Chapter 2

3.3K 135 8
                                    

"Tutti a tavola!" grida mia mamma mentre con una mano agita una campanella.

Quella campanella la usa quasi da sempre, da quando si è stanca di richiamarci tutti uno per uno dalle nostre stanze, perciò le basta agitare quell'oggetto per far scendere in cucina tutti, incluso mio padre.

A volte mi chiedo in che manicomio mi trovo.

Sono la prima a sedermi al tavolo e poco dopo mio papà con aria stanca si lascia cadere sulla sedia a capo tavola.

Dalla porta uno per uno spuntano tutti i miei 6 fratelli sedendosi al proprio posto e mamma posa i piatti davanti a ciascuno di noi.

"Buon appetito!" dice Gavin alzando la forchetta in aria.

"Gavin! Non alzare in aria le posate" lo sgrida mamma.

I gemelli iniziano a mangiare tutta la pasta insieme in un batter d'occhio.

"Animali" mormoro.

Entrambi di fronte a me mi fanno la linguaccia.

A volte sono leggermente inquietanti, si muovono come se fossero attaccati nello stesso corpo.

Continuo a consumare la mia cena mentre osservo tutti i miei fratelli.

Gabriel, il maggiore di tutti, 20 anni, i suoi capelli castani sono tutti arruffati, sicuramente c'è lo zampino di quella ragazza di prima.

Ben e Bill, 17 anni, due ragazzi troppo competitivi, soprattutto tra di loro.

Marcus, 16 anni, il fratello più studioso tra tutti noi.

Oliver, 14 anni, non parla quasi mai, è sempre con le cuffie o gioca spesso alla Play Station e si veste interamente di nero.

Gavin, il più piccolino della famiglia, è un bambino troppo vivace e pare che sia sempre attratto dai miei indumenti intimi.

E poi ci sono io, Lara, ho 18 anni, nella vita non faccio altro che lamentarmi di tutto, ed ho un segreto che mi porto dentro da anni, che neanche la mia migliore amica Sophie conosce.

Ho troppa paura per rivelarlo.

*****

"Posso sdraiarmi per terra e farmi calpestare?" domando a Sophie quando Venerdì mattina entriamo a scuola.

"No, cammina che facciamo tardi" risponde accelerando il passo ed io devo raccogliere tutta la forza per muovere più veloce le gambe.

Rimango leggermente più indietro di lei osservandola.

I capelli castani le ricadono mossi sulla schiena sulla canottiera bianca, la gonna rosa pesca si muove a ritmo con le gambe, la postura è dritta mentre cammina con leggerezza e con una mano tiene fermo il suo zaino lilla sulla spalla.

In confronto a me, lei sembra una principessa. Io invece sembro una rockettara con dei pantaloncini, sopra una canottiera nera larga dei Panic! At The Disco, la postura molle e lo zaino blu notte pieno di scritte bianche fatte da me con il bianchetto giace sulla mia spalla.

A volte mi chiedo come fa a sopportare me e la mia intera famiglia da ormai 11 anni.

"Ti stai preparando psicologicamente alla maturità?" domanda risvegliandomi dai miei pensieri.

"Io non sono mai pronta" rispondo borbottando.

"Oggi pomeriggio vuoi studiare insieme?" chiede guardandomi sorridendo e un brivido mi attraversa la schiena.

Annuisco. "Se non è un problema per te sopportarmi"

Ridacchia. "Tranquilla, ormai so come prenderti e farti studiare. Andiamo a casa tua?"

"Lo sai che è impossibile studiare con quei trogloditi. A casa tua?" domando con un pizzico di speranza.

Entriamo nell'aula di scienze e ci sediamo ai nostri posti ovviamente vicini.

"Va bene, facciamo da me. Resti anche a dormire?" mi fa l'occhiolino.

Annuisco senza pensarci due volte, per poi distogliere lo sguardo puntandolo sulla professoressa Dixon che entra in classe, lasciando cadere l'argomento.

Love HerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora