Capitolo III: salto nel vuoto

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L'aereo sta cadendo. Il fischio del vento copre perfino tutte le urla di panico che rimbombano nell'aereo. Vorrei gridare pure io come stanno facendo tutti i passeggeri, mettermi a piangere con loro, ma sono troppo impaurita per muovere un dito. Intorno a me tutto il caos si muove a rallentatore. Non ci capisco più nulla. Avrei preferito farmi uccidere dalla falce di quel tizio nel sogno piuttosto che vivere questo incubo. Giuro che non tornerò mai più su un aereo in tutta la mia vita. Certo che non ci salirai più, penso, sei sul punto di morirci sul primo su cui sali! Non sono molto positiva eh?

Sono riuscita ad alzarmi. Le gambe mi tremano non so per quanto mi sosterranno. Sbatto subito la testa contro il sedile davanti al mio e sento il sangue caldo colarmi dalla narice sinistra. Che genio che sono. Un consiglio per tutti: mai mettersi in piedi mentre un aereo precipita. Sembra che anche quello stalker accanto a me non abbia intenzione di restare seduto con la sua espressione orgogliosa, Perché si alza nello stesso momento in cui io vado a sbattere con la spalla contro il finestrino.

-sei stato te vero?- come ha fatto non lo so, ma sono sicura che è stato lui a mettere fuori circuito tutto l'aereo.

Lui non si gira nemmeno a guardarmi e sorride maliziosamente: ma che ha da sorridere? Non so se lo ha capito ma qui stiamo per morire tutti.

-intuitiva la ragazza! Ho fatto un bel lavoretto eh?-

Questo è matto da legare, ve lo dico io.

-mi sa che dobbiamo andare però. Peccato è stato il mio lavoro migliore- e sospira, come a dire "oh il crudele destino!"

Non credevo che quando aveva detto "dobbiamo andare" intendesse che mi avrebbe trascinato verso l'uscita d'emergenza senza paracadute insieme a lui, pronto a buttarsi nell'oceano. Ormai l'aereo è vicinissimo all'acqua. Troppo vicino.

-No! Aspetta! Frena! Frena! Perché dovrei venire con te? E senza paracadute?- dico senza pensare, intanto cerco di strattonarlo verso di me per fermarlo, ma è più forte di quanto credessi.

- quando scenderò dall'aereo questo gioiellino decollerà come nuovo!- sta urlando per farsi sentire sopra il vento, ma riesco comunque a capire a malapena quello che dice.

-allora vacci da solo!- a me sembra ovvia come risposta, ma lui mi fissa come si avessi detto che i marziani stanno ballando il cancan mentre ci aspettano sui loro dischi volanti. Scuote la testa come per dire, per te non c'è proprio speranza e poi fa finta che non abbia aperto bocca.

-perfetto! Loro ci stanno aspettando più o meno qui! Siamo abbastanza in basso da romperci al massimo qualche costola!- lo spiega come se fosse un nulla in confronto al dolore che prova normalmente.

-ma che cavolo di problemi hai? Non mi ucciderò senza motivo solo perché me lo dice uno sconosciuto!-

Lui non mi risponde e la cosa mi preoccupa. faccio bene a preoccuparmi. apre la portiera scorrevole d'emergenza quasi senza fatica e si butta di sotto, trascinandomi dietro. Il contatto con il vento che sferza è così forte che non mi fa respirare e sento che sono sul punto di volare via per poi ricadere come Un pezzo di piombo, ma il ragazzo con cui mi sono buttata, mi correggo, il ragazzo che mi ha trascinata e costretta a buttarmi di sotto, mi trattiene con le mani ben salde e mi grida qualcosa, ma non sento niente. Vedo solo le sue labbra muoversi con un espressione allarmata. Mancano 15 metri. Non ce la faremo mai. 10 metri. Sono praticamente già morta. Sette metri. Certo che sono proprio pessimista. 3 metri. Inalo più aria possibile e cerco di non stare con la pancia rivolta verso la distesa azzurra ma non ce la faccio. Più ci provo e più il mio viso si ritrova vicino al mare. Non ho più possibilità. Appena entro in contatto con l'acqua gelida sento che ogni minuscola parte del mio corpo viene frustata violentemente. una fitta che mi brucia e mi scalda dentro mi percorre da un braccio all'altro passando per lo stomaco. L'esatto punto dove mi aveva colpito Persona. Oh no. Ecco i puntini neri. Prima di iniziare a vedere sfocato, vedo delle ombre in lontananza, che si muovono guizzanti nell'acqua verso di me, ma non possono essere che frutto della mia immaginazione. Alzo la testa sopra di me per vedere la poca luce che filtra, ormai lontana. Anche se solo per un secondo, mi si schiarisce la mente. Quello che ho fatto in aereo non era un sogno. Poi, il buio assoluto.

*tocca all'autrice!*

Questo capitolo l'ho scritto sul telefono e non so come fare il grassetto qui sopra quindi sembra parte del capitolo ma non so come fare. Spero che vi piaccia e... Domani o questa sera posterò il prossimo!

Ciaoooo

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