Capitolo 12

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La sala, dopo pochi secondi, venne riempita da delle guardie vestite di bianco che costrinsero tutti a tornare ai loro alloggi e portarono Violet e il ragazzo svenuto in un altra parte dell'edificio.

Jeanine era confusa, sentiva che c'era qualcosa di sbagliato lì dentro ma era consapevole di non poter fare (ancora) niente ma che, costi quel che costi, sarebbe andata infondo alla questione.

Logan, che per tutto il tragitto era rimasto in silenzio, entrato in camera ringhiò e tirò un pugno al muro, facendo sussultare Jeanine.

Lei non sapeva ne cosa dire, ne cosa pensare, sapeva però di non essere la persona più adatta a consolarlo e i soliti sensi di colpa iniziavano a farsi sentire.

Lui rimase in piedi, ansimando dalla rabbia, a guardare il buco che aveva appena fatto nel muro, per poi voltarsi verso Jeanine con uno sguardo di puro odio.

Non le disse nulla, la guardava e basta, ma a lei sembrava che volesse ucciderla.

Non mi farà niente, è solo scosso... no?
Devo rilassarmi, probabilmente ha appena perso qualcuno con cui era amico, sta solo soffrendo.

Lui lentamente si avvicinò a Jeanine (che nel frattempo si stringeva nella sua felpa, sperando solo di sprofondare nel letto su cui era seduta) e le si fermò davanti.

Con il cuore in gola dovette alzare la testa, per guardarlo in viso (vista la differenza di altezza) ma rimase perplessa nel vedere che non la stava neanche guardando.

Alzò le braccia e lei istintivamente chiuse gli occhi, ignara di cosa aspettarsi; sentì un click e poi un tonfo che la spaventò ma, aperti gli occhi, vide sopra la sua testa un letto su cui lui si buttò senza dire niente.

Si sentì molto stupida, anche perché non si era chiesta dove avrebbero dormito entrambi quando prima aveva visto un letto solo, insomma, mica avrebbero potuto dormire insieme!

Arrossì all'idea di dormire con un ragazzo, poi si rese conto che non era il momento di pensare a certe cose.

Si alzò e guardò finalmente la stanza che prima non aveva avuto il tempo di analizzare; era composta da un letto a castello, una scrivania con una sola sedia, un comodino, un armadio e un'altra porta che prima non aveva notato.

La aprì e scoprì che si trattava di un semplice sgabuzzino, con dentro degli attrezzi per le pulizie.

Che scelta bizzarra quella di non metterci un bagno, piuttosto.

Prese la scopa e la paletta e si mise a pulire il pavimento dai pezzi di muro che erano caduti e poi osservò il buco nella parete.

Aveva paura per il suo compagno, dopo aver visto la scena di quella sera, ed era convinta che la colpa, anche se lei avesse negato, sarebbe caduta comunque su di lui, quindi cercò una soluzione.

Aprì la sua valigia e tirò fuori una cosa che nessuno, a parte lei, aveva mai visto: la sua raccolta di fotografie.

Amava la fotografia ma era una passione che teneva quasi segreta (non che avesse qualcuno con cui condividerla).

Era un po' imbarazzata, però selezionò una decina di fotografie di dimensioni diverse e, con lo scotch che aveva in un borsellino, iniziò ad attaccarle alla parete, a partire dalla zona col buco.

Logan la guardava di nascosto pieno di sentimenti contrastanti.

La guardava mentre sceglieva, in base a dei criteri che sapeva solo lei, l'ordine con cui mettere ogni foto.

Esse rappresentavano principalmente elementi della natura, ma alcuni scatti ritraevano anche il caotico ambiente urbano.

Rimase sorpreso da quel gesto, ma non sapeva cosa pensare, scosse la testa e cercò di schiarirsi le idee, doveva restare lucido: aveva una missione e sapeva che doveva portarla a termine.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 16, 2021 ⏰

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