Sento la sveglia suonare, e lentamente apro gli occhi. Ma subito dopo li richiudo, e ricasco nel mondo dei sogni. Sento qualcuno che mi tocca la spalla e mi sveglio di soprassalto. Spalanco gli occhi e vedo che è solo mamma.
"Svegliati, tesoro" mi dice con dolcezza "è ora di colazione. Preparati, noi ti aspettiamo giù." mi sorride e poi sussurra "pancake con mirtilli, i tuoi preferiti."
Sorrido e le rispondo "Ok, ti voglio bene mamma"
Mi da un bacio sulla fronte e dice "Anche io te ne voglio, tesoro" poi lascia la stanza.
Mi alzo, faccio per prendere la mia divisa di istituto, quando compare nella mia stanza Cinque.
"Te l'ho detto un miliardo di volte, non teletrasportarti nella mia stanza senza permesso" dico imbarazzata, al solo pensiero che se fosse arrivato pochi secondi dopo probabilmente mi avrebbe vista mentre mi cambiavo.
"Lo so, ma lo sai che mi piace darti fastidio" dice scherzando lui.
Tra tutti i componenti dell'accademia, lui è l'unico che mi accetta davvero. Non gli importa se sono diversa da lui, se non sono speciale quanto lui. Mi vuole bene, e gliene voglio anche io...più di quanto pensa.
"Allora, devi dirmi qualcosa di importante? Perché sai dovrei cambiarmi." sento le guance scaldarsi ogni secondo di più.
"Che lenta che sei, io in due secondi ero già pronto"
"Sarei più veloce se non ci fosse un ragazzo che si intrufola nella mia stanza proprio nei momenti meno opportuni" il mio imbarazzo cresce a ogni parola.
"Beh, vedi. Ho scoperto come utilizzare il mio potere per i viaggi nel tempo" mi dice entusiasta.
"Wow, hai già provato?" chiedo, sinceramente felice per lui.
"In realtà ci sono troppi fattori di cui tenere conto per viaggiare nel tempo, per questo volevo proporlo a papà, così lui potrà insegnarmi come evitare degli inconvenienti nel viaggio."
"Ah" dico con una sorta di delusione nella voce.
"Ora è meglio che ti cambi e che andiamo" cambia discorso lui.
"Beh, allora dovresti uscire."
"Giusto" sembra strano, ma credo che ci sia una nota di imbarazzo nella sua voce.
Mi cambio in fretta, probabilmente gli altri saranno tutti giù ad aspettarci.
Esco, guardo Cinque come per invitarlo ad andare, ma lui mi blocca, trascinandomi verso di lui.
"C-cosa...?" balbetto arrossendo.
"Hai la cravatta fatta male. Aspetta, che te la metto a posto."
Sto ferma, immobile, a guardarlo armeggiare con la cravatta. Il cuore inizia a battere ad un ritmo assordante. Ho paura che possa uscirmi dal petto, o peggio, che Cinque se ne possa accorgere.
"Fatto" dice ad un certo punto, interrompendo i miei dilemmi interiori.
"G-grazie" mi sorride, poi mi prende per mano e ci dirigiamo verso la sala da pranzo.
Il contatto delle nostre mani mi provoca una raffica di brividi, che mi percorrono tutta la schiena.
Se solo il tragitto dalla mia stanza alla sala da pranzo fosse più lungo.
Eppure eravamo già lì.
"Cinque. Sette. Perché questo ritardo?" chiede severo nostro padre.
Le nostre dita intrecciate si sciolgono all'istante, ed ecco un improvviso freddo inondare il mio corpo.
Cinque risponde a nostro padre, ma sinceramente non sento le sue parole, l'unica cosa a cui riesco a pensare è il modo in cui i nostri compagni ci stanno fissando. Klaus e Ben sono forse gli unici che non hanno fatto caso alle nostre mani. Diego mi sta fulminando con lo sguardo (sinceramente non ne capisco neanche il motivo), Allison sta dicendo qualcosa all'orecchio di Luther, e a giudicare dalla risata soffocata di quest'ultimo, Allison ci sta prendendo in giro. Vado a sedermi, a testa china. Cinque mi lancia un occhiata dispiaciuta, poi la sua espressione muta improvvisamente: da dispiacere diventa determinazione.
Si volta verso papà, e inizia un discorso riguardante la sua idea di viaggiare nel tempo. Ma a quanto pare neanche la determinazione di Cinque riesce a smuovere la freddezza di nostro padre. Iniziano una discussione accesa, fino a quando Cinque non si stufa e se ne va, arrabbiato.
"Cinque! Torna subito qui!" inizia a sbraitare papà.
Ma non è molto difficile da capire: Cinque non tornerà più, se farà ciò che so che ha intenzione di fare.
Senza neanche pensarci, mi alzo e corro a raggiungere Cinque. Non voglio perdere l'unico amico che ho.
Sento mio padre urlarmi dietro, ma io a malapena lo sento.
Vedo Cinque correre per il marciapiede, si sta preparando al salto temporale.
"Cinque! Cinque, non farlo, ti prego! Cin..." metto male il piede destro, prendendomi una storta, e cado per terra.
"Vanya!" sento dei passi arrivare verso di me, ma sono incredibilmente lontani. Eppure la voce continua a gridare il mio nome. La voce di Cinque. Significa che non mi ha abbandonato.
Sorrido, prima che il male alla testa diventi più forte, e che l'oscurità si impossessi di me.
Apro gli occhi, un po' confusa. Sento la testa che mi scoppia.
Mi guardo intorno, e mi rendo conto di starmi muovendo, ma non con le mie gambe. Mi sta portando qualcuno in braccio. Alzo la testa per scoprire chi è: è Cinque.
"C-cinque" sussurro, ho la gola secca.
"Non ti preoccupare, Vanya, due minuti e siamo a casa. Hai fatto un brutto volo" sorride, eppure in quel sorriso non vedo altro che preoccupazione. Preoccupazione per me.
"Mi gira la testa"
"Chiudi gli occhi e non pensare più a niente, vedrai che starai meglio."
Seguo il suo consiglio, ed ecco diventa tutto nero.
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SPAZIO AUTRICE
Hey guys!❤
Dato che shippo tantissimo Cinque e Vanya, però non ci sono delle storie riguardanti loro due in italiano, ho deciso di farne una io!
Ditemi cosa ne pensate nei commenti e lasciate un stellina!⭐
Al prossimo capitolo, bye!✨
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Extraordinary [Five x Vanya]
FanfictionLa vita di Vanya è sempre molto monotona, la sua normalità la rende sbagliata all'interno dell'Umbrella Academy. L'unica cosa che la rende felice è la consapevolezza di avere Cinque al suo fianco. Fino a quando un giorno, dopo una lite con il padre...