolce ai due che invece la guardavano sorpresi.

Si presentarono tutti, compresi i modificati che ancora non avevano incontrato: Violet e Klaus, i rispettivi compagni di Sophie e Richard.

Nonostante le aspettative fu molto semplice migliorare l'atmosfera, soprattutto grazie all'incredibile parlantina di Sophie che coinvolse praticamente tutti, volenti o nolenti.

In un attimo di silenzio, durante il quale tutti stavano mangiando, Sophie divenne improvvisamente seria.

-Quindi tu sei... quella Jeanine Rose?-

Finí di masticare il suo boccone e sorrise debolmente, per poi rispondere.

-L'unica e sola-

Sorrise alla tavolata e ricominciò a mangiare.

-non mi sorprende che abbia passato l'esame... vista la raccomandazione del padre.-

Violet che fino a quel momento era rimasta in silenzio, sussurrò queste parole con stizza, guardando Jeanine intensamente.

Quest'ultima se lo aspettava e, onestamente, aveva notato fin da subito lo sguardo pieno d'odio di quella ragazza per metà lupo, che in quel momento sembrava ringhiarle contro.

L'atmosfera si era completamente ribaltata e neanche Sophie sapeva cosa dire.

Capiva le emozioni della compagna, eppure non era il tipo che si faceva influenzare dai pregiudizi, soprattutto perché Jeanine sembrava tutto fuorché una cattiva persona.

Jeanine non rispose, tenne lo sguardo fisso sul suo piatto e continuò a mangiare, nonostante sentisse un nodo alla gola e un lieve senso di nausea.

-Violet...-

-no Sophie! Come fate a rimanere impassibili davanti a questa?! Come fate a mangiarci e scherzarci come niente fosse?! Non vi rendete conto di chi avete davanti?! È esattamente come suo padre! Un mostro.-

Jeanine neanche vide la mano di Violet che, dall'altro lato del tavolo, si allungava e le afferrava violentemente la maglietta.

Lo strattone le strappò un gemito, ma Jeanine non reagì, non guardò neanche la ragazza che adesso si appoggiava con un braccio al tavolo e con l'altro la avvicinava al suo volto.

A Violet scappò un ringhio ma venne distratta, come tutti gli altri, da un urlo disumano proveniente dall'altro lato della sala.

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