bellamy
decidiamo di accamparci dopo aver camminato un'altra ora e mezza.
siamo tutti distrutti, la mia sanità mentale in particolar modo sembra cedere.
Shaw è morto, non riesco nemmeno a pensare a quanto ne soffrirà Raven non appena lo verrà a sapere.
Volgo il mio sguardo verso Clarke, è sola, distante da tutti noi.
nessuno l'ha perdonata ma sento che infondo, chi più e chi meno per le cose accadute, le vogliono ancora bene.
insomma.. ci ha salvati troppe volte, siamo la sua famiglia, o almeno lo eravamo prima che incontrasse Madi.
guardo Eco e noto che è già caduta in un sonno profondo, fortunata lei.
non riesco a smettere di pensare, ho bisogno di parlare con qualcuno, beh non qualcuno ma Clarke.
cerco di fermarmi ma automaticamente mi alzo e vado la lei.
i suoi occhi celesti riflettono la luna.
"niente sonno?"
sospira e mi fa cenno di sdraiarmi al suo fianco.
"in realtà sono stanchissima ma non riesco a spegnere la mente.
pagherei oro per poter dormire anche solo dieci minuti."
mi sdraio ed incrocio le mani dietro la nuca.
"mi sento agitato anch'io."
cala il silenzio per qualche minuto, come se tutti e due ci tuffassimo nei nostri propri pensieri scordandoci di essere insieme.
"vorrei dirti grazie ma te l'ho detto talmente tante volte che forse inizia a perdere valore."
mi giro a guardarla ma lei continua a parlare fissando il cielo.
"non suona così importante come dovrebbe questa parola, il grazie che ti dedico significa che ti devo il mondo Bellamy, vuole dirti quanto tu sia importante per me.."
sospira per poi guardarmi negli occhi.
"..anche se recentemente sembra che io l'abbia scordato."
torna a guardare le stelle.
credimi, anche se io smettessi di avere valore per te, non potrei mai odiarti, il mio affetto nei tuoi confronti non diminuirebbe neanche se il tuo verso i miei morisse.
avrei voluto dirle queste parole, ma forse il mio orgoglio era ancora troppo ferito per tornare a mostrarle così vivamente il mio affetto.
in fondo non rispondendo temevo di ferirla, ma probabilmente, anche se mi costa ammetterlo, volevo che si sentisse ferita per riparare un minimo al dolore che ho provato io quando mi ha abbandonato.
quando, facendo ciò che ha fatto, mi ha praticamente detto in faccia che non contavo nulla.
"va bene così. mi merito che mi odiate.
solamente.. non lasciarmi Bellamy."
non sapevo se intendesse lasciarla sola in questo momento o nella vita ma decisi di interpretarlo in entrambi i modi.
"sono sempre stato al tuo fianco e le cose non potranno mai cambiare."
mi guarda con le lacrime che le riempiono gli occhi.
le poggio una mano sul volto e le accarezzo la guancia dove lentamente scorrono via le lacrime.
ripeto questo movimento per qualche minuto, il contatto con lei mi da calma, stabilità.
poggio lo sguardo nuovamente su di lei e vedo che si è addormentata.
sono per un secondo tentato di addormentarmi qui anch'io ma poi guardo Eco, la mia ragazza che dorme sola esposta ad ogni pericolo circostante.
mi alzo e vado a sdraiarmi alla sua sinistra.
le lascio un bacio sulla fronte e poi mi metto a dormire di spalle a lei.
un secondo prima di cadere anch'io nel sonno, poggio un'ultima volta il mio sguardo su Clarke.
è presto, i soli sono a malapena sorti, mi metto a sedere e guardo gli altri dormire pacificamente.
non siamo stati attaccati nella notte, ho quasi il presentimento che sarà una bella giornata.
tutti giacciono sdraiati sulla sabbia tranne Clarke, lei non c'è.
forse ho parlato troppo presto..
no, probabilmente sarà andata a fare pipì, anche perché cibo ed acqua sono qui perciò non è andata a fare rifornimento.
dopo un minuto di pura ansia mi alzo. incomincio a correre per perlustrare più riva possibile.
d'un tratto vedo una figura nel mare non troppo in lontananza.
continuo a correre, deve essere Clarke per forza, ti prego dio.
quando sono abbastanza vicino la vedo scuotere la testa per sgrullare i capelli e poi uscire con un sorriso radiante dall'acqua.
si avvia verso di me e quando si accorge che ci sono le prende un colpo.
"Bellamy, sei tu, quasi mi prende un infarto."
ride in piedi davanti a me coperta solo dalla sua biancheria.
"ah tu stavi per avere un infarto? io pensavo che ti, che qualcuno fosse, ossia che tu fossi stata rapita o cose simili."
non riesco a concludere nemmeno mezza frase per via del fiato corto.
mi mette una mano sulla spalla mentre continua a ridere, non la vedevo da tanto così rilassata.
"ti prego non pensiamo a questo adesso, sono così entusiasta.
quando mi sono svegliata la luce soffusa dell'alba illuminava leggera tutta la spiaggia, il mare con questo sfondo ad incorniciarlo sembrava finto, sembra finto.
poi tutto era avvolto da silenzio, solo noi e questo pianeta binario."
si mette le mani tra i capelli mentre ammira il paesaggio.
"non.. non potremmo vivere per sempre così."
fa una risata amara, quasi vuota, che in un secondo si trasforma in un pianto soffocato.
le cingo delicatamente la vita da dietro, la sento fragile tra le mie braccia.
"io non.."
abbassa la testa.
si stacca dal mio abbraccio ed ancora con le lacrime agli occhi si gira prendendomi le mani.
reprime la tristezza come se non potesse permettersi di farla uscire ancora.
"tu ora vieni a sentire quanto è bella l'acqua, poi wanheda tornerà ad essere wanheda ed andrà tutto bene come sempre."
ride, una risata sempre più vuota man mano che i secondi passano.
"non dirmelo due volte."
le sorrido e corriamo verso l'acqua.
durante la corsa mi sfilo la maglietta ed i pantaloni poi, senza pensarci, mi butto in acqua.
una risata mi emerge dal profondo del cuore, rido a squarciagola come un matto, è una sensazione di libertà bellissima.
guardo Clarke ridere con me, vorrei che fosse più spesso così, sembra tanto la principessa di sei anni fa, ancora così innocente ed in fondo entusiasta della vita.
la corrente mi spinge a lei, ed io le prendo i polsi per non essere trascinato via.
siamo così vicini che quasi sento il calore del suo corpo arrivare al mio.
un'onda la butta sopra di me ed i nostri corpi restano praticamente avvinghiati, le cingo il viso con le mani mentre lei tiene stretto il mio torace, non so cosa fare, ho un'adrenalina dentro che mi sembra di poter volare.
appoggiamo la fronte l'una sull'altro e continuiamo a scrutarci gli occhi a fondo.
lentamente sento Clarke farsi sempre più distante e le sue mani scivolare via da me.
"è il momento di tornare ad essere il comandante della morte."
levo le mani dal suo viso.
"dobbiamo tornare dai nostri doveri."
dico e la lascio uscire.
il suo sguardo era tornato il solito, Clarke è adulta e responsabile ormai, proprio come me.
è inutile fingere di essere ancora dei ragazzini.LEGGETE STRA IMPORTANTE SENNÒ NON CI CAPITE UN CAZZ
i know mi sono incentrata praticamente solo su Bellamy e Clarke in questo capitolo ma voglio farvi cogliere bene le sfumature della situazione che c'è tra di loro, non sanno di amarsi o forse sanno di volersi tanto bene e confondono le due cose. credono che ciò che provano l'uno per l'altra sia un'amicizia talmente tanto enorme che unisce persino le loro anime ma non colgono che questo va oltre il normale affetto tra due amici, anche tra i due amici più uniti della storia dell'umanità.
vi avverto, non sarà la solita storia che bam un giorno si scontrano più forte del solito mentre corrono per salvarsi il culo dall'apocalisse e capiscono di amarsi da sempre e per sempre, non sarebbe realistico.
io cerco di portare a galla quello che penso che veramente ci sia tra di loro sotto questa sesta stagione, poi obv creo scene e situazioni estranee alla serie per poterci scrivere una fan fiction, perché sennò basta andarsi a leggere i commenti delle puntante su twitter e fidatevi che le cose le analizzano e scovano bene anche li.
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Looking for home
Fanfictionla vita forse non è solo sopravvivenza, forse possiamo davvero trovare nell'amore la prossima riva. nota al fly: non uso le maiuscole perché per ragioni stilistiche le trovo noiose e antiestetiche. la storia è ambientata nella stagione 6 hope u'll...