XXI

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E continuarono a viaggiare.

Prima con una barca, poi con una moto, poi con una vecchia auto.

Lei con la frangia ed i capelli biondi, lui con gli occhiali scuri sul naso.

Lei senza radici, lui un assassino.

Ma sorridevano, ridevano, parlavano fino a notte fonda, sotto il cielo stellato di chissà quale città. Sembravano in vacanza.

Ed alla fine andava bene così:
lei senza radici, lui un assassino.

E sembrava che fossero fatti per quello.
Che fossero nati per scappare, per girare il mondo veloci, per non affezionarsi ad un luogo, per non appartenere a niente e a nessuno.

E sembrava che fossero fatti per quello: lei senza radici, lui un assassino.

E passarono il carnevale a Rio: lei Audrey Hepburn, lui Jack lo squartatore.

E salirono fino alla cima più alta del Machu Picchu, in Perù: urlarono forte verso il cielo che sembrava potessero toccare con un dito.

E tifarono a squarcia gola, un giorno, per una squadra di hockey che non conoscevano, a Toronto: lei la maglia dei Toronto Maple Leafs, lui il cappellino.

E nuotarono nell'Ocean Indiano, appena dopo le spiagge bianche del Madagascar: lei lo fotografò con la polaroid bianca, con un pesce appena pescato in mano.

Emma ebbe un'indigestione di sushi, a Tokyo, Timothée le allontanò i capelli dal viso, mentre vomitava.

E lì comprò una cartolina, la ragazza. E scrisse quell'indirizzo, con le mani che le tremavano: l'indirizzo dove era cresciuta, l'indirizzo da cui aveva deciso di scappare, prima ancora di abitare a Londra.

"Un giorno ci torniamo insieme", aveva scritto dietro la foto di quell'immensa metropoli, alla madre. Non le importava veramente di dirle quella frase, era solo un modo per dire "ehi, tranquilla, sto bene".

E nuotarono nella barriera corallina, in Australia: lei le pinne troppo grandi, lui una gopro in mano.

E si persero ad Istanbul, risero perché nessuno capiva la loro lingua.

E dormirono in un giardino, ad Hong Kong: Timothée aveva strappato un fiore e glielo aveva regalato.

E scappavano, veloci, da uno stato all'altro: lei senza radici, lui un assassino.

E la polizia continuava a cercarli. Ma nessuno sapeva dove fossero .

E passarono il Natale a New York, nella New York di Timothée.

«Allora, è così bella come dicono
tutti?» gli chiese lui, sorridendole.

«Nessuna voce su di lei può riuscire a descrivere quanto è bella» disse lei.

E passarono il Natale a New York.

E' qui che tutto andò a rotoli.

A New York, nella grande mela, sotto la neve bianca e gli alti grattacieli:

lei senza radici, lui un assassino.

Torna a casa || Timothée ChalametDove le storie prendono vita. Scoprilo ora