Ettore

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Sono ormai due settimane che non ti vedo, due settimane che mi sento l'unico superstite di un terribile naufragio su un'isola sperduta e dimenticata da Dio. Del resto lui si è dimenticato di me, oppure se ne ricorda soltanto quando vuole togliermi tutto ciò che mi dà gioia.

Dolce ed eterna Clara, luce del mio cuore, anima mia, dove sei? Si è fermato il tempo, io mi sento schifosamente vecchio e tu non sei qui. È finita la tua magia su di me ed è finito tutto. Il cielo mi ha punito per quando ti dissi che ti avrei preferita nelle braccia di qualcun altro, qualcuno migliore di me. Ma tu sapevi che era un'ignobile menzogna.

Sono ad un passo dalla follia, Clara. E per fortuna nessuno a parte te conosce i miei deliri, altrimenti ti scriverei dal manicomio. Non faccio che rileggere le tue lettere, cerco disperatamente un motivo, un segnale che mi avrebbe dovuto aprire gli occhi. Ma non trovo niente. Ci sei solo tu, per me, solo tu nei miei sogni, solo tu nei miei scritti, solo tu nel mio lavoro, nella mia vita, in tutto. Ci sei tu al mattino mentre guardo il muro bianco della mia camera e non solo penso di odiare la mia vita ma anche che dovrei cambiare quel colore del diavolo e che di sicuro lo farei scegliere a te, mia musa, mia felicità. Ci sei tu sempre, sempre, sempre. Non credo di potercela più fare.

Senza speranza,

Ettore

Lettere alla solitudineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora