Capitolo 2

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Era tarda sera quando Kurt arrivò davanti al luogo del misfatto insieme al resto degli X-Men. In testa al gruppo ci stava Logan, che si guardava intorno con cautela, fiutando l'aria.

«Pietro, riesci a fare un giro per vedere com'è la situazione all'interno?» chiese, voltando parzialmente la testa indietro.

La casa del senatore era in fiamme, numerosi vetri erano rotti e non si vedeva niente di ciò che stava dentro. Sapevano solo che il politico era stato tratto in salvo dai suoi uomini: era stato uno di loro a chiamare Xavier per chiedergli di risolvere la situazione.

«Sissignore» il giovane si calcò gli occhiali da aviatore sugli occhi ed entrò in casa utilizzando la sua super-velocità. «La situazione non è molto più chiara, vista da dentro» disse una volta uscito. «C'è fumo ovunque.»

«Ororo puoi rimediare?»

«Posso provarci» rispose la giovane. «Ma ho bisogno di un passaggio» aggiunse, guardando Kurt.

Il ragazzo la prese per mano, si concentrò un momento per poter vedere bene la casa al suo interno e la teletrasportò lì. Poco dopo, il fumo iniziò ad uscire dalle finestre rotte, accumulandosi in strada.

Pietro entrò di nuovo per raggiungere i suoi amici.

«Ora tocca a noi, Monocolo» fece Logan, iniziando a sfoderare gli artigli.

«Ti ho detto di non chiamarmi così» rispose l'altro, piccato. Rimase immobile, incerto se muoversi o meno.

«Senti, Scott, fammi un favore: la tua bella non c'è in questo momento, quindi non devi fare bella figura con nessuno. Evita di contestare ogni parola che dico e seguimi» pronunciò Wolverine, definitivo.

Si voltò ed entrò nell'abitazione del senatore per vedere la situazione. Scott decise che era meglio non protestare e seguì l'uomo.

Utilizzando la sua dote, Tempesta aveva spento l'incendio e aspettava gli altri in attesa di un nuovo ordine.

«È stato troppo facile» mormorò Logan, guardandosi intorno, circospetto. Annusò l'aria con i suoi sensi sviluppati e drizzò le orecchie in attesa. Tutto si era fatto improvvisamente troppo silenzioso.

Tutti convennero con Logan: era stato troppo semplice introdursi nella casa. Davanti a loro si apriva un corridoio, reso buio dalla mancanza di elettricità.

«Monocolo, che ne dici di fare strada?» chiese Wolverine, indicando avanti a sé. La sua vista sviluppata gli permetteva, almeno in parte, di vedere al buio, ma non era abbastanza. Aveva bisogno di più luce.

Scott premette il pulsante a lato del suo apparecchio e rilasciò un raggio laser dagli occhi, che sparì lungo un corridoio e si schiantò contro il muro opposto, provocando una piccola esplosione.

«Seguitemi.»

Logan si mise in testa al gruppo e fece strada. Aveva notato, al passaggio del laser, un corridoio che svoltava a destra e lo imboccò. La luce fioca proveniente dai lampioni sulla strada rendeva migliore la visuale, in quel punto, quindi il gruppo riuscì ad orientarsi meglio. Improvvisamente, un urlo di spavento proveniente dal fondo della fila, fece voltare tutti di scatto. Uno dei mutanti che aveva preso possesso della casa aveva iniziato a correre verso di loro. Si fermò a pochi passi da Kurt, che ebbe appena il tempo di teletrasportarsi alle spalle del mutante prima che questi gli avvolgesse la lunga lingua da rana attorno alla coda. Con un colpo ben assestato, NightCrawler fece perdere l'equilibrio all'uomo che batté forte la testa e svenne.

«Ben fatto» si complimentò Ororo, sorridendogli.

«Pietro, puoi legarlo?» chiese Scott, voltandosi verso QuickSilver.

Fulmini e saetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora