clarke
eravamo tutti svegli, pronti per incamminarci di nuovo.
"Clarke, hai fatto il bagno vedo."
Murphy ridacchia e osserva come la mia maglietta aderiva al corpo bagnato.
Emori lo nota e gli da una gomitata, lui la abbraccia e ride più forte.
"solo uno scherzo non te la prendere."
alza le mani.
io scuoto la testa divertita, sono una coppia indissolubile, si sono trovati e credo che non si lasceranno mai.
"anche tu Bellamy? o Clarke a cercato di ucciderti ancora, ma affogandoti questa volta?"
Echo non sembra dare peso alle parole di Murphy, resta tranquilla.
non c'era nulla di cui preoccuparsi, tutti sanno che io e Bellamy abbiamo un legame profondo, comunque, non l'avrei biasimata se le avesse dato fastidio.
io al contrario ho il cuore che si stringe sempre di più ad ogni frecciatina dei mei amici.
non so cosa fare per avere il loro perdono.
"Andiamo."
Bellamy taglia corto e volge uno sguardo ad Echo, lei gli sorride.Finalmente, città.
Davanti a noi c'è un castello enorme dalle forme particolari, tutto è colorato e c'è un atmosfera di allegria.
"ce l'abbiamo fatta, cerchiamo qualcuno."
Emori si avvia verso le case.
il silenzio attorno a noi mi da il presentimento che non troveremo nessuno.
bussiamo a tutte la case ma niente, non c'è un'anima.
"dobbiamo entrare."
dico, cercando di forzare la maniglia invano.
Murphy da un calcio alla porta spalancandola.
"tutto risolto, diamo un'occhiata adesso."
sempre il solito, anche se devo ammettere che così facendo spesso risolve problemi di cui con la civiltà non potremmo venire a capo.
"è una scuola, ma è vuota, dove sono tutte le persone?"
Bellamy prende in mano una catena attaccata al muro ed io lo guardo confusa.
"chissà cosa sarà successo qui, non possono essersi volatilizzati nel nulla."
Echo era in ansia, lo si percepiva dal suo tono.
"volete un mp3?"
ci voltiamo e vediamo Murphy far dondolare dalle sue dita quell'affarino.
"non puoi rubarlo, se vogliamo essere accettati qui dobbiamo fare le cose bene."
Bellamy glielo sfila dalle mani e lo riappoggia sul tavolino.
"John, Bellamy ha ragione."
Emori lo riproverà e lui gli rivolge uno sguardo divertito.
in arrivo un'altra battuta tra tre, due..
"sarebbe bello di sicuro essere accolti, se solo ci fosse qualcuno che possa farlo."
smetto di ascoltarlo.
guardo un muro con appese le foto di persone che sembrano una famiglia, hanno tutti lo stesso cognome Primes.
sotto di loro ci sono degli stemmi con il segno dell'intelligenza aritificiale inventata da Becca.
"strana coincidenza"
Bellamy sembrava aver fatto caso alla stessa cosa.
"beh mi sembra giusto,
distruggi l'umanità della terra e vieni venerato su un nuovo mondo. tutto fila."
tutti ridono alla battuta di Murphy.
usciamo dalla scuola e diamo un'occhiata in giro.
Bellamy ed Echo si siedono su un'altalena, io rimango vicino l'edificio, ed Emori e Murphy cercano di capire come entrare nel castello, ma poco dopo, ci ritroviamo tutti ad osservare quest'ultimo ballare e cantare.
devo dire, uno show niente male.
rientro dentro la scuola, devo trovare qualcosa.
su uno dei banchi vedo un libro per bambini e lo apro, all'interno c'è una filastrocca, niente di speciale, leggo le prime due righe e poi Bellamy mi interrompe.
"cosa fai Clarke?"
"cerco di capire cos'è questo posto è come sopravvivere, tipica mattinata."
"troveremo un modo"
mi mette la mano sul braccio, il suo tocco è sincero ma rimane sempre distante, lo sento che infondo non mi ha ancora perdonato.
sembra esserci come una lastra di vetro tra di noi.
"beh io non ho intenzione di perdermi lo spettacolo di Murphy, meglio andare."
"ti raggiungo a breve."
qualche minuto dopo Bellamy esce e si avvicina.
"Clarke."
vedo che ha in mano il libro che stavo sfogliando prima.
"Echo vieni qui."
Echo si unisce a noi.
"hai visto questo? Clarke, non è un libro per bambini."
lo guardo confusa.
"è un avvertimento."
ci legge la filastrocca ed ora tutto quadra.
la luna rossa che copre il sole, gli insetti che cambiano d'indole, le persone che non ci sono..
l'eclissi altera il comportamento umano, ecco perché tutti gli abitanti sono andati via, per non subirne l'effetto.
appena realizzato ciò sentiamo Murphy urlare, Emori lo aveva accoltellato.
corriamo tutti da lui e gli leviamo Emori di dosso che tentava imperterrita di ucciderlo. osservo l'ambiente circostante e poi i miei amici: "è nell'aria."portiamo Echo ed Emori in una stanza e le leghiamo alle manette attaccate al muro, Emori è già sedata ed ora sarà il turno di Echo.
"almeno ora sappiamo a cosa servono le manette."
ridacchia nervosamente lei.
l'aria è tesa, tutti abbiamo paura di ferirci a vicenda, io soprattutto; non posso avere un altro peccato sulla coscienza, anche perché se uccidessi uno di loro non sarei più in grado di convivere con me stessa.. non che ora ci riesca così bene.
dopo aver sedato anche lei, io e Bellamy andiamo in un'altra stanza dove Murphy è già legato, sedato e con la ferita fasciata.
"chi lega e seda chi per primo?"
rido, è una domanda un po' strana da sentirsi fare.
"probabilmente tu a me Bellamy, capisco che tu non voglia lasciarmi sveglia per ultima con tutti voi inermi ed indifesi."
sospiro e mi vado a sedere.
lo vedo guardarmi in modo strano, quasi inquietante.
"hai ragione, non ti lascerei mai l'opportunità di farci fuori tutti ma il problema, Clarke, è che se anche io ti sedassi ora, purtroppo ti risveglieresti e ricominceresti a farci del male come sempre."
sento lo scricchiolio del mio cuore rompersi.
quasi non vedo più per quanto le lacrime mi inondano gli occhi, eppure, non le lascio cadere, cerco di trattenerle.
"è inutile che piangi, non puoi lavare questi peccati, non puoi toglierti questo peso dalla coscienza.. devi conviverci."
il suo sguardo era completamente schizzato, cinico, non sembrava lui, non era lui, no, questa era la luna.
sento una fitta alla testa e per un secondo mi sembra di cadere.
le orecchie mi fischiano atrocemente.
ritorno al mio pensiero e realizzo che forse l'eclissi al momento non c'entra nulla, il problema sono io.
non dovrei esistere, lui ha ragione.
"che c'è Clarke? non puoi? non riesci a conviverci? allora lasciami mettere fine al tuo dolore ed al nostro."
mi salta addosso, le sue mani stringono così forte la mia gola che non respiro più.
cerco di pendere il coltello a terra ma lui se ne accorge e lo afferra per primo.
sferro un calcio e riesco a spostarlo da sopra di me, corro via, subito dopo aver afferrato la pistola dalla mia cintura.
mentre corro tutto gira, ho una percezione così distorta delle cose attorno a me che quasi non riesco a mettere un piede di fronte all'altro.
mi butto dietro una casa per riprendermi.
"Clarke, tesoro."
sento la voce di mi madre provenire dal
walkie-talkie.
"mamma, oh dio, mamma qui stiamo impazzendo tutti, la luna rilascia delle.. delle tossine e.."
"tossine dalla luna? Clarke sei sicura di non essere solo tu?"
"cosa significa?"
ansimavo, riuscendo a parlare a fatica a causa della corsa appena fatta.
"che magari tesoro sei tu, tu sei la tossina.
facci caso, chiunque ti stia accanto muore, per non parlare dei pericoli a cui costantemente esponi le persone che dici di amare.
tu uccidi chiunque ti si avvicini e chiunque tenga a te."
piangevo, la verità fa male.
"metti un punto a questa storia, prima che si spinga troppo oltre davvero, prima che tocchi anche a Madi."
"no io non lascerò che.. che questo accad-"
"Clarke, prendi la pistola, sai che è la cosa giusta."
afferro l'arma e la punto alla testa, era la cosa giusta da fare, la mia vita per la vita di quelli che amo.
dovevo finirla prima di infettare tutti con la mi tossicità.
"brava tesoro, vai fino in fondo, fallo Clarke."
piangevo.
"fallo."
le urla di mia madre mi rimbombavano nella testa.
la pressione che il mio indice esercitava sul grilletto era sempre di più..
finalmente, nessuno avrebbe più sofferto, mai più.
"lasciami l'onore."
Bellamy mi puntava contro un fucile.
non importava chi dei due avrebbe sparato per primo, in entrambi i casi avrei lasciato vivere serene tutte le persone care.
lo avremmo fatto insieme, anche questa volta Bellamy avrebbe condiviso con me il carico di una morte.
quando entrambi stavamo per sparare sento il rumore del fucile cadere a terra.
riapro gli occhi mentre resto con la pistola puntata alla tempia ed osservo Bellamy, guardava l'arma che aveva appena gettato in maniera sconcertata, quasi non credeva ai suoi occhi.
mi fissava in preda al panico con le lacrime agli occhi.
"tesoro non fermarti, questa è l'unica soluzione."
la voce di mia madre mi rimbombava sempre più forte nella mente.
"promettimi che spiegherai a Madi che questo è stato per il suo bene, promettimelo mamma."
urlo.
Bellamy guarda confuso il walkie-talkie e poi si mette le mani tra i capelli tirandoli leggermente.
"Clarke ti prego no."
la sua voce risultava sempre più spezzata man mano che avvicinavo la pistola alla testa.
"non farlo è l'eclissi, fidati Clarke, lascia l'arma.
il walkie-talkie è spento guarda...
andrà tutto bene.
non puoi morire, non ci puoi lasciare, non mi puoi lasciare di nuovo."
si avvicina lentamente a me, le lacrime scendono sempre più veloci, il dolore è troppo.
mi tremavano le mani mentre lui mi accarezzava la guancia per poi salire alla tempia.
delicatamente mi toglie la pistola dalle mani, faccio una leggera resistenza ma poi lascio che la prenda.
in un millesimo di secondo lo vedo conficcare il sedativo nel mio braccio con l'altra mano.
l'ultima cosa che riesco a mettere a fuoco è lui che mi accompagna fino a terra dopo essersi sedato a sua volta
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Looking for home
Fiksi Penggemarla vita forse non è solo sopravvivenza, forse possiamo davvero trovare nell'amore la prossima riva. nota al fly: non uso le maiuscole perché per ragioni stilistiche le trovo noiose e antiestetiche. la storia è ambientata nella stagione 6 hope u'll...