11. Rotto

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Katsuki's P.o.V.

"Quel pezzo di merda figlio di una puttana... deve morire... MORIRE!" penso preso da una furia omicida, mentre mi fiondo su quel bastardo, che cade a terra dato che non ha schivato in tempo.

S: "Oh... Adesso ci divertiamo noi! SOFFRI BASTARDO, SOFFRI PER TUTTO QUELLO CHE NELLA TUA VITA DI MERDA HAI FATTO AD IZUKU!"
Ed inizio a picchiarlo a mani nude, fregandomene di usare il mio Quirk, volendo solo rendere il più lungo e sofferente possibile il suo supplizio.

<Bakugou! Smettila!> ordina la voce di Gravitina.
"Ah sì? Dovremmo fermarci? Beh, sai che ti dico? QUESTO PEZZO DI MERDA NON MERITA PIETÀ!" sbraita A.

Sì, proprio A ha sbraitato.
L'hippie diabetico A mi ha esortato a ferire questo figlio di puttana ancor di più.
Il ghigno sul mio volto si allarga: chi sono io per non seguire i caldi suggerimenti di A?!

Questo Stronzo non prova neppure a muoversi, prendendosi tutti i colpi ridendo di gusto, mentre il sangue gli invade la bocca.
Sonic mi prende da sotto le ascelle e mi allontana da quel pezzo di merda ("merita di morire, morire, morire!"), mentre Gravitina mette delle manette anti-Quirk allo stronzo.

<Sei arrestato per pluriomicidio, coinvolgimento con mafia e criminalità, sequestro e... stupro. Hai diritto al silenzio.> recita Gravitina, tremando all'ultimo reato dello Stronzo.

Però, quello lì continua a ridere mentre viene sollevato e portato fuori. Dice fra le sghignazzate crudeli: <Forse ho sbagliato a lasciare libero il marmocchio, ma tanto quello che volevo io l'ho già ottenuto e nulla potrà togliermelo!> e continua a ridere, mentre viene spinto in avanti da una disgustata Gravitina, che lo consegna ad un altro Hero.

<STAMMI LONTANO! MUORI!> strilla una voce, la sua voce.
Mi volto e vedo Izuku seduto che, stringendosi al lenzuolo, come a scomparire coperto da esso, fissa con aria assassina e pazza Tetsuya, che si era avvicinato per confortarlo e che si allontana spaventato a quelle parole.

Izuku si é spezzato.
E questa volta totalmente.
Se alle superiori era rimasto integro perché, di fatto, l'abuso era stato tentato ma non subito; adesso nella sua mente non ha vie di scampo o di salvezza.

Devo parlarci, devo aiutarlo.
Non posso perdere Izuku, non a causa di un pezzo di merda come quel bastardo.

Faccio qualche passo in avanti e lo richiamo per nome. Lui mi guarda ad occhi spalancati, così vividi e lucidi, e strilla: <VATTENE, VATTENE, VATTENE! NON TI MERITO, NON TI MERITO, NON TI MERITO!>

<Perché dici questo, Izuku?> chiedo pacato, facendo un altro passo in avanti.
Izuku arretra nel letto, nel vano tentativo di mettere più distanza fra noi.

<Lui... lui... lui...> ripete "lui" e basta, senza dire cosa ha fatto. Non ci riesce, non vuole ammetterlo.
<Sono sporco... Io... sono sporco. Non ti merito... Tu non ti meriti... una bambolina. Un giocattolo... qualcosa da essere usato e riempito a piacimento...> e singhiozza, disperato.

Mi avvicino, fino ad appoggiare un ginocchio sul letto. Non si muove, sta lì a piangere. Gli altri non parlano od intervengono.
Sono consci di essere impotenti.

Mi siedo in ginocchio sul letto e lo guardo per mezzo minuto, aspettando. Poi gli appoggio una mano sulla spalla nuda e segnata da marchi (morsi lasciati con forza, per dimostrare a tutti che si era preso quello che voleva) e lui non si sottrae; piange più forte e ripete <<sono una bambolina...>> e <<Kacchan, non ti merito...>>.

Mi fa male, terribilmente male, sentirgli dire ciò.
Lui, il raggio di sole di chiunque, così disperato e bisognoso di aiuto.
Per una volta, sarò io l'eroe col sorriso e non lui.

Lo tiro in un abbraccio e dico vicino al suo orecchio, senza sussurrare (deve sentirlo bene, forte e chiaro): <Tu non sei una bambolina, Izuku. Tu sei mio marito. Non sei un oggettino usato e da usare. Sei una persona, una fantastica persona; solo pochi a questo mondo possono vantare di essere simili a te.>

Sento il suo respiro piu calmo contro il mio petto.
Si sta calmando. Sta andando bene.
Io sto andando bene.

Perciò continuo: <E io ti merito come tu ti meriti me perché ci amiamo, Izuku, e il vero amore va oltre qualsiasi cosa. Tu mi hai perdonato più di un decennio di stronzate volontarie, quando avresti potuto mandarmi a fanculo e basta. E come potrei dire di amarti se non ti perdonassi, anzi, se non lasciassi da parte, un qualcosa che non avevi voluto e a cui sei stato costretto a partecipare?>

<Kacchan... io...> pigola fra i singhiozzi, guardandomi negli occhi.
Quello sguardo così ferito... é da quando avevamo 15 anni e aveva tentato di togliersi la vita che non glielo vedevo addosso.

Lo bacio delicatamente sulle labbra, un semplice stampo e dico a fior di labbra: <Ti amo Izuku, ti amo con tutto me stesso. So che tu non hai voluto nulla. Tu non hai colpe. Tu sei mio marito. E ti meriti me, come ti meriti di essere felice. Tu meriti tutto il meglio del mondo.>

Mi guarda e, piangendo con più forza, poggia la sua testa contro la mia spalla e piange, strindendosi a me.
Attorno a noi c'è silenzio, ma io odo chiaramente i suoi singhiozzi sempre più lievi. Ad un certo punto alza la testa.

Mi sorride, in modo dolce e caloroso.
Con una mano tremante mi sfiora la guancia.
Mi bacia delicatamente e sussurra: <Ti amo.>

Poi, si appoggia di nuovo alla mia spalla e sento che il suo respiro diventa regolare nel giro di poco. Lo stacco leggermente da me e vedo che dorme.
Tolgo le lenzuola da sotto il materasso e gliele avvolgo attorno, per poi sollevarlo.

Attorno a me ci sono solo sguardi feriti per la fragilità, il dolore e la disperazione nell'aver visto in quello stato una persona così solare come lui.
E anche un briciolo di speranza, speranza che tutto si risolva per il meglio.
Però non so quanto possa rivelarsi veritiero questo sentore.

<Qualcuno sa come rimuovergli il collare dal collo senza svegliarlo o ferirlo?> chiedo, rompendo il silenzio.
<Vediamo se avevano qualcosa per farlo di sopra...> propone Acidella a tono contenuto (cosa molto poco da lei).

Annuisco mentre lascio che lei vada per prima su per le scale e la seguo, con tra le braccia Izuku. Pesa, certo, é comunque un 30enne abbastanza alto con una quantità di muscoli invidiabile, ma manco per il cazzo che lo lascio.

Sento qualcosa, o per meglio dire qualcuno, che mi tira per la maglia e, abbassando lo sguardo, vedo accanto a me sui grandi scaloni di pietra, Tetsuya con uno sguardo da funerale.

<Papà... starà bene?> chiede tremante
<Di fisico, sicuro. Di testa... non ti so proprio dire.>
<Papà... mi odierà ancora da sveglio?>

<Questo dipende da lui. Hai tradito lui, hai tradito me, hai tradito tutto il mondo degli hero se per questo, ma é anche vero che sappiamo l'hai fatto da ingannato. E lui sa bene cosa significa venir raggirato da quella persona.> spiego, fissando avanti a me.

<In conclusione... non sai nulla.> asserisce il bimbo.
Sospiro ed annuisco.
Il futuro é, come sempre, un'incognita.
Ma so già bene che in quella grande incognita sono presenti numerose spine che feriranno me, Izuku, Tetsuya (probabilmente) e forse tutto quello che ci é attorno.

Il futuro é un unico alone di buio imprenetrabile.
Spero solo di trovare una luce prima o poi.
E che essa non sia la dolce e crudele bugia della Morte prematura.



N/A: dai, su, non manca troppo al finale...

C'é una luce nel buio?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora