“noncipensarenoncioensarenoncipensare..." continuo a ripeterlo ma invece di dimenticarmene ci penso ancora di piu, guardo il paesaggio, anzi faccio finta dI guardare il paesaggio fuori dal finestrino cerco di dimenticarmi che c'è quel paio di occhi puntati su di me. È da un po' di tempo che quello mi fissa. quanto tempo è passato? Secondi? Minuti? Forse è da quando mi sono seduta alla sua destra su questo aereo per San Francisco per andare da mia nonna. non saprei. Continuo a far finta di non vederlo, ma non ci riesco, il suo sguardo ha qualcosa che non mi lascia altra scelta che pensare ai suoi occhi penetranti, che mi trafiggono la mente come se cercasse di capire a cosa sto pensando, ma, guardando il suo sorriso, ho la strana sensazione che lui sappia cosa mi passa per la testa.
Tiro fuori il passaporto dalla tasca dei miei jeans scoloriti e inizio a rigirarmelo tra le mani. Poi lo apro: solita faccia, soliti capelli rossicci poco sotto le spalle con la frangetta irregolare, soliti occhi grandi e ambrati. E poi c'è quel sorriso. Non credeo rivedro mai un sorriso del genere dopo quello che è successo a mia madre, alla mia famigla. Sento una lacrima rigarmi il viso, poi una seconda si fa strada fino al mento. Sento che sto per scoppiare a piangere, ma ho pianto abbastanza nell'ultimo periodo e poi io sono forte e non voglio mostrarmi debole mentre un ragazzo del genere mi fissa . In effetti non ci avevo pensato ma questo ragazzo è veramente carino, non particolarmente bello ma affascinante. Credo abbia circa quattordici anni, come me. Ha i capelli castani e dei profondi occhi blu scuro ed un sorriso che sembra nascondere chissà quale scherzo. Mi sorride alzando un solo angolo delle labbra, in modo naturale, ma mi sembra quasi imbarazzato, in effetti solo ora mi accorgo che anche io lo sto fissando da chissà quanto tempo. A questo punto sono io a diventare rossa. ma cosa sto facendo? Non lo conosco nemmeno pero... non sapevo nemmeno io cosa stavo per dirmi
-Audrey...He...- quello li si è pure messo a leggermi il passaporto? Lo chiudo di scatto e lo fulmino, ma lui continua a sorridere-come Audrey Hepburn? L'attrice? Comunque almeno potresti farmi finire di leggere no?
Sembra piuttosto divertito. E questo non migliora la situazione. La cosa che mi infastidisce di più è proprio quando le persone mi prendono in giro per il mio nome, alla vecchia scuola di Londra, a quelle di Oxford, all'orfanotrofio, nonostante ci abbia passato solo poche settimane, e ora ci si mette anche questo ragazzo che nemmeno conosco. A questo punto inizio ad arrabbiarmi sul serio, in effetti però. Sono una persona che si irrita facilmente ma credo che nessuno se ne sarebbe stato li tranquillo senza far nulla al mio posto, con uno che rompe in questo modo
-Posso sapere cosa vuoi? È da chissà quanto che mi fissi e nemmeno ci conosciamo poi ti metti a guardare pure il mio passaporto?! Vuoi anche che ti racconti tutti i miei fatti personali?Ma chi sei: uno stalker?
Poi non ci capisco più nulla: inizio a sentire una voce venire dal ragazzo ma lui non sta aprendo bocca, continua solo a sorridermi in modo malizioso, eppure sono sicura che la voce è la sua. Sento un rimbombo nelle sue parole dentro la mia testa, come in una caverna."Non credo proprio che ce ne sia bisogno sai? In fondo noi non saremo proprio degli stalker ma credo di sapere abbastanza roba su di te. Spero che non ti spaventerai troppo a scoprire cosa sei e cosa ti aspetta" le sue parole mi bloccano il respiro: non so esattamente cosa stia insinuando questo qui ma sono abbastanza sicura che quello che ha "detto" non è normale.
-l'aereo sta per per decollare: si pregano tutti i passeggeri di allacciare la cintura di sicurezza e di spegnere tutti gli apparecchi elettronici. Grazie e buon viaggio.
La voce risuona nell'aereo più volte in diverse lingue, ma a me sembrano tutti solo rumori senza senso. Anche il decollo dell'aereo mi prende alla sprovvista. Non so perché, ma i miei pensieri sono tornati al suo funerale e all'incidente, nell'ultimo periodo mi succede spesso. Troppo spesso. Da quanto è vivido il ricordo mi sembra solo ieri quando ho visto il corpo immobile e pallido di mia madre avvolto tra le coperte del letto dell'ospedale.
-purtroppo l'incidente è stato fatale, non c'è più niente da fare, abbiamo provato di tutto- dice uno dei dottori -ma stai tranquilla, troveremo quel pirata della strada che l'ha ucciso e verrà punito.
Non è vero, penso, non c'è stato nessun pirata della strada! dentro di me la rabbia continua a crescere. Lo so che è una cosa stupida ma sento che è successo qualcos'altro che nemmeno i dottori sanno. L'incidente non c'entra. Lei sapeva quello che sarebbe successo. Sapeva che non sarebbe tornata a casa quella sera. L'ho visto da come mi ha guardata prima di uscire di casa, sa come mi ha stretto a sé con gli occhi lucidi e da co
poi rivedo il suo funerale. Il sole che batte sulla bara nera, tutti i parenti e gli amici che piangono, parlano della defunta, ma io non mi ricordo altro che l'angolo in cui mi ero nascosta, più arrabbiata che triste. Perché mi hai abbandonato di punto in bianco? Mi avevi promesso che saresti sempre restata con me, ad aiutarmi, invece te ne sei andata, e so che non tornerai mai più. I miei pensieri si erano ripetuti per il resto della settimana, se non per di più, però ora non restava altro che tristezza, solitudine.... Basta, devo essere positiva, speriamo per ora solo che l'aereo non cada, con la fortuna che mi ritrovo. anche dentro la mia testa, sento dell'amarezza nel mio sarcasmo.
Non vedo che l'aereo stava già andando alla velocità del decollo, quindi mi allaccio velocemente la cintura un attimo prima di vedere tutta Londra svanire sotto di me. Già soffro di vertigini, in più è la prima volta che volo e per quanto ne so, poteva anche essere l'ultima.
Guardo di nuovo di sfuggita lo strano ragazzo seduto accanto a me. Per un attimo penso che stia dormendo perché ha gli occhi chiusi, ma poi vedo che è accigliato, e anche i pugni come gli occhi, sono serrati. Ha la stessa espressione che fanno quei culturisti troppo muscolosi quando sollevavano dei pesi enormi che ho visto in tv: contratta in uno sforzo disumano, ma lui se ne stava lì ,seduto sulla sua comoda poltrona da prima classe per passare, probabilmente una bella vacanza di pasqua in America. "Sforzo fisico attraverso la mente " queste parole mi balenano nella la mente dal nulla, come se un'altra voce stesse parlando dentro di me, una specie di coscienza del sesto senso. "È come se stesse cercando di spostare o fare qualcosa attraverso la mente, ma cosa?" Non ho la minima idea di cosa la mia testa stia dicendo, è come se lavorasse da sola, come se una persona stesse parlando di fronte a me con un cervello proprio, solo che pero sono io. Un grosso sbadiglio spazza via i miei pensieri, mi sono accorta solo ora di aver dormito solo un paio d'ore prima di partire (stupido fuso orario).guardo giù dal finestrino tanto per farmi prendere un colpo che mi ferma quasi il cuore. Oceano, mare, gigantesca distesa d'acqua, o come cavolo volete chiamarla si estende sotto di noi a perdita d'occhio. Posso dire che non vado proprio matta per le altezze, e volare non è mai stato tra i miei sogni da bambina, ma se ci fossero delle nuvole mi sentirei decisamente meglio.Alla fine il sonno ha sempre la meglio su di me, faccio appena in tempo a inclinare un po' il sedile rosso e blu all'indietro che ho già chiuso gli occhi e nel giro di pochi secondi inizia il sogno. O forse dovrei dire l'incubo.
*e adesso tocca a me!*
ciao a tutti! sono emozionatissima: è la prima volta che rendo pubblica la mia storia! scusate per gli errori grammaticali, la prossima volta cercherò di farne il meno possibile >.<! arrivata a questo punto, non so più cosa dire. spero solo che vi sia piaciuta e se sì mi farebbe molto pacere se commentaste o se spargeste un po' la voce... voglio ringrazziare tutti quelli che mi hanno sostenuto e aiutato... okay direi mi fermerò qui er non annoiarvi. alla prossima!
p.s. non fatevi ingannare dal titolo: non c'e nulla di macabro o horror in quest storia. solo fantasy!
STAI LEGGENDO
i mangiatori di anime
FantasyHo sempre creduto che sarebbe fantastico avere dei poteri sovrannaturali. Ho scoperto che mi sbagliavo. Avere un Atlas è peggio di qualunque incubo. Per questo esistono le Armi a proteggerci, ma non bastano, lo abbiamo sempre negato, ma sappiamo che...