Danzano, fra le polveri

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"Loro sono qui, con me.

Continuano a parlarmi; io, le sento. Perchè nessuno mi crede?

Io, riesco a sentirle. E non sono così fuori. Loro, sono vive. Loro, conoscono le nostre parole.

Sanno tutto di noi, di questo posto.

Eppure, continuano a fissarmi, a parlarmi, ma io, non riesco ad interloquire con il loro linguaggio; proprio non riesco. E non comprendo il motivo per cui restino così ferme davanti al mio corpo.

Perchè mi fissano, senza muoversi?

Perchè continuano a fissarmi, nonostante, davvero non mi vedano?

Le farfalle continuano a parlarmi.

Le farfalle non smettono di guardarci.

E a te, nemmeno importa.

Per il tuo ego, sono così inutili e prive di significato; ma io, le ho sempre avute accanto ai miei respiri e sono gli unici esseri che ti hanno visto.

Le uniche, davvero, che si sono accorte di questo posto.

E sono rimaste sempre, in qualsiasi periodo dell'anno.

Sia quando c'era freddo fuori, che dentro; in ogni momento della mia vita, passato, dentro la tua armonia disarmante e falsa.

Ci sono state quando mi sono nascosta, quando mi si sono intorpiditi i muscoli delle gambe.

Ci sono state quando ho mentito, tutte quelle volte, davanti ai tuoi occhi.

Ci sono state quando ti ho fissato, così intenerita.

Ci sono state quando mi hai infamata, quando mi hai ingabbiata, quando mi hai fatta piangere; presa a calci e portata al margine.

Sei tornato bambino ed io, ti ho inghiottito senza pensarci due volte.

Ti ho fagocitato dentro il mio stomaco e non ho provato nessun disgusto nel farlo.

Hai continuato ad alimentare il mio fuoco, senza mai farmi perdere il gusto.

Mi hai rifatto gli occhi e adesso, non riesco più a piangere.

Mi hai rifatto gli arti e non so più muovermi.

Mi hai incastrato dentro il tuo tempo, plasmandomi dentro i tuoi nervi e la tua costituzione; e mi hai ricreata; mi hai fatta risorgere. Con i tuoi lineamenti, con i tuoi acidi permanenti e mi hai illusa, intrecciandomi ai tuoi assi color sangue. Mi hai illusa, infilandomi tra i tuoi globuli rossi. E loro, non hanno fatto altro che farfugliarmi tra i muscoli; mi hanno sempre consigliato di appendere il mio corpo e mi hanno schiacciata, fino a farmi morire, coperta dal loro orgoglio e dalla loro puzza che, irradiandosi, si è impradonita di ogni mio bene immateriale.

Mi avevi persino insegnato a pregare, a stringere le mani, a combattere, ma non avrei mai immaginato che avrei avuto il bisogno di saper combattere te.

E quelle dannate farfalle mi sono sempre venute addosso.

Non si sono mai allontanate, nè hanno provato mai paura. E mi sono sempre vergognata della loro presenza. Vergognata così tanto che avrei voluto mollarle e portare un lutto addosso piuttosto che osservarle gironzolare attorno al mio viso.

Ho detestato il modo in cui si sono poggiate sul mio feretro senza vita, come dei corvi neri.

Le ho detestate.

Erano i miei parassiti che non riuscivo a scrollarmi di dosso.

E non sono mai riuscita a non sfamarle. Erano il mio cancro ed io, continuavo a sudare gelido ogni volta che avvertivo le loro ali sulla pelle.

EdicarpiWhere stories live. Discover now