38- TACCIO

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(dopo)

Continua a tenermi caricata sulle sue spalle fino a pochi passi dall'entrata del centro commerciale.

"Ora puoi anche smettere di starmi addosso come una sanguisuga."

Mi prende in giro con un finto tono infastidito mentre finalmente mi fa riappoggiare i piedi a terra.

Rimango, per qualche ragione, di sasso.

Lo guardo con la bocca spalancata, una ciocca di capelli ribelle mi solletica la guancia ma qualcosa che mi frulla nella testa mi impedisce di grattarmi.

"Ma stai scherzando?"

Rimango a fissarlo con quell'espressione stupida, da manichino.

Non capisco che pensiero mi stia attraversando la mente ma qualcosa mi suggerisce di guardarlo negli occhi senza fiatare.

Ho solo voglia di farlo senza usare troppe parole, quello che voglio esprimere mi dice di tacere.

La sua mano destra mi accarezza la guancia prendendomi alla sprovvista ma non mi tiro indietro come sono solita a fare.

Avvicina il mio capo al suo viso e mi bacia sulla fronte.

"In fondo non sei così cattiva."

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