Chapter 1

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In questa casa la tranquillità non esiste.

E' un Giovedì pomeriggio quando mi trovo incollata alla scrivania cercando di capire dei compiti di matematica con l'aiuto della mia migliore amica, ma un rumore che so a chi appartiene mi innervosisce.

"Giuro che li ammazzo" borbotto mentre dall'altra parte del telefono Sophie ride.

"Su dai, lo sappiamo tutti che infondo, ma molto infondo al tuo cuoricino, vuoi bene a tutti loro" dice.

Sbuffo alzandomi dalla sedia infastidita dal pallone che sbatte contro la parete della stanza accanto alla mia.

"Scusami un attimo Sophie, torno subito" dico posando il telefono sulla scrivania.

Spalanco la porta ed esco nel corridoio camminando con il fumo alle orecchie verso la porta accanto che è aperta.

"Ben! Bill! Se non la smettete quel pallone ve lo ficco in bocca!" urlo verso i due gemelli.

"Eddài Lara è solo una partita di basket" sbuffa Ben.

"Non mi interessa, sto facendo i compiti e mi disturbate! Andate altrove a giocare con quel pallone!" dico frustrata.

"Hai il ciclo?" domanda Bill ridacchiando.

Afferro due scarpe e le lancio addosso ai gemelli, per poi andarmene, non prima di aver gridato "Vaffanculo!".

"Mi viene voglia di strapparmi i capelli per quanto mi fanno esasperare tutti" borbotto.

Sospiro quando non sento più rumori dai gemelli, ma quando torno in camera dalle mie labbra esce un verso di frustrazione.

"Gavin! Che cosa stai facendo?!" alzo la voce verso il mio fratellino.

"Posso tenerlo?" chiede riferendosi al mio reggiseno che tiene sulla testa.

Ma dovevo beccarli tutti io dei fratelli idioti?

"No!" dico prendendo l'indumendo. "Esci dalla mia camera"

Con il broncio esce dalla stanza ed io chiudo la porta.

"Scusa, ho dei fratelli scemi, come già sai" dico tornando alla scrivania e al telefono con Sophie.

"Scemi ma fighi" ridacchia.

"Non farmi vomitare" borbotto. "Dove eravamo rimaste?"

"All'esercizio 25, devi moltiplicare le prime due frazioni, dopodiché dividerle per 12 e sottrarre di 7" spiega ma non ho capito una ceppa.

"Sono rimasta alla parola 'esercizio'" dico facendola ridere.

Mi spunta un sorriso a sentire quel suono melodioso.

"Okay ho capito, ti mando le foto degli esercizi" dice.

Sorrido. "Che tu sia lodata Sophie! Grazie"

"Di nulla Peste, ora vado a finirli e poi ti mando le foto. Un bacio" dice e dopo aver ricambiato il saluto mette giù la chiamata.

Sospiro guardando lo schermo del telefono per qualche secondo, finché non sento un altro rumore.

Esco dalla camera chiudendo la porta e vado verso quella di Gabriel dove della musica a tutto volume tra un po' fa tremare la casa.

Apro la porta senza bussare, tanto non sentirebbe comunque.

"Abbassa quel ca-" mi blocco quando noto che non è solo. Si stacca dalla ragazza bionda che tra un po' gli succhiava la faccia. Lei mi guarda minacciosa dal letto dove è seduta.

"Lara! Che vuoi?!" urla sopra la musica.

"Abbassa il volume!" grido per poi sbattere la porta.

Pochi secondi dopo per fortuna il volume si abbassa e mi passo una mano tra i capelli azzurri.

Torno in camera e prendo il cambio per la doccia. Ho bisogno di una rinfrescata.

Chiudo la porta del mio bagno personale, fortunatamente i miei genitori hanno avuto la grande idea di donarmi un po' di privacy lontana da quei trogloditi.

Dopo essermi spogliata entro nella doccia, lascio che l'acqua tiepida scenda su di me, e con la spugna mi insapono per bene levando il sudore di questa calda giornata di Maggio.

Quando ho finito di fare tutto esco dal bagno con i capelli bagnati che ricadono sulle mie spalle e scendo giù in salone dove trovo mia madre che guarda la televisione e Marcus che legge un libro sulla scienza.

Beh, forse non tutti i miei fratelli sono idioti.

"Ehi tesoro, vieni qui" dice mia mamma facendomi segno di sedermi accanto a lei sul divano.

"Come fai ad essere così tranquilla con tutto il casino che fanno i ragazzi?" domando.

"Quale casino?" mi guarda interrogativa.

Alzo un sopracciglio guardandola.

"Oh tesoro, ormai ci ho fatto l'abitudine e quasi non li sento più quelle teste di zucche" dice tornando a guardare la televisione.

La porta d'ingresso si apre rivelando una figura vestita di nero da capo a piedi. Oliver sbatte la porta e a passo svelto con le cuffie alle orecchie sale le scale.

Sospiro per l'ennesima volta. "Ma perché sono l'unica figlia femmina? Proprio tutti maschi dovevate farli?" borbotto.

Mia madre alza le spalle e concentrata continua a guardare la sua telenovela preferita.

Appoggio la testa allo schienale del divano e chiudo gli occhi sognando una vita tranquilla, senza tutto sto casino.

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