III. Rimpiango il secolo delle anime sensibili

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Rimpiango il secolo delle anime sensibili
E ripudio la felicità domestica.
Seppellisco cadaveri nel mio ventre,
E se non avrò il coraggio di amare la morte
Allora diventerò Arte.

La mia innocenza quasi mi fa vomitare,
Le vene mi ardono e il cuore rimbomba
Iniettando veleno esarcerbato
Nei miei tessuti marciscenti.
La Vita mi scivola dentro le orbite
E le membra...!
Le membra sono liquide.

Io sono debole fiacca sfinita,
La Morte è il mio Iperuranio;
I vizi, le pazzie, le rabbie, le grida:
Ci sono altre esistenze da vivere?
Cadere nel vuoto
È la mia predestinazione.

Io qui mi arrendo
– sarò libera
Dalle parole, dal tempo, dalle membra.
Basta! lasciatemi morire.
Io qui mi arrendo! marciatemi sopra.

Questo mondo è fatto per essere visto
Con gli occhi degli altri
- Strappatevi tutti i bulbi oculari!
Guardarete il mondo
Attraverso le mie orbite vuote.

Non sono mai stata di questa generazione;
Non sono mai stata adolescente;
Sono della razza delle anime sensibili:
Ho bisogno di qualcuno
Che mi consoli l'esistenza.

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