1- ATTENDO DA SOLA

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(Prima)

METAFORA:

Durante i 6 mesi passati seduta sulla panchina della stazione ho avuto modo di conoscere persone nuove.

Molti passanti mi chiedono se sto bene, molti mi chiedono se ho già pranzato o se mi sarei mai mossa da lì, sono tutti gentili con me.

"Non arriva, non serve aspettare tanto a lungo."

Mi ripetono tutti, ma io so che lui tornerà a bordo di quel treno per giungere a me.

I mesi passano e nessuno mi appoggia nella mia attesa, nessuno ha mai passato una di quelle 180 notti accanto a me e nessuno sa cosa significhi la solitudine quando cala sera e la stazione si svuota.

Quando le persone non mi parlano resto sola e continuo ad aspettare che torni a prendermi un'ultima volta.

Mia madre dice in continuazione che mi sto perdendo il bello delle giornate, dice che presto spegnerò il sole dentro di me per lasciare spazio al sole che ammiro ogni sera seduta sulla mia panchina.

Sapete però, in fine non è poi così male il paesaggio che vedo 24 ore su 24 da quando lui non è più con me.

Il giorno in cui decise di andarsene era buio in stazione e c'era confusione, saltò sul primo treno che passava con l'unico intento di scappare senza lasciarmi parlare.

Era stanco di ascoltare le mie emozioni, era stufo di badare a me come aveva promesso di fare tre anni prima.

Gli bastò schiacciare un "blocca contatto" per lasciarmi al di là della linea gialla mentre le porte della sua carreggiata triste e vuota  si chiudevano.

Mi manca nonostante le sue colpe, quindi intanto lo aspetto seduta qui, perché non si sa mai che lui ora torni e non mi trovi lì, dove mi aveva lasciata 6 mesi fa.

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