capitolo II : L'incubo

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Il mio primo pensiero?Questo sogno è decisamente  troppo realistico per i miei gusti. Prima di tutto mi guardo intornom sono in un corridoio fatto con il pavimento a scacchi bianchi e neri, come le pareti, percorse da un centinaio di porte fatte in vetro opaco. "Perche vetro? Il legno costa molto meno" lo so che non è un pensiero molto intelligente ma mi sembra logico no? Ok forse no.

le pareti e il soffitto formano un unico semicerchio che continua fino a dove la mia vista potesse arrivare, e probabilente anche oltre. Non so se in fondo c'è qualcosa o continua semplicemente all'infinito. Che posso fare? Cerco di aprire la prima porta a destra. Chiusa a chiave. Quella a sinistra? Chiusa anche questa. Quella dopo? Chiusa. Non sarò un indovina ma Inizio ad avere la strana sensazione che siano tutte sigillate. Un fumo improvviso appare dal nulla. Certo, ovvio, sono in un corridoio infinito e di conseguenza qualcuno cerca di soffocarmi, inizio a tossire come una forsennata, tanto da finire in ginocchio cadendo come un sacco di patate. Lo so che sembra stupido, ma dal dolore che sento nelle gambe per via della caduta, mi accorgo che questo non è solo un sogno. Vedo apparire una figura davanti a me. Dalla forma si direbbe che sia Voldemort. Forse ho visto un po' troppi film di harry potter nell'ultimo periodo. Finalmente il fumo si dilegua. Meno male. Sarei potuta morire soffocata da un momento all'altro.

-da quanto tempo non si vedeva un atlas Da queste parti- forse il suo aspetto è molto.... scheletrico, ma la voce che viene da sotto il cappuccio del mantello nero pece sembra quella di un diciottenne molto divertito.

-senti avrei un paio di domande da farti. Uno, chi sei. Due, che vuoi dalla mia vita. Tre, cosa hai detto che sarei io?- io cerco di fare la spavalda in ogni situazione, anche nei sogni, la verità è che sono spaventata a morte, anche se è solo un incubo. Forse. Ma che sto a pensare? Certo che è un incubo, io sono sull'aereo per San Francisco, sulla mia bella poltrona comoda. Credo.

-non credo ti servirà molto sapere chi sono io visto che non vivrai abbastanza a lungo, comunque mi chiamo Persona- e già ci avviamo verso la stranezza: voglio dire. Persona? Ma che razza di nome è? -non è che voglio qualcosa dalla tua vita, io voglio la tua vita-

l'allarme stramberia sta suonando a tutto volume questo qui ha dei problemi, dei problemi seri, qui ci vorrebbe uno psicologo. -in più sapere cosa sei non ti aiuterebbe ad attivarti, vivrai senza conoscere il tuo atis, che spreco- spero di potergli chiedere qualcos'altro invece che fa? Ba-bum! E dal suo braccio destro iniziano a spuntare una serie di quattro o cinque lame ricurve dal nulla, tanto lucide da riflettere tutto il corridoio. Me compresa. Non so se essere spaventata, scioccata, o schifata. Beh non ho il tempo di nessuno dei tre perché ho la strana impressione che ne abbia tirato fuori quelle lame solo per guardare nel riflesso se il suo cappuccio era sistemato a dovere. Faccio la cosa più intelligente e semplice che mi viene in mente, inizio a correre. Per un pelo non vengo schiacciata da un muro che compare dal nulla. Sono a circa venti centimetri dallo sbarramento di cemento. Persona mi raggiunge in un millisecondo. non l'ho nemmeno visto arrivare. I miei riflessi sono pi attivi del solito, perché quando lo scheletro incappucciato cerca di tagliarmi in due con un movimento del braccio, mi muovo abbastanza velocemente da non farmi affettare. Non mi ha neppure sfiorato. No invece mi ha molto più che sfiorato, il torace, il collo e le braccia mi sanno andando a fuoco, inizio a vedere rosso. No ora è a puntini. Mi manca il respiro. Sto per buttarmi a terra per aspettare il colpo di grazia, invece sento solo una scossa del pavimento e poi mi sento scuotere. Inizio a vedere la luce e potrei anche essere morta, ma ci sono troppe urla per essere in un altro mondo. Sento il terreno mancare sotto i piedi. Sono stata una sola volta sulle montagne russe e la sensazione era la stessa. Continuo a sentire qualcuno che mi scuote. Ma che vuole ancora da me quel ragazzo? Già mia da noia mentre sono sveglia e ora anche mentre dormo. Ora gliene dico quattro. Il suo viso è raggiante come se fosse riuscito a fare chissà che cosa.

-ce l'ho fatta!- la sua voce così allegra è coperta da urli strazianti e spaventati di tutti i passeggeri. Tutto in questo succede in pochi secondi ma... no non è possibile. ''cosa sei riuscito a fare? Che vuoi da me?'' glielo vorrei chiedere ma la risposta è davanti ai miei occhi. È riuscito a sabotare l'aereo, ne sono certa. Stiamo precipitando.

*e ora tocca alla scrittrice...*

ecco il  secondo capitolo! in reltà doveva essere insieme a l'altro capitolo ma mi sembrava troppo lungo così ho deciso di tagliarlo... ora sto rimettendo a posto il secondo capitolo che pero anche quello verrà diviso in due. credo che farò coisi per tutti. ringrazio tutti quelli che hanno potuto leggere il primo capitolo, anche se non vi conosco vi voglio già bene! al prossimo capitolo!

Smi

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