Capitolo VII: le coinquiline

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Se credete che mi abbiano fatto vedere il mondo la di fuori della stanza di ospedale, vi sbagliate, mi hanno portato in giro con uno stupido ascensore di metallo che potrebbe benissimo essere scambiato per un montacarichi. Per farmi alzare ce ne hanno messo di tempo ma alla fine, nonostante la ferita non sia affatto migliorata. Fatto sta che ora sono di fronte ad una porta d'acciaio con dei numeri in rilievo. 221B. Accanto a me ci sono Jackson-mister-simpatico-ti-do-fuoco- e dall'altra Aramis e Persona, che ancora mi mette soggezione con quel suo sguardo. Spirus è dovuto andare ad accogliere questo "Lettore" di cui mi hanno parlato, chiunque esso sia. Non capisco cosa stiano aspettando a bussare alla porta. Ci vuole qualche formula magica? Che he so... Apriti sesamo? Invece no, siamo qui davanti da tre minuti fermi impalati, ad aspettare che qualcuno dal sesto senso pensi "andiamo ad aprire alla porta!".

-Vanessa so benissimo che sei lì dentro e se non apri subito...- la frase di Jackson se,Bra efficace perché finalmente la porta sembra aprirsi. Non saprei come descrivere la persona che vedo ora alla porta. So solo che mi sta già simpatica. Forse per l'aria di superiorità che ha persino con Jackson, e dalla sua aria di sfida che sembra metterlo al suo posto.

-che vuoi? Ah Aramis, Persona, buon pomeriggio. Cosa volevate dirmi?- dopo le sue prime due parole dette in cagnesco al ragazzo, l'espressione della ragazza cambia radicalmente: ora sorride in modo genuino e calmo.

-Vanessa, ti presentiamo la tua nuova campagna di stanza Audrey Hered. Visto che te e Kathrine le più giovani veterane dei Soul Eater ospiterete temporaneamente questa nuova ragazza- è Aramis a parlare, mentre Persona si limita a fare un cenno di testa. Lui si che è un uomo di molto? parole eh?

-piacere! Io sono Vanessa spero che andremo molto d'accordo. Immagino che ti dovrò spiegare un po' tutto sarai molto scombussolata e stanca, poverina! Vieni entra pure, ti dobbiamo ancora preparare per la cerimonia, vuoi qualcosa di caldo da bere?- si, tutte queste parole me le sta dicendo una ragazza che avrà al massimo un anno più di me, non mia zia cinquantenne.

- bene avete circa tre ore per prepararla e spiegarle il più possibile, senza spaventarla, a dopo ragazze- mentre Aramis proferisce le ultime parole, la pesante porta si sta chiudendo dietro di me.

La stanza che ho davanti agli occhi è veramente splendida. Anche se è squadrata i quattro letti, che sono molto simili a quelli della stanza in cui ero prima, sono messi in semicerchio e nel mezzo è situato un tende armadio circolare in vetro nero. Come nella stanza d'ospedale, c'è una grande finestra coperta da una pesante tenda, mentre sulla parete opposta c'è un secondo armadio a muro con oggetti che non ho mai visto prima, come dei proiettili e quello strano coso che si usa per pulire la canna dei fucili. Il pavimento è in qualcosa che sembra parquet, ma è freddo come il marmo ed ha anche lo stesso colore. Solo due dei letti sono occupati da piumini neri appallottolati, mentre gli altri due hanno solo dei materassi nuovi, mai usati si direbbe.

-Kathrine? È arrivata la ragazza nuova! Hai finito che dobbiamo prepararla?- il tono di voce di Vanessa è improvvisamente cambiato da emozionato se allegro ad annoiato e piatto, anche il suo sorriso è svanito.

-eccomi ho finito! Arrivo subito!- siamo sicuri che questa voce sia umana? Avete presente le voci delle fatine o delle sirene dei film di Barbie? Ecco, moltiplicate la dolcezza di quelle voci per tre e otterrete la voce di questa ragazza.

La porta si è appena spalancata e subito vedo uscire in tutta furia una fata. Già, non è solo la voce, anche il suo aspetto sembra quasi finto, se non addirittura inquietante. La ragazza sarà di un anno più grande di me se no di più, ma i suoi tratti sono molto dolci, lineamenti incorniciati da degli splendidi lunghi capelli corvini.

-piacere mi chiamo Kathrine, sono l'arma di Jake, precisamente sono una...- Kathrine viene subito interrotta da Vanessa. Senza contare che non ci sto capendo nulla, come al solito. Direi che è il piatto forte di oggi far di tutto per scombussolare Audrey Hered usando frasi che per lei non hanno senso. Potrei diventare una nuova attrazione.

-Kat... Lei non sa ancora niente di... Noi- lo sguardo ammonitore di Vanessa un po' mi spaventa.

-piacere mio sono Audrey e....- non ci sto capendo nulla. L'ultima parte non l'ho detta sto cercando di fare di tutto per farlo capire con lo sguardo.

-Kat te vai a chiedere ad alcune delle maestre d'armi se hanno una divisa in più, di quelle della prima cerimonia, io intanto cerco di spiegarle il più possibile in meno tempo possibile- anche se aggiunge il soprannome invece di usare il nome completo, si vede che non scorre ottimo sangue tra loro due. Ora però mi interessa soprattutto sapere dove sono e chi sono loro.

-allora- e un lungo sospiro, certo non deve essere qualcosa di molto semplice da spiegare -secoli e secoli fa si iniziarono a formare due principali clan. Uno riuniva i più grandi spadaccini, coloro che sapevano brandire armi con molta facilità. Il secondo clan era composto da degli esseri che avevano acquisito un potere particolare, ovvero la possibilità di trasformarsi in una o più armi,che però non potevano utilizzarsi da sole, quindi non avevano alcuna utilità. Quindi, i due clan erano sempre in conflitto perché da un lato, coloro che sapevano usare le armi volevano riuscire ad utilizzare la trasformazione dell'altro gruppo, mentre le armi non volevano sottoporsi. Dopo una devastante battaglia gli spadaccini riuscirono a prendere le armi sopravvissute, ma nessuno riusciva ad ammaestrarle per così dire. Successero molti spiacevoli incidenti come amputazioni o uccisioni da parte dell'arma. Così, nel corso del tempo, Dio solo sa come, per sovrastare le armi anche gli spadaccini acquisirono poteri diversi, compatibili con l'arma, che no le permettevano di ribellarsi durante la trasformazione. Questo unico clan prese poi il nome di Soul Eater. Ci sono diverse sedi in tutto il mondo, ma questo, nella baia di San Francisco, è il punto di incontro per tutti. Ancora oggi siamo divisi tra armi, e maestri d'armi, coloro che usano un'arma scelta dall'arrivo qui fino alla morte. Qui facciamo addestramenti e poi ci mandano in missione, in superficie. Io, come Kat, sono un arma, mentre te, come Jackson sei un maestro d'armi, di conseguenza possiedi un Alas, è così che chiamiamo il vostro potere. Oggi scoprirai il tuo Alas grazie al lettore. Si potrebbe definire un talent scout per maestri d'armi- e ecco un altro sospirone. Ho ancora molte domande per la testa e sto per aprire bocca ma sento bussare alla porta.

Entra subito la Kathrine con quei suoi occhi azzurri che le brillano, chissà perché.

-trovato. Taglia credo sia quella giusta, gli stivali spero non siano troppo grandi. Menomale che c'è qualcuno che mantiene la giacca del primo rito dopo la divisione. Facciamo in fretta- a quanto pare Vanessa non mi ha spiegato proprio tutto, visto che non so cosa sia la divisione né il primo rito. Cerco di guardarle in modo spaesato ma loro sono già troppo prese dal sistemare il vestito che dovrò indossare.

*e ora tocca a me*

So che ci metto tanto, ma mi sono accorta che i miei capitoli sono estremamente lunghi quindi mi chiedo se devo accorciarli un po' per scrivere più regolarmente. Pensate che sono tutti già divisi in due o tre... ^-^" lo so questo capitolo non è un granché ma non sapevo proprio come fare per questa parte, e non credo la spiegazione "armi e maestri d'armi" sia molto semplice soprattutto per chi non ha mai visto l'anime anche se ho aggiunto il fatto degli Alas. Se trovate errori per favore avvertitemi

Smichan♪☆

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