Clara

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Caro Dottore,

mi dispiace averVi fatto preoccupare. Queste lettere sono per me uno spazio a noi riservato, e vista la pace che avete la capacità di infondermi in ogni situazione, credo dovremmo tenere fuori i miei frequenti sbalzi di umore.
Piuttosto parliamo di questa nuova estate. Ogni anno giunge carica di aspettative e mi delude puntualmente. Ho sempre provato venerazione per l'estate, per il suo essere così cinematografica e poetica. Ma mi accorgo che mi dona solo una piccola percentuale del suo intero e ciò che resta è solo noia, fastidio e inadeguatezza. Il mare è ad appena sette chilometri da qui ma il solo pensiero di tuffarmi in una folla di persone mi stringe il cuore. Vorrei starmene semplicemente sola, o quantomeno in buona compagnia. Voi cosa fate quando vi sentite così? Ammesso che vi ci sentiate mai. Diverse volte Vi ho sentito parlare di un'amica. Se aveste una relazione con qualcuno me lo fareste sapere, o sbaglio? Non che io debba necessariamente saperlo, ma lo troverei corretto da parte Vostra. Alle volte penso che vi vantiate di avere una grande trasparenza che poi non avete.
Perdonate le mie parole, sono davvero stanca. Andrei a dormire oggi per svegliarmi a settembre, arrabbiata e carica di obblighi. Attendo con una particolare forma d'ansia una Vostra risposta.

Rimetto a Voi i miei pensieri,
Clara

Lettere alla solitudineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora