VIII. Esiliata

208 41 13
                                        

Scrivo con le vertigini
E gli spasmi verginali
Di un'adolescente esiliata
Dalla giovinezza.

Nel mio eterno stato larvale
Speravo nei sorrisi languidi,
Nelle sigarette impregnate di catrame,
Nell'amore impacciato
Di bambini cresciuti storti,
Nelle amicizie coltivate nel cemento
E nelle sbornie estive
Vomitate nel buio,
Dove l'unica cosa certa
È l'incertezza di essere.

E mentre brucio gli ultimi anni
Di un'adolescenza
Impastata nella carta,
Mi rendo conto che è passato
Il tempo in cui potevo dire:
Sono giovane,
Lasciami sbagliare.

Morirò stasera,
Ho smesso di cercare
Risposte nel mio cuore.
Domani sarò carcassa informe,
Voi sarete solo
Un po' più vecchi
e un po' più stanchi
Di guardare il sole.

MìsosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora