5 - Io giocherei questa carta!

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La signorina Letizia fu chiamata nella sala da pranzo dalla signora De Prato. Come un'esperta receptionist domandò se le camere per gli ospiti fossero già pronte o se ci fosse stato qualcosa da sistemare.

"Penso di no; in quanti si fermerebbero a dormire?"

"Siamo io e Giusto" rispose Silvia "che dormiamo nella nostra solita stanza, poi c'è Emma, che ha la stanza al secondo piano come l'aveva voluta quindici anni fa..." guardò nostalgica il marito. "poi Gianmarco ed Elena e tu."

"Dunque, se non mi sbaglio, dovrebbero avanzare due stanze al terzo piano per Gianmarco ed Elena."

"Perfetto, desiderate dormire in stanze separate?" chiese Giusto fingendo di esporre un'ampia offerta.

Elena rise e poi disse che dopo due anni di matrimonio si era abituata al fatto che lui russasse e che non era un problema.

"Anche il mio Pietro russava!" tuonò la contessa, facendo di nuovo un segno della croce. "Ah, il mio Pietro: pace all'anima sua! Ah, come mi manca il mio Pietro, Silvia, solo Dio sa...Ah Pietro!" si portò le mani agli occhi per asciugarsi le lacrime che la nostalgia vespertina le aveva portato.

"Su, forza Beatrice...non pensarci! Il tuo Pietro è in un posto migliore!"

"Sottoterra con i vermi che lo mangiano? Senza dubbio è meglio di stare qui con lei..." ridacchiarono i quattro baldi giovani.

"Sai cosa ci vuole, Beatrice?" disse Silvia mentre continuava a consolarla.

"Un bel bicchierino!" rispose scherzosamente Giusto per sdrammatizzare.

"No" fu la risposta secca e fulminante della moglie. "Ci vuole una bella partita a poker, come facevamo quando eravamo più giovani!"

"Meglio di niente..." borbottò il marito un po' deluso. "Vado a prendere le carte. Giocate anche voi nevvero?" era rivolto a Nicolò, Elena, Gianmarco e Stefano.

"Io molto volentieri, ma prima dovrei andare un attimo al bagno..." rispose Nicolò.

"Certo, purtroppo quando è stata costruita questa casa, nessuno ha pensato a fare il bagno al piano terra; in compenso tutte le camere ne sono fornite."

"Tranne quella di Letizia, abbiamo concordato di levarle il bagno e di provare a trasferirlo più in basso. Sai: con l'età si avanza e le magagne aumentano! Puoi usare la prima stanza sulla sinistra al terzo piano. È quella libera!"

Come Nicolò uscì dalla stanza, Stefano, il suo amico, fece segno a tutti i presenti di avvicinarsi a lui dicendo che avrebbe spiegato loro il suo piano.

"Dato che, secondo me, c'è una certa intesa tra il professore siciliano e la cameriera friulana, io, dopo aver finito la partita, me ne andrò da solo e lascerò lui a dormire qui...mi sembra di aver capito che c'è ancora una stanza no?" i due coniugi proprietari annuirono interessati al piano. "e quel che deve succedere, succeda!" tutti sembravano gasati da questo scherzo a doppio scopo, eccetto la contessa che non era ancora in vena di scherzare.

Passati dieci minuti rientrarono nella sala da pranzo sia Emma sia Nicolò, uno di seguito all'altro. Per un momento tutti trattennero le risate, conoscendo il piano malefico di Stefano.

"Oh, Emma: c'eravamo dimenticati di te...giochi a poker? La contessa ha bisogno di sostegno..." la invitò la signora De Prato.

"Contessa?!" Ripeté perplessa la modella. "ma la nobiltà non era finita? No, preferisco guardare...a questo gioco vi batterei tutti. E far perdere i soldi a dei perfetti sconosciuti praticamente, non è il mio obbiettivo principale nella vita". Andò a sedersi, ma questa volta lontana da Nicolò, dal quale sembrava cercare uno sguardo.

IL SEGRETO DELLA VILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora