Capitolo 2

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Sempre 3 novembre 2018

Questo ragazzo è davvero particolare: i suoi capelli sono rossi e i suoi occhi sono chiusi. Non posso fare a meno di ammirare la quantità di oggetti che lo circondano, ma alla fine l'unica cosa che importa è scoprire se sta bene. Mi avvicino lentamente e scorgo la placidità del suo viso, forse è veramente morto. Presumendo che sia caduto dal ponte ci sono buone possibilità che abbia battuto la testa. Non so cosa fare, non sono un'esperta di soccorso medico. Mi limito ad avvicinarmi e guardare i suoi occhi chiusi. Certamente questo problema è una svolta. Il vero problema, però, è che quegli occhi che fissavo ora sono aperti e risplendono di un verde cristallino. Certo riesco a parlare con gli altri, ma non è il mio forte rispondere a persone sconosciute che, per quanto ne sappia, potrebbero essere appena uscite da un trauma cerebrale dovuto alla caduta da un ponte. Eccomi qua, devo rispondergli:
"Chi sei tu?"
Cosa faccio? Beh, magari potrei iniziare chiedendogli come diamine sia finito sdraiato tra milioni di fogli e oggetti vari:
"Ti senti bene?"
Domanda piuttosto idiota da dire a una persona che non ti conosce e che vorrebbe sapere chi sei; senza contare che era probabilmente svenuto, quindi non è difficile immaginare come stia.
Lui inizia a raccogliere i suoi fogli che ormai sono per la maggior parte distrutti o scoloriti. Mi avvicinò per dargli una mano, ma esito e rimango in piedi come un'idiota a guardarlo. Anche se parte del suo prezioso lavoro è andata perduta, il suo volto non presenta il minimo accenno di tristezza. È la volta degli oggetti: pennelli di ogni sorta e strumenti artistici vengono riposti accuratamente in una cartellina nera dalle sue mani delicate, più ci penso e più mi sembra uno di quegli artisti bohemian. Considerando quante parole gli ho detto (cioè 3) mi sento alquanto in imbarazzo. Vorrei aggiungere qualcosa, ma lui mi sorride in maniera davvero stupenda e mi dice:
"Non preoccuparti, sto bene, non mi importa sapere chi sei, tanto se passi per questa strada sarà difficile non incontrarsi di nuovo"
Poi risale l'avvallamento del fiume e imbocca la strada, allontanandosi lentamente. Solo ora mi accorgo di quanto faccia freddo, in quanto sono in un fiume ed è novembre, inoltre il freddo sole invernale non mi aiuta neanche un po'. Starnutisco. Mi avvio verso casa.

4 novembre 2018

È un'altra noiosissima giornata d'inverno e sono vicina al ponte dove incontrerò Yui. Eccola arrivare, per il freddo che fa quella gonna è esageratamente corta. Si avvinghia al mio corpo come un gatto che si avventa con gli artigli su una preda. Miagola con la sua voce flautata chiedendomi di aiutarla con il compito d'inglese, perché non ci riesce a capire nulla. Non si può negare niente alla mia decerebrata preferita. È disperata, ma so esattamente come farla sentire meglio. Siamo in anticipo e corro al distributore di bibite più vicino per prenderle una lattina di Cherberry. Nel tornare indietro sbatto contro un ramo, tutto calcolato. Yui mi ringrazia e ci avviamo verso la scuola. Questo è uno dei momenti in cui la mia prima (nonché unica) amica mi parla delle sue esperienze, vorrei raccontarle il mio bizzarro incontro, ma decido di non saltare a conclusioni affrettate. Lei mi parla di un ragazzo che le fa ripetizioni e dice che avrà un appuntamento con lui al café Nya: sostanzialmente mi chiede di fare la candela. Miagola con la sua voce più dolce che mai:
"Ti prego, mi serve una spalla, è davvero importante per me e poi adori la cheesecake ai frutti di bosco che fanno al Nya... Ti prego, per una volta offro io, potrai mangiare tutte le fette di torta che vorrai"
Questa è chiaramente una tentata corruzione, ma accetto, avrei accettato anche senza la sua voce ruffiana perché le devo tanto: lei mi ha sempre accettata per quella che sono. La gattina comincia a fare le fusa per la felicità.
Verifica di inglese finisco cinque minuti prima e rimango a fissare il vuoto cosmico con gli occhi persi chissà dove. Yui si dispera. Nell'ora di pranzo e le offro il mio cibo, non ho particolarmente fame. La abbraccio, non sono brava a consolare, ma so cosa le piace: seconda lattina della giornata e una passeggiata sulla terrazza della scuola.
Lezione di economia domestica: Yui è bravissima in tutto, io me la cavo a cucinare.
Si avvicina l'orario dell' appuntamento e la micina si appropria della mia casa, ne io ne i miei genitori abbiamo nulla da ribattere, la adoriamo tutti. Si lava, si acconcia i capelli e si trucca. Il vestito che ha messo le dona moltissimo. Io rimarrò classica, è lei il fulcro dell'appuntamento: suppongo che non verrò degnata di uno sguardo.
Arriviamo al café Nya e lei mi fa cenno di entrare. Il locale è molto carino e ben tenuto, come sempre, c'è un profumo di fragole e panna. Yui mi indica un tavolo, ma seduto non c'era un ragazzo qualsiasi, era lui: il ragazzo bohemian.

Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, vorrei portarne preso un terzo.
Ok, ho deciso, nei capitoli di numero pari metterò alcune caratteristiche sui personaggi, mentre in quelli dispari proverò a mettere alcune foto (o almeno cercherò quelle più simili alla concezione fisica che io ho di loro).

Akeno:
Nome completo: Akeno Nakamura
Età: 15 anni
Altezza: 159.5 cm
Tratti fisici:
- capelli corti marroni e occhi dello stesso colore,
-fisico nella media,
-Pecca di tette.
Carattere: difficile, talvolta incomprensibile. È molto autocritica e tende a perdersi nelle immagini che la colpiscono. Ha una grande profondità interiore che nessuno, tranne Yui e il ragazzo bohemian, riesce a cogliere. Alla disperata ricerca di quella scintilla che le cambi la vita.
Note paricolari: ama la cheesecake che fanno al Nya

~Animeko

Frammenti di una vita monotonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora