bellamy
non riuscivo a mettere a fuoco nulla, il pavimento su cui ero adagiato sembrava tremare.
troppe voci si mescolavano tra loro.
pensavo che sarei rimasto per sempre lì sdraiato, senza forze per rialzarmi.
mi vengono alla mente le ultime immagini viste prima di sedarmi: il fucile, il walkie-talkie, clarke.. CLARKE.
finalmente mi metto a sedere, una ragazza di colore era in piedi difronte a me con accanto Jordan.
"oh bellamy grazie a dio, pensavamo che avessi sbagliato siringa, hai dormito troppo al lungo."
scherza.
"Jordan cosa ci fai qui? ti avevamo detto di stare sulla navicella."
"tranquillo, Abby, Madi, Miller, Jackson, Gaia ed.. Octavia.. sono scesi con me."
"Okay mi preoccuperò di Octavia appena potrò, adesso devi portarmi da Clarke."
appena finisco la frase la ragazza accanto a Jordan mi si avvicina.
"io sono Delilah, piacere di fare la tua conoscenza. ti porteremo da Clarke appena si sarà svegliata, Russel Lightbourne si sta prendendo cura di lei."
faccio un respiro profondo ed annuisco, sembra una di cui ci si possa fidare.
mi scortano in una sala e lì finalmente ritrovo tutti.
"Echo, sono così contento di riabbracciarti."
tiro un sospiro di sollievo e lei mi stringe le braccia alla vita.
"ehi fratellone immagino tu si felice di vedermi, il tuo piano di lasciarmi in criogenesi ha fallito."
"Octavia se ti ho lasciata lì sai che c'è un motivo."
"beh io sono venuta a salvarvi il culo comunque."
"non useremo violenza qui, non sprecheremo quest'ultima opportunità che Monty ci ha dato."
si alza di botto facendo cadere la sedia all'indietro, mi si avvicina con passi lenti ma decisi.
"dovete tutto a me, smettetela di raccontarvi la storia dei bravi ragazzi, non avete più nulla di sano dentro di voi.. dovete solo accettarlo."
le volto le spalle e faccio per andarmene ma mi afferra il polso.
"sono forse un mostro? si, lo sono, ma chi di voi ormai non lo è."
avrei voluto dirle che non lo era, che infondo, sotto tutto quell'odio, c'era ancora la mia Octavia, purtroppo non sapevo più nemmeno io se lo credevo o lo speravo.
d'improvviso la porta si spalanca ed Octavia lascia la presa.
un uomo di mezza età dai capelli grigi entra al fianco di una donna di colore, entrambi erano ben vestiti perciò dovevano essere qualcuno di importante.
subito dopo scorgo Clarke, aveva addosso ancora quell'aria distrutta ma era viva, salva, stava bene e questo contava.
"salve"
mi guarda.
"sono Russel Lightbourne e quest e mia moglie."
"piacere di conoscervi, mi chiamo Bellamy Blake."
lui annuisce e poi torna a guardare Clarke.
"bene, ci vediamo oggi a cena per discutere, sei nostra invitata.
immagino tu sia il leader e possa parlare per il tuo popolo."
mi metto al suo fianco, d'altronde non sappiamo ancora chi siano queste persone e la precauzione non è mai troppa.
Clarke si guarda dietro cercando l'approvazione degli altri, indecisa su cosa rispondere.
"si, lo è."
affermo, non ci saranno mai dubbi su questo, lei è l'unica in grado di tenerci uniti anche su questo nuovo mondo.
Clarke rimane per un secondo a bocca aperta poi riprende a guardare l'uomo.
"allora, sarà un piacere vederti al calar del sole."
lui e sua moglie se ne vanno.
Clarke si gira e mi guarda senza parole, immagino sia per l'accaduto di qualche ora fa, rimane letteralmente a bocca aperta quasi come le mancasse il fiato per pronunciare anche solo una parola.
"Bellamy.."
sospira e continua a cercare nella sua mente la cosa giusta da dire.
"..io"
"Clarke!"
Madi la abbraccia stretta mentre Clarke cerca di distogliere lo sguardo da me.
"Madi, grazie a dio stai bene."
troveremo un altro momento per parlare, o forse ci dimenticheremo semplicemente di ciò che è successo.ero seduto accanto ad Echo con la testa poggiata sulla sua spalla, mentre parlavamo mi accarezzava la barba.
"non ti vedo bene."
"io sto bene Echo, non preoccuparti."
"dimmi cosa ti passa per la mente, puoi parlarmi, siamo noi due, io e te fino alla fine Bellamy."
le poggio un bacio delicato sulle labbra, la mia dolce ragazza, l'unica persona che mi ha fatto mettere la testa apposto, che mi ha aiutato ad essere meno istintivo e più riflessivo, che non mi ha fatto perdere l'ultimo briciolo di sanità mentale dopo aver chiuso quella dannata navicella nel laboratorio di Becca.
"tu non eri sveglia ma durante l'eclissi ho fatto cose che non so se mi potrò perdonare, e ne ho viste altrettante che non credo mi permetteranno di guardare più nulla nello stesso modo."
mi guarda ed annuisce facendomi capire di proseguire.
"ho tentato di uccidere Clarke, di soffocarla, di spararle ed anche quando lei stessa stava cercando di togliersi la vita, io ho continuato a puntarle il fucile contro..."
mi metto le mani tra i capelli.
"... lei voleva uccidersi Echo ed io l'ho spinta a questo."
questa frase esce con voce più spezzata di quanto pensassi ed Echo lo nota.
mi stringe a se e continua ad accarezzarmi la testa.
"Bellamy non hai colpe per questo, devi smetterla di farti carico di tutto. non sei tu il responsabile dell'impazzire o del cambiare di tutte le persone.
non eri lì quando Octavia è diventata Bloodreina e neppure quando Clarke è diventata Wanheda."
sospiro.
"però non ho fattoniente per nessuna delle due per aiutarle a stare bene, per farle tornare felici, nonostante fossero le due persone a cui tenevo di più."
Echo sa che ho ragione, sa che non può essere un caso se entrambe si stanno autodistruggendo.
mi alzo e me ne vado, devo uscire.
guardo l'orizzonte così colorato e cerco di cancellare i miei pensieri.
vedo Clarke su un rialzo che si affaccia sulla città e mi avvio verso di lei.
quando sono vicino noto che un cane le si avvicina.
il suo volto diceva tutto, era così puro, così ingenuo.. non aveva mai visto un cane da vicino prima ed io non avevo mai provato nella mia vita tanta serenità nel vedere una cosa così semplice.
"tranquilla è socievole."
Russel le va incontro.
"pensavo che le radiazioni avessero avuto pietà almeno per il migliore amico dell'uomo."
dice guardandola con aria dispiaciuta.
Clarke sospira.
"sembra funzionare tutto così bene qui."
lei si guarda attorno.
cala un secondo il silenzio e poi Russel riprende a parlare.
"hai mai conosciuto la pace, Clarke?"
la domanda sembra coglierla di sorpresa, vorrebbe rispondere ma le parole le muoiono in bocca.
abbassa lo sguardo sconsolata senza fiatare e questa probabilmente valeva più di qualsiasi risposta.
smetto di guardarli ed il cuore mi esplode nel petto; Clarke non è mai stata in pace, probabilmente ha solo l'idea di che cosa questa parola sconosciuta significhi.
"Bellamy, cosa ci fai qui dietro?"
Clarke mi guardava confusa.
senza pensare un secondo di più la stringo a me.
so che questo non le porterà la serenità che merita ma almeno le allevierà il dolore che deve aver provato oggi.
"ti prometto che tu e Madi vivrete felici qui, niente più lotte, niente più guerre, niente più sopravvivenza, solo vita."
una lacrima mi scende giù per il viso.
annuisce, leggermente destabilizzata, era ciò che aveva bisogno di sentirsi dire, e questa volta però non sarebbero rimaste solo parole al vento.
"anche tu, Bellamy, anche tu sarai felice qui."
dette da lei le cose sembrano così reali, prendono un tono speranzoso che ti lascia il cuore felice.
vorrei che mi bastassero per sempre solo le sue parole.hi, guardate il video please ho usato la registrazione schermo per prenderlo da Instagram e poi l'ho dovuto caricare su youtube per metterlo qua, dato che wattpad dalla galleria fa prendere solo ed esclusivamente foto :/
è esattamente cosa Clarke ha pensato dopo la domanda di Russel e ciò che appunto poi anche Bellamy ha capito. hope u enjoy.
sorry for the late but i wasn't inspired :)
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Looking for home
Fanfictionla vita forse non è solo sopravvivenza, forse possiamo davvero trovare nell'amore la prossima riva. nota al fly: non uso le maiuscole perché per ragioni stilistiche le trovo noiose e antiestetiche. la storia è ambientata nella stagione 6 hope u'll...