7 - ...strangolarla con le mie stesse mani...

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Mentre la signora Silvia era intenta a seguire la lunga partita a poker tra suo marito e la contessa, sentì scendere Nicolò e Letizia. Con un sorriso divertito e con la sua solita voce dolce domandò: "Avete combinato?".

Il ragazzo sbuffò, ancora infastidito dallo scherzo fatto da Stefano, che stava provando a chiamare col suo cellulare. "Sì, abbiamo combinato...sto cercando di chiamare quello...scimunito di Stefano, ma non risponde!!" disse schiacciando violentemente un tasto sul suo telefono. Sbuffò di nuovo. La contessa tossì: il ragazzo stava facendo troppo chiasso e disturbava la partita. La mandò a quel paese con un gesto veloce: non aveva voglia di badare anche alle paranoie della contessa. Voleva riprovare a chiamare Stefano, ma non c'era segnale. "Miiiii" sbottò ancor più infastidito: "con la pioggia pure il segnale se n'è andato!" si avvicinò ad Emma e le chiese di parlare.

"Scusa, mi fai ombra..." fu la risposta secca, ma giusta, di Emma. Capendo l'ironia, Nicolò a passo veloce salì le scale, seguito da Letizia che con i tacchi faceva tanti piccoli passettini con la paura di cadere.

La partita si era conclusa: la contessa Tenuto aveva vinto e il signor De Prato si era arreso definitivamente. Emma, che era seduta al tavolo assieme ai giocatori si limitò a fissare la contessa, con quale scopo non si sa.

"Cos'hai tanto da fissare, ragazzina?"

"Per cominciare non ho più diciassette anni, quindi ragazzina può chiamare sua nipote; e poi non c'è nessuna regola che vieti di fissare le persone...o almeno così è nel ventunesimo secolo; dal diciottesimo invece? Che testimonianze legislative mi porta?" Giusto, che era ubriaco, scoppiò in una sonora risata che alla contessa non piacque per niente: fece infatti una smorfia con la bocca dopo il suo solito colpo di tosse.

"Se continua a tossire così, presto sarà felice di poter riabbracciare il suo amato!" disse con tono di sfida la modella. Indignata da cotanta maleducazione, ma, allo stesso tempo, colpita dal ricordo del lutto non replicò e tirò fuori dalla tasca del suo orribile vestito a collo alto un fazzoletto con il quale ricominciò ad asciugarsi le lacrime. La perdita del marito l'aveva segnata moltissimo. Pietro, l'uomo in questione, era malato di una feroce forma di tumore che l'aveva reso prima infermo e due mesi dopo l'aveva ucciso. Ciò accadde tre anni fa e, nonostante lei gli fosse stata più vicina nell'ultimo periodo di sofferenze e fossero passati tre anni, non era ancora riuscita ad abituarsi a quel tipo di solitudine. Non viveva da sola, ma con il figlio Saverio, al quale sperava di trovare una giovane Beatrice Tenuto, una donna di alto rango che sapesse tener testa alla società odierna. Fino a quel momento aveva bocciato tutte le ragazze portate a casa dal figlio, ma lei continuava a sperare che nel mondo esistesse una mini-contessa che potesse prendersi cura di suo figlio. Il lutto l'aveva cambiata anche nei rapporti con il figlio: si era trasformata, incredibile a credersi, da una madre dolce e affettuosa ad una specie di comandante pronto a scegliere la donna giusta per lui. Mettere, come si dice, il dito nella piaga per quanto riguarda la questione "lutto" era la peggior cosa che si potesse fare alla contessa e l'arrogante modella era riuscita a centrare l'obiettivo in pieno.

"Ora, giusto per essere oneste, non ti vergogni di parlare così ad una signora molto più anziana di te?" domandò Silvia, intervenendo prima che scoppiasse il putiferio.

"No." fu la risposta secca di Emma, che non distolse lo sguardo di sfida dalla contessa.

"Come biasimarla...in effetti non è colpa sua; è colpa dei suoi genitori: queste nuove generazioni non hanno proprio idea di come educare i figli, quindi li allevano e li trasformano in persone ignoranti come capre...o come in questo caso...vacche..." Anche la contessa voleva giocare allo stesso gioco di Emma.

"Se stai insinuando che io sia una vacca...allora tu dovresti essere uno pterodattilo, guardando tutte quelle rughe devi essere come minimo del giurassico!"

IL SEGRETO DELLA VILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora