Los Angeles li ospitò più del dovuto.
Piaceva così tanto ad Emma, piaceva così tanto a Timothée.
Ed avevano il loro letto comodo, lì; ed avevano le loro colazioni abbondanti.
Si scordarono di abbandonare la piccola auto dall'intonaco scrostato su entrambi gli sportelli, dall'andatura lenta.
Si scordarono di abbandonarla, da qualche parte, nel mezzo al nulla, per poi noleggiarne un'altra.L'uomo dall'accenno di calvizie sul capo, una giacca beige chiusa sul petto ed i due piccoli occhi chiari, era disposto ad aiutare i due ragazzi su qualsiasi cosa.
Los Angeles.
La città degli attori.
E fu durante la loro seconda settimana in quella città, che le maschere caddero dai volti.
Kendall, il proprietario della villetta in fondo a quella lunga via, aveva fatto vedere ad Emma Pretty Woman, non appena aveva scoperto che la ragazza non lo aveva mai visto.
"È una cosa inaccettabile" le aveva detto.
E così Emma, verso la fine di quella seconda settimana, chiese a Kendall di accompagnarla a Rodeo Drive, per poter camminare sui passi di Julia Roberts.
E Timothée rimase da solo nella villetta in fondo a quella lunga via, quel giorno.
Accese la tv, poi soffiò sul giradischi nel soggiorno e lo riutilizzò dopo chissà quanto tempo.
Ma quando salì le scale di legno, per entrare nella prima camera sulla destra, fece soffermare lo sguardo sulla stanza in fondo al corridoio.
Che stanza è? Si chiese.
Non la aveva mai vista, neanche di sfuggita, neanche per sbaglio.
Non era mai aperta, la sua porta, neanche un millimetro, neanche per sbaglio.
Ed il ragazzo sorpassò la prima camera sulla destra, piano, poi continuò verso l'ultima.
Ed i suoi occhi la osservavano attenti, la porta chiusa.
Poi la mano destra si posò sulla maniglia, ghiaccia, la abbassò.
E poi la stanza si presentò davanti a lui, in un baleno.
Era uno studio, un grande studio: una scrivania in noce, una poltrona in pelle rossa, qualche scaffale, una parete ricoperta di sughero.
E gli occhi di Timothée si bloccarono là, sulla parte. E sembravano pietrificati, come quelli di una statua, mentre il naso smise per qualche secondo di respirare.
E sentì il pavimento sotto i piedi sprofondare, giù, giù.
Los Angeles.
La città degli attori.
E c'era una sua foto, fermata da uno spillo su quella parete, e c'era una foto di Emma.
C'era l'appartamento di Notting Hill, c'era il pub dove lavorava Timothée, c'era il viso del meccanico, c'era la Ferrari appena tirata fuori dall'acqua dell'Egeo, c'erano articoli di giornale, c'erano post-it troppo lontani per permettere al ragazzo di leggerli.
E lui camminò piano fino alla scrivania. Piano perché i piedi pesavano, perché le gambe non riuscivano a muoversi.
C'era un distintivo, sopra il legno di noce:
George Watson:
detective, Polizia di Los AngelesE c'era il volto di Kendall, sopra.
Ed erano stati fregati.
A Los Angeles.
La città degli attori.Cosa sta aspettando? Si chiese Timothée in quel momento.
Cosa aspetta ad ammanettarci?Poi pensò ad Emma, ed in quel momento pregò Dio che fosse davvero arrivata a Rodeo Drive.
E non aveva mai pregato Dio, non ci aveva mai neanche creduto. Ma in quel momento venne spontaneo, lo fece senza rendersene conto.
Forse perché non aveva nient'altro da fare, forse perché valeva la pena provare.
Strappò i fogli dalla parete: ogni singola foto, ogni singola prova.
Poi corse nella prima stanza sulla destra, dopo le scale di legno: raccolse quelle poche cose che appartenevano a loro.
Emma tornò nel tardo pomeriggio, con il sorriso sulle labbra, l'amore ancora più grande per Los Angeles.
E si diceva che lì lei non sembrava senza radici, lui non sembrava un assassino.
Forse perché era la città degli attori, e quello era un altro film.
Ma Timothée la svegliò, quella notte, appena la villetta venne avvolta dal silenzio.
E lei tornò senza radici, lui tronò un assassino.
Ed i due scapparono da quella città, scapparono da quella Los Angeles.
Los Angeles.
La città degli attori.
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Torna a casa || Timothée Chalamet
Krótkie OpowiadaniaE quando persino Londra le diventa troppo stretta, non le importa più di cosa sia giusto e di cosa no: scappa con lui.