Capitolo 14

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Niccolò's pov.

Mi misi alla guida della macchina. Non guardavo Elena direttamente negli occhi, ma sapevo perfettamente che era in pensiero per Peter. Anche io lo ero. Un bambino così piccolo, ammalato di una malattia così grave. Così tante medicine, orari da rispettare, la sua vita e la nostra non sarebbe stata più la stessa. Ciò non avrebbe cambiato, però, che lui avrebbe raggiunto comunque i suoi sogni.

Senza accorgermene arrivammo a casa, Elena non aveva nemmeno per un momento smesso di guardare il vuoto. Poggiai la mano sulla sua gamba. Lei scosse la testa e mi guardò. Sorrise.
E: sai, mentre cercavo il dottore ho incontrato una donna, sua figlia è malata di leucemia, ha bisogno di un trapianto disse sorridendo leggermente probabilmente mi prenderai per pazza, ma mi sono offerta per fare gli esami per il trapianto disse poi sorridendomi ancora di più, la guardai negli occhi, la luce che avevo visto il primo giorno che la incontrai era forte, avevo capito che era, per lei, la cosa giusta da fare. Sorrisi e la strinsi a me.
N: se tu hai visto in quella donna qualcosa che ti ha detto di fare ciò, va bene, io so che tu su queste cose non sbagli, è sicuramente la cosa più giusta da fare dissi baciandole in cui punti il viso, lei mi sorrise e mi strinse ancora più forte.
E: portiamo Peter in casa abbassò gli occhi tra poco deve prendere le medicine le feci una carezza sul viso
N: Elena, ce la faremo, te l'ho già detto, andrà tutto bene la baciai, sorrise debolmente e aprì lo sportello.

Entrai in casa dopo aver preso in braccio Peter. Lo poggiai sul suo lettino. Guardai il suo dolce visino, molto simile a quello di sua madre, sorrisi. Mentre lo scruta o attentamente, Peter, aprì gli occhi, se li stropicciò. Mi guardò attentamente.
P: papà, siamo andati via da quella brutta stanza, vero? Chiese con voce impastata col sonno, sorrisi
N: certo amore, adesso siamo a casa dissi sorridendo, fra poco è ora di cena annuì, stavo per uscire dalla sua stanzetta
P: papà, stasera cenano con noi lo zio e la zia? Chiese sorridendo
N: adesso li chiamo e glielo chiedo, ok? Rispondi felice, lui annuì e sorrise ancora di più.

Uscii dalla sua cameretta. Presi il telefono e composi il numero, che ormai sapevo a memoria, di Adriano.
A: ehi, Nì, che si dice? Peter sta bene? Rispose dall'altro capo del telefono Adriano
N: si, tutto a posto, siamo appena tornati dall'ospedale, Peter chiedeva se stasera venite a mangiare da noi dissi io felice
A: volentieri, finiamo di prepararci e veniamo rispose entusiasta Adriano
N: fianimo? Vi stavate vestendo? O il contrario? Chiesi io malizioso, sapevo di poter scherzare in questo modo con Adriano, era il mio migliore amico e potevo dirgli qualsiasi cosa
A: pensa a te e alla tua ragazza tu, stiamo arrivando disse scherzando, chiuse la chiamata, sorrisi pensando alle sue parole e andai in cucina.
N: amò, stanno venendo a cenare con noi anche Adriano e fede dissi io abbracciandola da dietro, lei inclinò la testa all'indietro, appoggiandola sulla mia spalla, facendo in modo di vedermi
E: lo sapevo già, era prevedibile, quindi ho già preparato per cinque disse ridendo, presi le sue guance e iniziai a giocarci, lei fece il labbruccio, io non aspettai altro, la baciai e morsi il suo labbro
E: quand'è che potrò mordertelo io il labbro? Chiese sorridendo, io feci finta di pensare
N: mhhhh, quando mi coglierai impreparato le feci la linguaccia, lei scosse la testa, poi si girò al contrario e continuò a girare il sugo nella padella. Appoggiai le mie mani sui suoi fianchi, provocandole dei brividi sulle braccia, misi la testa nell'incavo del suo collo e sussurrai al suo orecchio
N: lo sai che ho una voglia tremenda di te? Spiegami come fai a stregarmi ogni volta che sorridi sorrise, vidi sulle sue guance formarsi delle lievi fossette, le sue fossette erano piccole, quasi invisibili, solo i più attenti le notavano. Io ero uno di quelli, ed ero stato fortunato a notarle. Perché ogni volta che sorrideva, quelle fossette, rendevano il suo sorriso ancora più perfetto. Le baciai l'angolo della bocca.

Mentre io ero intento a darle delicati e dolci baci sul collo entrò Peter in cucina.
P: mamma, papà, quindi gli zii vengono? Guardai l'orologio, poi riportai lo sguardo sul bambino
N: si, appena finiamo di mangiare devi prendere una medicina dissi poi correndo verso di lui. Presi il bimbo a sacco di patate.
N: allora Peter, vuoi cadere? Dissi io ridendo, sentii la fragorosa risata del bambino, mentre cercava di dimenarsi sulla mia spalla
P: no no disse ridendo voglio volare, papà io sono come Peter Pan, fammi volare disse prendendo la posizione di volo di Peter
N: si signor capitano dissi io, lo riportai pochi secondi a terra, lo ripresi dalle braccia, e iniziai a farlo girare in aria, la sua risata riempiva le pareti, Elena ci guardava dolce.
P: papà, ma trilly? Chiese il bambino, ci pensai un attimo, poi mi venne un'idea.
N: spugna chiamai il cagnolone, rimasto nella cuccia tutto il giorno, era davvero diventato pigro quel cane
P: spugna è trilly? Chiese confuso Peter
N: no, l'amichetta di Spugna è trilly, sai la cagnolina della signora di fronte? Quella è un'amichetta di Spugna, si chiama trilly dissi io fiero
P: si abbassò all'altezza del cucciolo (se così si può chiamare il cagnolone) mi raccomando, fai tante piccole trilline con la tua amichetta, ma non dimenticare nemmeno gli spugnetti, se no poi le trilline si sentono sole disse in tono serio, mi trattenni dalle risate per la sua affermazione, lanciai uno sguardo a Elena, che stava morendo dalle risate. Si teneva la pancia per quanto aveva riso.

Pochi minuti e sentimmo suonare il campanello.  VADO IO Urlò il bambino correndo verso la porta, che aprì con gioia. Saltò letteralmente addosso ad Adriano, che si dovette appoggiare al muro per non cadere.
A: ehi, amore, come stai? Scomligliò i capelli a Peter, che non aveva intenzione di staccarsi da lui

Spazio aurrice
Ho fatto ora il capitolo perché stasera ho un compleanno e non so se sarò lucida per scrivere. Ditemi cosa ne pensate. Spero vi stia piacendo la storia. NON SIATE SILENZIOSI ❤️

forse era destino 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora