Capitolo 8

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Niccolò's pov.

Finita la canzone Elena corse da noi. Abbracciò me. Poi strinse a sé fede e Adriano.
E: allora? Com' è stato? Chiese entusiasta, questo non era il suo primo album, ma col successo non si sa mai quale canzone può andare bene e quale no, quale sarà in giro per tanto tempo e quale verrà subito scartata.
F: devo dire la verità? SEI STATA BRAVISSIMA, SPIEGAMI COME FAI A CANTARE COSÌ disse Federica euforica, Elena sorrise soddisfatta, poi si girò ad Adriano
A: sei stata stupenda l'abbracciò, lei ricambiò e poi guardò me
E: sentiamo il parere del grande Ultimo, non sia troppo cattivo però eh disse scherzando, ressi il gioco, mi misi la mano al mento grattandolo e alzando gli occhi al cielo
N: mhhhh, diciamo che sei stata decente la guardai scherzo, SEI BRAVISSIMA COME SEMPRE dissi prendendola dai fianchi e sollevandola in aria, la ripresi al volo e la baciai
E: wow, era da tanto che non lo facevi mise le braccia al mio collo e strofinò il suo naso sul mio
N: vuol dire che lo farò più spesso la presi dai fianchi e la baciai
E: Peter dov'è? Chiese sorridendo
N: dorme, devo tornare a casa per preparargli da mangiare disse abbracciandola
E: io torno un po' più tardi oggi, devo registrare e montare delle cose disse abbassando leggermente gli occhi, le dispiaceva rimanere tanto tempo lontana da me e Peter, le alzai il viso
N: la baciai stasera stiamo tutta la notte insieme dissi, lei sorrise e annuì
E: va bene, ora devo andare amore, cucina per bene a Peter eh disse scherzando, mi baciò e a malincuore si allontanò da noi.
A: andiamo a casa? Ho una certa fame pure io eh disse Adriano toccandosi la pancia e facendo labbruccio, sospirai
N: si, adesso torniamo salutammo tutti e uscimmo dall'edificio.

Tornando a casa Federica mi fece altre domande su Elena, sulla sua carriera e arrivò a quando partì per venire a Roma
F: ma quando è venuta qua che è successo? Chiese Federica non sapendo cosa avevamo passato, mi fermai di scatto, quella era una cicatrice che non era del tutto chiusa. Potevano passare anni, decenni e secoli, ma non si sarebbe mai chiusa quella ferita. La ferita di lei che quasi morì e la ferita della morte della mia migliore amica.
F: scusa, non dovevo chiederlo, avevo visto che Elena aveva delle leggere cicatrici sulla schiena e volevo chiedere, ma non dovevo, scusate... Chiese lei amareggiata, io non volevo parlarne, ma dovevo, non poteva essere una cosa così nascosta, era una cosa successa, doveva venire fuori prima o poi, e poi Federica ormai era parte della nostra famiglia, doveva sapere. Feci un sospiro.
N: no, no, puoi chiederlo, te lo dirò, anzi io e Elena te lo diremo, è solo che è un tasto dolente per noi, sono successe cose molto brutte, ci fa male parlarne, ma non può rimanere una cosa segreta per sempre. Quando Elena tornerà a casa te lo diremo, tu sei parte della famiglia ed è tuo diritto saperlo sorrisi forzatamente, lei si limitò ad annuire.

Tornammo a casa dopo poco. Entrai velocemente in casa e andai a svegliare il bambino. Lo presi e lo portai sul divano, insieme ad Adriano a Federica. Chiesi a loro di badare al bambino per qualche minuto, inventando la scusa del bagno. Corsi in camera. Chiusi a chiave. Mi misi a sedere sul letto. Le mani fra i capelli. La testa bassa. Feci un sospiro. Ciò che accadde con Claudio faceva ancora male. Era una di quelle cicatrici su cui metti mille cerotti, ma che non passa mai. Buttai la testa all'indietro. Non ci pensare, non ci pensare, non ci pensare mi ripetei, chiusi gli occhi, strinsi i denti. Flash. Il corpo di Elena steso a terra. Sangue ovunque. Un taglierino. Uno stronzo. Puttana. Troia. No. Incisi sulla sua schiena. Le lacrime. Le urla. Un coglione in fuga. L'episodio mi tornò alla mente. NICCOLÒ, È TUTTO PASSTO, BASTA, NON CI PENSARE riprovai a ripetermi. Flash. Elena minacciata da lui che aveva un taglierino al collo. Francesca che la salva. Prova a difendersi. Viene accoltellata. Claudio che si butta dalla finestra. Elena che si fiodna da Francesca. Lei che sorride e vola via. Elena che piange e urla. Un altro ricordo. Le lacrime cominciano a scendere da sole. DIO, NICCOLÒ BASTA, TI PREGO SCORDATI DI CIÒ CHE È SUCCESSO Mi ripetei in testa COME CAZZO FACCIO A DIMENTICARLO Quasi urlai, scossi la testa velocemente. Le lacrime continuavano ad uscire. Mi alzai dal letto. Ora basta, non posso ripensarci, siamo andati avanti e ora stiamo bene dissi sicuro, sospirai e entrai nel bagno vicino alla camera. Mi guardai allo specchio. Quel ricordo era come se fosse diventato realtà. Gli occhi erano rossastri per il pianto. Le gote erano altrettanto arrossate e i capelli erano scompigliati. Misi un po' d'acqua sulle mie mani e sciaquai il mio viso. Indossai la maschera della persona sorridente e tornai dagli altri.

Arrivai in salotto, Adriano e Federica mi guardarono interrogativi.
F: tutto bene? Abbiamo sentito urlare chiese Federica preoccupata, annuii
N: si, era un video del telefono dissi inventando una scusa, Adriano mi guardò non molto convinto, lo guardai e annuii, lui sospirò, aveva già capito il perché delle mie urla, si alzò e mi abbracciò.
N: allora piccolo, che vuoi mangiare? Mi rivolsi al bambino che giocava con delle macchinine
P: io voglio la carbonara perfavore disse sorridendo convinto, annuii e gli scompigliai i capelli.
A: hai bisogno di aiuto? Mi chiese Adriano avvicinandosi a me, che ormai ero ai fornelli
N: ehm... No, tranquillo dissi io sorridendo forzatamente, lui se ne accorse, mi si avvicinò all'orecchio
A: Niccolò, lo so che adesso stai pensando a quella cosa, ma ci sono io, Elena e Federica, io te e Elena abbiamo vissuto quella cosa insieme, siamo andati avanti, lo faremo anche adesso, dai nic, siamo una famiglia forte mi abbracciò, ricambiai
N: bhe ora fammi finire di cucinare la carbonara che c'ho fame pure io dissi sorridendo

Dopo aver cucinato la carbonara misi i piatti a tavola, tutti ringraziarono. Peter si leccò i baffi e dopo avermi dato un bacio sulla guancia iniziò a mangiare il delizioso piatto.
N: allora? Mi è venuta bene? Chiesi entusiasta, tutti annuirono
P: papà, è buonissima, ma la mamma cucina tutto più buono disse il piccolo, ancora non sapeva parlare bene, ma si capiva abbastanza
N: ah si? Allora non ti faccio vedere una cosa dissi facendo il finto arrabbiato
P: noooo, voglio vederla disse lui abbracciandomi dal collo
N: devi dirmi che vuoi tanto bene a papà dissi io sorridendo
P: voglio tanto tanto tanto bene a papà disse sorridendo, si aggrappò alla mia schiena adesso me lo mostri? Chiese lui facendo gli occhioni
N: appena finiamo di mangiare ti mostro questa cosa dissi felice, ero sicuro che il film da cui avevamo preso il suo nome gli sarebbe piaciuto

Passarono giusto 20 minuti prima di finire di mangiare. Mi misi a lavare i piatti insieme a Federica e Adriano.
A: appena finiamo di fare i piatti torniamo a casa disse Adriano sorridendo, annuii e sorrisi anche io
N: potete andare anche adesso, tanto abbiamo finito indicai il lavandino ormai vuoto, loro annuirono.
Mi abbracciarono entrambi, salutarono il piccolo Peter e uscirono di casa. Mi stesi sul divano di pelle in salotto.
P: adesso possiamo vedere quella cosa? Chiese il bambino posizionandosi al mio fianco e appoggiandosi al mio petto, sorrisi e annuii. Presi il telecomando e misi il film Peter Pan. Prima di farlo partire gli dissi due cose
N: allora amore, questo è il film da cui io e tua madre abbiamo preso ispirazione per darti il nome, per noi ha molto significato questo film, quindi se ti piacesse io e lei saremmo molto contenti sorrisi e feci partire il film

Spazio autrice
Scusate se stanotte non ho pubblicato niente, ma ero andata a una festa e sono tornata tardi. Ditemi che ne pensate di questo nuovo capitolo. NON SIATE SILENZIOSI❤️

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