Capitolo V: il ragazzo che giocava con il fuoco e la stanza

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Spero sinceramente che anche tutto questo sia un brutto, orrendo sogno, ma so benissimo che non è così. Quel ragazzo fa come se io non ci fossi, guarda la porta in modo molto impaziente. Da quel che ho capito uscirà di qui solo quando arriveranno le persone che ha chiamato, chiunque esse siano.

-ehm, scusa?- finalmente le parole mi escono dalla bocca, anche se ho la lingua ancora impastata.

-che vuoi?- prima il suo sguardo mi sembrava perso e quasi triste, ma deve essere stata una mia impressione perché ora I suoi occhi mi fanno piuttosto paura. Si abbina alla perfezione al modo brusco in cui mi ha parlato. Non voglio arrivare a conclusioni affrettate, ma non credo di piacergli più di tanto.

-dove mi trovo? lo so che non ti interessa minimamente il fatto che sono viva, ma questo me lo potresti dire no?- lo so, lo so: lo diceva sempre mia nonna: non dovrei parlare così con una persona che non conosco e non dovrei giudicarlo solo perché mi ha detto due parole in modo brusco, ma mi irrito molto facilmente e questo è il risultato: divento subito odiosa.

-arriveranno i Centralisti del Soul Eater a spiegarti tutto, di certo non vorranno che sia uno della classe dei Pericolosi a spiegartelo- mentre parla con quello tono di disprezzo non mi degna di uno sguardo, ma non è questo il punto: non ho capito assolutamente nulla di quello che ha detto. Vuoto assoluto. Proprio zero meno meno.

Vorrei chiedergli qualcos'altro, ma di sicuro non sarà più dettagliato di così a rispondermi, così aspetto l'arrivo di questi "Centralisti del Soul eater", qualunque cosa voglia dire. Devo dire che la stanza in cui mi trovo non è proprio niente male. Pareti e soffitto sono bianche immacolate, a parte una che è fatta interamente di vetro, anche se è coperta da delle pesanti tende (sempre bianche). riesco a intravedere uno squarcio di luce, molto forte, ma non artificiale. Oltre al mio, ci sono una ventina di letti che sembrano dividersi in due gruppi principali: quelli con la testata in vetro bianco e quelli in vetro nero. Poi ci sono altri quattro diversi gruppi, quelli dalla fodera bordeaux, beige, argentata o blu scuro. Il mio letto è l'unico completamente bianco, mentre quello accanto al mio è completamente nero, ma non sembrano disposti a caso: C'è sicuramente un motivo per cui sono state fatte queste suddivisioni.

-stanno arrivando- queste sono le ultime profonde parole del misterioso giovane maestro, mentre si alza lentamente con uno sguardo pacifico questo pensiero sarcastico mi fa quasi ridere. Finalmente nella mia testa sta tornando dell'umorismo. Una porta in lontananza sbatte con forza, come se fosse appena passata una folata di vento. Subito dopo, sento dei passi svelti di circa tre o quattro persone ma ancora non si vede nessuno. I passi sono sempre più svelti e mi sembra di sentire un brusio di voci urgenti e allegre. Non so che cosa mi accadrà, ma so che mi rimane poco tempo di pace. In questi pochi secondi milioni di pensieri che prima non avevo considerato mi passano per la testa: ci sono vie di uscita? No frena, prima di tutto mi si muovono le gambe? No, naturalmente, e non ci sono nemmeno altre porte, e comunque non farei in tempo visto che mi sento un sacco di patate. Però se sono tutti come questo ragazzo, ho la strana sensazione che non mi diranno molto, oppure non apriranno bocca e mi uccideranno direttamente. Mi sto rendendo conto di quanto i miei pensieri siano insensati? Sì. Ma forse... Non faccio in tempo a finire il pensiero e la porta si apre con un leggero cigolio. Senza chiedermi il permesso, il mio cuore inizia a battere talmente forte da sentirlo pulsare in gola. Ora capisco perché dicono "mi sento il cuore in gola". Ma perché sono così spaventata? Potrebbero essere delle bravissime persone, soprattutto se mi hanno portato in un letto comodo con qualcuno a supervisionarmi... O potrebbero essere dei serial killer che mi hanno messo una guardia/mangia fuoco per non farmi scappare per poi farmi soffrire e torturarmi fino alla morte. A volte non sopporto la mia mente, sembra abbia una coscienza tutta sua. Sono troppo concentrata nei miei pensieri per accorgermi che ci sono tre figure davanti a me. Due uomini e... Non è possibile. L'uomo al centro ha la testa coperta da un cappuccio, ma questo non mi impedisce di intravedere il suo viso scheletrico e pallido, contratto in un contorto sorriso. Una sola parola mi balena per la mente appena lo inquadro: Persona. Questo essere davanti a me è Persona. Mi basta questo pensiero, per sapere che questa storia non finirà bene

*Ora tocca a me!*

Diciamo che definire questo capitolo in ritardo è troppo poco ma tra compiti sport e altri impegni non riesco nemmeno a rimettere a posto i capitoli che avevo già scritto! Questa volta ho ricontrollato quindi spero non ci siano errori... Comunque credo che riuscirò a scrivere un capitolo ogni fine settimana d'ora in poi perché ho meno impegni e meno compiti e cercherò anche di fare i capitoli più corti. Se vi è piaciuta la storia commentate ^_^(^ω^)

Alla prossima!

Smichan☆♪

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