Il pomeriggio passa in fretta, troppo in fretta per i miei gusti, e quando si tratta di fare cena nessuno di noi, o per meglio dire di loro, ha voglia di andare di sotto dopo quello che è successo.
"Cinque, dobbiamo andare" cerco di convincerlo io, che forse sono l'unica a non avere un motivo valido per non volerci andare.
"Tu non capisci Vanya, io non voglio vedere neanche per un secondo di più il viso di quello schifoso" dice amareggiato Cinque, riferendosi a nostro padre.
"E' pur sempre tuo padre, nostro padre"
"Sì, nostro padre, che ci avrebbe fatto morire pur di fare la sua bella figura, e che se l'è presa con noi perché per una volta il pericolo era troppo grande per dei semplici tredicenni" è furioso.
Gli poso un mano sulla guancia e gli dico dolcemente: "Lo so, Cinque, hai ragione, ma ti prego, vieni anche tu. Non lasciarmi da sola con gli altri, lo sai come sono fatti."
Sembra quasi che lo abbia convinto, quando sento bussare alla porta.
"Accidenti" si lascia sfuggire Cinque: teoricamente non potrebbe stare nella mia stanza (a meno che non sia quell'ora di svago che ci concede nostro padre).
"Nasconditi" sussurro.
Lui si rannicchia sotto il letto, e io vado a vedere chi c'è alla porta.
Apro, e scopro che è la mamma.
"Ciao, mamma" dico sulle spine, pensando a cosa mi vorrà mai dire. E se avesse scoperto che Cinque non è nella sua stanza?
"Tieni la cena, tesoro" mi da due piatti.
Sto per obbiettare, ma lei mi fa l'occhiolino, ed io immediatamente comprendo la situazione.
Mormoro un "grazie" e chiudo la porta.
"Cinque, puoi uscire adesso"
"Ci ha scoperti?"
"Sì, ma per questa volta lascia passare"
Gli do il suo piatto, e ci sediamo sul letto per mangiare.
"Stavo morendo di fame" dice Cinque, con la bocca piena.
"Anche io" rispondo, ricordando che non tocco cibo dall'ora di pranzo.
"Sai, mentre ero là fuori, a rischiare la vita per l'ennesima volta, l'unica cosa a cui pensavo eri tu. Ero preoccupato di non riuscire a tornare da te" ammette Cinque, lasciandomi del tutto sorpresa, con la forchetta ferma a mezz'aria.
Metto il piatto da parte, e incateno i miei occhi ai suoi. Con la mano cerco la sua, e dopo un paio di secondi lui l'afferra. Gli sorrido dolcemente.
"Cinque, la stessa cosa vale per me. A dire la verità, per me è così ogni volta che siete in missione" lo abbraccio, e percepisco in un primo momento una certa sorpresa da parte sua. Poi sento le sue braccia avvolgermi e il mio cuore perde un battito.
Rimaniamo così per un paio di secondi, fino a quando la porta non si spalanca bruscamente.
"Numero Cinque! Che cosa diavolo ci fai tu in questa stanza!" la voce dura di mio padre ci fa staccare bruscamente l'uno dall'altra.
"Papà, non stavamo facendo niente..."
"Chiudi il becco, numero sette! A te ci penserò dopo!" non ne posso più di essere trattata male da lui.
Cinque si alza dal letto, intendo a rispondergli per le rime. Ma io mi metto in mezzo.
"Numero sette, hai forse intenzione di sfidarmi?" mi dice irritato mio padre.
"Sono stufa di te e dei continui maltrattamenti nei nostri confronti! Non siamo le tue cavie da laboratorio, e questa non è una gabbia in cui non ci possiamo neanche parlare tra di noi! E inoltre io ho un nome, chiaro? Io sono Vanya, ma mi fa pure schifo tenermi il tuo cognome. Io ti odio! E..." neanche il tempo di finire la frase, che papà mi tira uno schiaffo in faccia. Per la potenza del colpo subito, io perdo l'equilibrio e cado. Noto solo ora la presenza degli altri che curiosano da dietro la porta, probabilmente sentendo tanto baccano sono venuti a vedere che succede.
Cinque corre immediatamente verso di me.
"Vanya! Stai bene?" mi chiede, e io scoppio a piangere.
Cinque mi prende tra le sue braccia, e mi stringe forte.
Sento la voce furiosa di Diego, che fino a questo momento non ha fatto altro che ignorarmi e trattarmi con superiorità, difendermi.
"Ma, papà, come hai potuto farlo!" continua a ripetere indignato e arrabbiato.
Accanto a lui c'è un Klaus un po' stordito, vicino ad un Ben preoccupato.
Luther e Allison se ne stanno in disparte, invece, incerti se mettersi in mezzo o meno.
Papà si limita ad andarsene, stufo di tanto caos. E tutti vengono verso di me.
"Vanya, non sai quanto mi dispiace" sento la timida voce di Ben dirmi, con una nota di rammarico.
"Ti ha fatto male?" domanda invece Diego, accanto a me, sfiorandomi la guancia dove papà mi ha picchiata.
"Adesso un po' meno" mormoro io, tanta gentilezza da parte sua non me l'aspettavo proprio.
Cinque mi aiuta ad alzarmi, e una volta ringraziato tutti per avermi aiutata, uno ad uno escono dalla stanza.
Fino a quando non rimaniamo solo più io e Cinque.
"Ti va di restare qui, a farmi un po' di compagnia?" gli chiedo timidamente.
"Certo" mi sorride teneramente, prima di venire accanto a me nel letto.
Ci corichiamo, mi mette un braccio intorno alle spalle, e io dopo pochi secondi mi addormento con la testa appoggiata contro il suo petto, con il rumore del battito velocissimo del suo cuore di sottofondo.
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SPAZIO AUTRICE
Hey guys!💖
Rieccomi con un nuovo capitolo, dopo una vita che non aggiorno!
Mi vorrei scusare tantissimo per la lunghissima attesa, ma spero che ne sia valsa la pena❤
Quindi, vi è piaciuto il capitolo?
La storia vi sta piacendo?
Piccola domanda: personaggio preferito in TUA?
Io non lo so, li amo tutti troppo😂
Cooomunque, rispondetemi nei commenti, e nienteh.
Bye💋
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Extraordinary [Five x Vanya]
FanfictionLa vita di Vanya è sempre molto monotona, la sua normalità la rende sbagliata all'interno dell'Umbrella Academy. L'unica cosa che la rende felice è la consapevolezza di avere Cinque al suo fianco. Fino a quando un giorno, dopo una lite con il padre...