-Audrey Hered!- qualcuno da sopra la cupola mi sta chiamando. tocca a me. Tocca a me. Allora perché non mi muovo? Credo sia la terza volta che mi chiamano e Matt mi sta tirando gomitate con insistenza da non so quanto, bisbigliando a denti stretti il mio nome. Ma quando è tornato? Gli volevo almeno chiedere come era andata ma da cosa ho capito fino ad ora, è già una benedizione che sia ancora vivo. Ora che ci penso ci sono almeno un paio di ragazzi che non sono tornati indietro nel nostro spicchio, e ora quelle sedie vuote e l'idea di ritrovarmi come loro mi pesa sulla coscienza, accelerando il ritmo già martellante del mio cuore. Senza contare il fatto che ho centinaia di occhi che mi fissano e mi inceneriscono. Bella mossa Audrey, forse dovresti scrivere un libro "come farti notare facendo brutte figure", diventerebbe un best seller. Cerco di pensare solo al rumore dei miei passi ma naturalmente devo essere talmente concentrata a studiare il pavimento da non accorgermi della collisione imminente tra me e la cupola centrale di specchi. Qualcuno sta ridendo e sono sicura che una di queste voci sia quella di Jackson: Se non fossi così maledettamente spaventata, e imbarazzata per la mia figuraccia, gli urlerei contro a quel coso.
Dopo essermi riassestata dal bacio amorevole tra me e la cupola sento un formicolio che mi percorre il corpo come una lieve scossa elettrica e mi intorpidisce gli arti, poco dopo mi ritrovo risucchiata dalla cupola stessa in meno di un attimo. Cosa cavolo è successo? Certo è durato un nano secondo ma non posso essere entrata dal nulla. Credo. Inizio ad osservarmi intorno. La stanza non ha colore, No, non è bianca o nera o trasparente, ma dello stesso colore che vede un cieco. Non so se questo posto ha pareti perché sembra che potrebbe continuare all'infinito o finire davanti al mio naso. Già mi gira la testa. Al centro c'è un ragazzo ben piazzato e alto con la testa china non molto visibile , ma ho paura di sapere chi sia, riconoscendo quelle ciocche di capelli color rame dorato e quella postura sicura.
-avvicinati- non vorrei, ma devo, è come se la sua voce mi costringesse a fare quello che dice.
Stranamente non sono spaventata, solo confusa, come se mi fossi appena svegliata e dovessi andare a scuola dopo aver dormito solo un ora avendo passato la notte ai videogiochi di nascosto, e di queste cose me ne intendo. In un secondo sono da lui e di scatto alza la testa. Ora sono spaventata. Non è possibile ma sono sicura che.... Quella faccia...e quel sorriso così simile a quello della mamma.... Della nostra mamma, quella è la faccia di mio fratello. Non ho abbastanza tempo per sputare fuori nemmeno una parola, che già la sua faccia non c'è più. Sul serio, ora ogni tratto del suo viso si è dissolto nel nulla e non resta altro che una faccia vuota. Mi chiedo che droga mi abbiano dato prima di entrare qui, qualcosa per le allucinazioni....
La faccia sta cambiando di nuovo: ora è il mio ex psicologo. Ora mio padre. No è mia madre. Mi gira la testa e ho le gambe molli, non so quanto tempo ho prima di svenire. La faccia sta cambiando di nuovo ora è....La paura mi invade.
-Persona- è l'unica parola biascicata che esce dalla mia bocca mentre indietreggio velocemente, perché è proprio lui, quell'individuo con il cappuccio calato sul viso scheletrico. Appena incrociamo i nostri sguardi la ferita mi inizia a bruciare come se qualcuno la stesse toccando, pizzicando, come se lui stesse cercando di riaprire la mia ferita, e ci sta riuscendo, nonostante sia un po di metri lontano da me.
-credo tu abbia già visto abbastanza- a quanto pare devo sembrare molto divertente e patetica perché oggi nessuno fa a meno di ridere di me, compreso Persona in questo momento -farai la stessa fine dolorosa che ho fatto fare a quella traditrice di tua madre-
Ci metto un po' a realizzare quello che ha detto. Non mi sembra possibile: come può avere a che fare la mia famiglia con questi qui? Ma il pensiero di Persona che abbatte la sua falce su mia madre mi investe spazzando via ogni altro possibile pensiero lasciando spazio solo a un sapore amaro che mi impasta la bocca. Sento la rabbia che mi monta dentro come un onda che cresce inesorabilmente, pronta a sommergere qualunque cosa le si pari davanti. Il sapore di ferro e amaro che ho in gola si fonde con il salato delle mie lacrime. Dei rivoli di sangue stanno scendendo dalla mia ferita, come se la mia rabbia l'avesse fatta riaprire all'improvviso e sono sicura che tra pochi minuti i miei vestiti saranno intrisi di sangue, ma questo non fa altro che aumentare la mia ira. Lui mi ha fatto questo.
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i mangiatori di anime
FantasiHo sempre creduto che sarebbe fantastico avere dei poteri sovrannaturali. Ho scoperto che mi sbagliavo. Avere un Atlas è peggio di qualunque incubo. Per questo esistono le Armi a proteggerci, ma non bastano, lo abbiamo sempre negato, ma sappiamo che...