Sasha era tornata a casa presto quella sera, dandosi per malata per evitare la festa in suo onore che suo fratello aveva organizzato. Arrivata lì prese un leggero sonnifero tentando di calmare il suo mal di testa. Non ce la faceva più. La testa le scoppiava, le faceva male lo stomaco ed aveva la bocca secca. Troppe stranezze, troppe coincidenze tutte insieme. Cosa stava succedendo? Aveva fatto qualcosa di male? Forse Marta si era rivolta a persone invischiate in affari loschi per trovare quei dati. Non era la prima volta che lo faceva, e Sasha non era disposta a credere alla storia dell'incidente. Cosa stava accadendo intorno a lei? Prima il suo cognome, poi il "batuffolino mio", e la guardia morta di infarto e le carte spostate e le informazioni infilate sotto la porta chissà da chi ed ora l'incidente di Marta. Troppe cose strane in troppo poco tempo, e tutte ruotavano intorno a Giovanni Orth. Non sapeva più che fare. Quell'uomo era innocente, doveva esserlo. I documenti erano tutti autentici, e non vi erano prove dei suoi crimini oltre ad alcune testimonianze, smentibili con la storia del gemello, e la sua confessione, data in seguito al suggestionamento da parte di Matteo. Sasha non sapeva più che pesci prendere. Adocchiò la bottiglia di Vodka e, intorpidita dall'azione del sonnifero, cominciò a bere. In quel momento il telefono squillò. Il suono fece sobbalzare la ragazza sulla sedia. Si avvicinò con cautela, immersa nel torpore dell'alcool , come se il vecchio fisso potesse esploderle in mano, ed alzò la cornetta.
S: Pronto?
Disse timidamente con voce un po' biascicante
G: Signorina Roman?
Era Giovanni.
S: Ehm...sì. Con chi parlo?
G: Salve, sono Giovanni. La chiamo per dirle che mi hanno appena fatto uscire. Per la cauzione non è stato un problema, ci ha pensato mia moglie.
S: Ne...ne sono felice.
Biascicò. Si sentiva molto debole e la vista le si stava annebbiando.
G: L'ho chiamata per ringraziarla anc.... signorina, ma lei ha bevuto?
Domandò l'uomo con tono preoccupato.
S: S...sì.
Sasha cominciava a sentirsi mancare.
G: Signorina Roman mi ascolti bene, ha preso qualcosa prima di bere alcolici?
Domandò Giovanni a voce alta e scandendo le parole con attenzione.
S: S...sì... un son....sonnifero.
Ormai stava per svenire.
G: Signorina, mi ascolti attentamente. Io sto arrivando, ma lei NON si addormenti. Intesi? Corra in bagno e cerchi di vomitare. Oddio.....cerchi di resistere, signorina.
S: Ma se non sai nemmeno dove....
Biascicò, ma Giovanni aveva già attaccato. Sasha tentò di comporre il numero di Andrew, ma non riusciva più a muoversi in maniera coordinata. Tentò di trascinarsi verso il bagno, ma svenne a pochi centimetri dalla maniglia della porta.Si risvegliò in ospedale, Andrew che la guardava preoccupato.
A: Amore? Amore stai bene?
Sasha strinse gli occhi, infastidita dalla luce.
S: C...credo di sì. Dove..... dove mi trovo?
Faceva fatica ad articolare le parole.
A: Hai bevuto della vodka dopo aver preso un sonnifero. Per fortuna che il signor Orth era nelle vicinanze......Dio, mi hai fatto morire di paura.
Disse abbracciandola stretta. C'era rimprovero nella sua voce, ma soprattutto molta apprensione.
S: Il signor...Giovanni. Dov'è ora?
Disse Sasha. Aveva molte cose da chiedergli. Andrew parve stupito dalla domanda.
A: È di là. Ha insistito per rimanere finchè non ti fossi svegliata.
S: Potresti chiamarlo? Vorrei ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto.
A: Beh....d'accordo.
Disse Andrew, dubbioso. L'omone entrò nella stanza e guardò Sasha con un sorriso raggiante, senza traccia di crudeltà questa volta.
G: Vedo che si è ripresa, signorina. Meno male. Non dovrebbe prendere alcool e farmaci. Se non ci fossi stato io...
S: È proprio questo quello di cui volevo parlarle, signor Orth.
Disse Sasha seccamente.
S: Voglio sapere come faceva lei a sapere il mio nome ed il mio indirizzo. E voglio anche sapere da dove saltano fuori quelle carte. E perchè quell'uomo è morto mentre litigava con lei. E perchè gli appunti sul mio tavolo sono stati messi in ordine senza che io facessi niente.
Giovanni sembrò spiazzato. Sasha gli aveva vomitato in faccia tutti i dubbi che la attanagliavano
G: Beh, ecco.....
S: E non si azzardi a mentirmi, Orth. Attorno a lei accadono fin troppe cose strane. Che cosa è lei, una specie di stalker? O un mostro di qualche tipo? Veda di spiegarsi, perchè altrimenti chiamerò la polizia.
Sasha era isterica, ed Orth era teso
G: Se solo mi lasciasse spiegare....
S: Ho detto che non voglio menzogne. È stata sua moglie ad uccidere Marta, vero? Forse aveva scoperto qualcosa che non doveva scoprire ed ha pensato di farla fuori. Tanto, signor Orth, per lei un omicidio in più non dovrebbe fare la differenza......
Sasha si accorse di stare urlando e che Giovanni sembrava teso.
G: Adesso basta!
Sbraitò.
G: Sono stanco di essere accusato ingiustamente. È un crimine domandare il nome del proprio avvocato prima di conoscerlo? Ed ora mi dirà che è colpa mia se un cinquantenne cardiopatico muore d'infarto? E sì, ho raccolto io quei dati, ma solo perchè l'anagrafe aveva fatto un casino ed aveva registrato i miei dati con il cognome di mio padre, cioè De Vito. Adesso uso il cognome da nubile di mia madre. Quanto al coma, quel bastardo di mio fratello lavorava nel mio stesso ospedale. Pensate che abbia avuto difficoltà a contraffare i registri per non far risultare il mio nome? Fortunatamente la mia adorata moglie ha richiesto all'ospedale di registrare a parte i documenti per ragioni di assicurazione. Per quanto riguarda gli appunti, probabilmente il suo compagno, che al contrario di lei è una persona affettuosa e di buon cuore, li avrà ordinati mentre lei dormiva.
Giovanni aveva sbraitato tutto di un fiato queste cose, e Sasha capiva di essere in torto. Era stata stupida ed avventata. Si era lasciata trascinare dalle emozioni ed aveva ferito la persona che le aveva salvato la vita e per la quale aveva fatto lo stesso.
S: Giovanni, io.....
G: E per quanto riguarda l'indirizzo.
Disse Giovanni estraendo una scatola dalla tasca della giacca.
G: Mia moglie lo aveva chiesto al suo studio legale per mandarle questo, come ringraziamento per avermi scagionato.
Posò la scatola sul letto ed uscì dalla stanza, infuriato. Sasha aprì la confezione. Dentro si trovava uno stupendo bracciale di perle nere ed un biglietto che recitava "alla mia dea salvatrice". Sasha si sentì stupida. Si ripromise di farsi perdonare in ogni modo da Giovanni. Non voleva perdere quell'uomo al quale doveva tanto, sia in maniera diretta che indiretta.Giovanni avanzava a lunghe falcate verso la jeep nera parcheggiata davanti all'ospedale. La meravigliosa donna seduta al posto del guidatore si volse verso di lui.
L: Allora?
G: È andata bene, Amore. La ragazza è molto perspicace, ma sono riuscita ad intortarla a dovere.
L'uomo sorrideva. Un sorriso di denti bianchissimi con canini aguzzi. La donna tamburellò con le lunghe dita artigliate sul volante di pelle.
L: Pensi che questo sia un buon posto? Per ricominciare da zero, intendo.
G: Penso di sì. Mi piace quella ragazza, e nella grande mela avremo tanto materiale su cui lavorare.
Disse aprendo la portiera ed accomodandosi sul sedile di pelle.
G: a proposito, spero che tu non mi abbia macchiato il parquet.
La donna sbuffò.
L: e come avrei potuto? Mi usi come corriere da una settimana, non ho nemmeno potuto mettere a dormire questo.
Disse indicando un sacco nero disteso sui sedili posteriori. Giovanni si girò ed aprì il sacco, osservando il proprio volto dritto negli occhi che saettavano da una parte all'altra .
G: Ciao fratellino, da quanto tempo.
Disse mentre la macchina zampettava rapida verso il tramonto.
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Inizio del processo
ParanormalGli stati uniti d'America sono da anni funestati da una poderosa ondata di omicidi. Le vittime sono tendenzialmente genitori o gestori di case famiglia. finalmente nel 2019, 12 anni dopo l'inizio degli omicidi, il killer viene scovato e catturato. I...