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Il viaggio prosegue sciolto, con la mia costante preoccupazione verso Jungkook. Appena il comandante da l'ordine di allacciare le cinture, capisco che è arrivata quasi l'ora dell'atterraggio, infatti, dopo pochi minuti, sento le rotelle dell'aereo appoggiarsi sull'asfalto della pista d'atterraggio, sobbalzando leggermente nel morbido sedile. Appena si ferma del tutto mi affretto a prendere il borsone che avevo messo nell'apposito sportello e scendo dall'aereo prima di essere preceduto da anziani troppo lenti. Salgo sbrigativo sull'autobus e dopo tre minuti parte per poi fermarsi di fronte alla porta scorrevole dell'aeroporto.  Ripasso i controlli ed esco finalmente da quella struttura troppo affollata per i miei gusti.

Appena mi fermo in un punto tranquillo chiamo il numero di Jungkook, sperando che mi risponda il ragazzo di prima.

«Pronto?» dice.

«Sono appena atterrato, come funzionano qui le cose?» dico non capendo dove fossero i taxi.

«Aspettami, arrivo subito, fatti trovare fuori dall'aeroporto tra dieci minuti.»

«Sono già fuori» ammetto.

«Bene, allora aspettami» risponde per poi chiudere la chiamata.

Rimango ad aspettare con l'ansia che sale sempre di più, notando dopo una Jeep rossa fermarsi davanti a me.

«Sali!» dice il ragazzo con cui ho comunicato fin'ora, capendolo dalla voce.

Non me lo faccio ripetere due volte e salgo.

«Yoongi l'ha sentito o visto?» domando mentre parte e l'aeroporto si fa sempre più lontano.

«No, anche lui è molto preoccupato.»

Che cavolo pensa di fare quel ragazzino?

«Avete provato a cercarlo nei posti che frequenta di solito?»

«Sì, ma di lui nessuna traccia» ammette.

«L'unica cosa che abbiamo trovato in camera sua è questo foglio...forse tu riuscirai a capire quello che ha scritto» dice estraendo un fogliettino di carta piegata dalla sua giacca e porgendomelo.

Lo afferro e lo apro, rimanendo confuso dalle parole indecifrabili scritte e senza un filo logico tra di loro.

«Abbiamo cercato di decifrarlo ma non ci siamo riusciti, magari tu ci riuscirai essendo che sei il suo ragazzo.»

«Ex» dico correggendolo «ma ci proverò ugualmente!»

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