24 - La Volpe Castana

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Tutto quanto aveva raggiunto un livello di assurdità ancor più alto di quella fatale sera in cui Silvia era scappata di casa. Chissà, se non l'avesse mai fatto, magari sarebbe ancora ancora viva.

Pamela e Michele aspettarono che le dieci donne passassero restando abbastanza scioccati dalla figura incappucciata. Uscirono dai cespugli spinosi cercando di fare il minor rumore possibile, ma le prime foglie secche cadevano dagli alberi, e una volta calpestate emettevano un chiaro suono di fragilità. Foglie fragili come era fragile Letizia in quel momento, sottoterra, al freddo, senza cibo né acqua: in pratica era diventata una specie di ostaggio dell'organizzazione. Lei, dal canto suo, aveva cercato di provare a scappare: aveva tentato di risalire la scala a pioli, ma le altre avevano spostato nuovamente l'orologio sopra alla botola, rendendo impossibile l'accesso da sotto e da sopra. Aveva allora preso una torcia, di quelle attaccate alla parete rocciosa ed era andata in cerca di un'uscita secondaria. Purtroppo per lei, non c'erano seconde uscite o se ci fossero state erano così ben nascoste da non poterle trovare. Si era sporcata tutta di terra. E anche urlando, nessuno sarebbe riuscito a sentirla poiché la galleria scendeva parecchio.

Pamela e Michele entrarono. Chiamarono, ma nessuno rispose. Perlustrarono le stanze del primo piano: nessuno; del secondo: nessuno; del terzo: nessuno. Letizia era sparita, evaporata.
"è illogico! Letizia non è passata con quelle dieci donne prima."
"A meno che non fosse stata la tipa incappucciata."
"Dici? Ma perché avrebbe dovuto essere incappucciata?"
"Non lo so, magari è una regola della setta."
"Non mi piace quella parola."
"A me sì." Rispose Pamela zittendo l'amico. "Comunque, setta o no, qui non c'è alcuna traccia di Letizia."
"Nemmeno le tazze da tè, sarebbero state degli indizi perfetti, ma devono averle già lavate o buttate. Non sono stupide."
"Sì che lo sono. Ti rendi conto di che vita fanno?"
"Oh! Hai ben capito cosa intendo dire, no? Sono furbe!"
"Astute."
"Che palle! Le parole che usi tu sono le uniche che vanno bene?"
"Oh là! Finalmente l'hai capito, Brigadiere Zanello. Adesso che si fa?"
"Che si fa? Che si fa?" ripeteva pensando. "Che si fa? Denuncia di scomparsa non la possiamo ancora fare, anche perché non sappiamo se è effettivamente scomparsa..."

Ci fu di nuovo il rumore, che era appurato venisse da sotto il pendolo, ma loro continuarono a pensare che provenisse dal soggiorno. La casa era stata costruita in modo che quando quel rumore, o un ipotetico rumore fatto nel luogo dove si trova il pendolo sembrasse provenire dal soggiorno, se chi l'udiva era nell'atrio e dall'atrio se chi l'udiva era in soggiorno. Rientrarono così in soggiorno, da dove sembrava provenire il rumore. Niente. Proprio niente. Una cosa però la notarono. Mancava un quadro. Si poteva notare il segno lasciato dal tempo. Lo spazio dove un tempo era appeso il quadro era molto più bianco del resto del muro.

Il tempo passava e le ricerche di Letizia continuavano nella villa, mentre lei, sottoterra iniziava a patire fame e sete. Il grande pendolo, dopo aver ripetuto ancora una volta quel rumore, fece un rintocco unico: era l'una di notte. I due decisero di andare a riposarsi, ma non nella villa: Pamela aveva troppa paura di poter essere portata via come Letizia; ognuno a casa sua.
Incredibilmente per entrambi non fu difficile prendere sonno, mentre per Letizia, ancora bloccata nel covo dell'organizzazione iniziava ad impazzire per cercare una via d'uscita. Erano più o meno le tre quando, spostando una fila di quadri, con immensa gioia notò un altro tunnel. Presa dal desiderio di uscire, s'infilò nel tunnel e strisciò, strisciò, strisciò fino ad arrivare in un punto dal quale poteva sentire i grilli del prato cantare a squarciagola. Un attimo di commozione: era riuscita a trovare una via d'uscita. Quando sbucò dal tunnel era stremata e nera di terra come un contadino caduto nel campo che stava arando. Fece un sospiro di sollievo e si guardò in giro: era in un prato. Che prato? Il prato che si estendeva sotto la villa. Era proprietà di un'altra persona, ma chi avrebbe mai potuto vedere una cameriera uscire da un buco nel prato a notte fonda? Ci si potrebbe aspettare una risposta piena di azione, di tensione, e invece no: nessuno la vide. Poté sgattaiolare fuori dal buco tranquillamente e incominciare a camminare verso la caserma della polizia. Mentre camminava con il passo di un ubriaco, il tacco di una scarpa rotto, al bordo della strada, pensava a quando il suo unico dovere era pulire le tazzine del caffè e a quella stramaledettissima prima volta in cui aveva aperto il cancello a Michele e a Pamela. "L'ho sempre detto" pensava a voce alta "mai aprire il cancello di mattina presto. Portano solo rogne. E infatti: sto camminando a notte fonda, sul ciglio di una strada, con un bambino che si sta formando in me, tutta sporca di terra e con un tacco rotto. Solo rogne!" dopo una lunga ora di camminata, quando i primi albori si intravedevano in lontananza, aveva raggiunto la caserma e aveva chiesto di parlare con urgenza con Michele Zanello e Pamela di Paolo.
I due furono convocati subito e con altrettanta velocità arrivarono.
"Letizia, o mio dio!" Pamela aveva aperto le braccia come se volesse abbracciarla, poi notando la terra da cui era ricoperta le ripose e disse solennemente: "ti abbraccerò dopo. Sono felice che tu stia bene, non hai idea di quanto sia stata in ansia per te."
"Grazie, lo vedo quanto ti sei preoccupata." Osservò indicando la camicia da notte che Pamela non aveva avuto il tempo di togliere.
"Vogliamo sapere tutti i dettagli di questo incontro." Disse Michele, sedendosi alla sua scrivania, pronto a prendere appunti.
"E poi dicono che le nostre terre sono tranquille..." borbottò Pamela portando gli occhi al cielo.
Letizia iniziò il suo racconto di come avessero tentato di stordirla e di come l'avessero incastrata ad entrare nell'organizzazione. Raccontò loro del pendolo e di come si sentiva il rumore. Raccontò loro del quadro che aveva trovato nel covo e della "Resistenza".

IL SEGRETO DELLA VILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora