Capitolo 10

348 19 7
                                    

Elena's pov.

Feci una foto e mi appoggiai alla porta ad osservare la scena. Mi avvicinai al divano, feci una carezza al viso di Niccolò. Mi morsi il labbro. Era così fottutamente bello mentre dormiva. Era di una bellezza assurda. Aprii lentamente gli occhi. Sorridendo alla vista di me che lo accarezzavo. Senza svegliare il bambino mi tirò dal braccio, portandolo a baciarmi. Mi accarezzò il viso dolcemente.
N: che ore sono? Chiese a bassa voce, per non svegliare il bambino
E: sono le nove di sera, ho fame, penso il piccolo debba mangiare prima di addormentarsi, se no stanotte si sveglia per la fame dissi io a Niccolò. Lui annuii dolcemente e si alzò spostando delicatamente il bambino sul divano. Per fortuna non si svegliò. Avremmo prima cucinato, e poi lo avremmo svegliato.
N: cuciniamo a modo nostro? Disse lui guardandomi maliziosamente
E: Niccolò, ma c'è il piccolo in casa dissi io arrossendo, ogni volta che mi faceva complimenti o proposte di qualsiasi genere arrossivo violentemente
N: ma mi manca il tuo corpo sul mio disse lui abbassando il viso, glielo alzai e lo baciai
E: facciamo che ci faccio un pensierino dissi andando in cucina dopo avergli scoccato un occhiolino.

Appena andai in cucina mi misi il grembiule. Presi una pentola, che si trovava all'ultimo cassetto, piegandomi lievemente in avanti. Nel mentre mi piegavo mi sentii prendere i fianchi, mi alzai di scatto, sussultando per l'improvviso contatto. Arrossii. Mi si avvicinò all'orecchio e sussurrò mi piace farti questo effetto sorrise dolcemente e maliziosamente. Mi rigirò tra le sue braccia, facendomi sbattere la testa sul suo petto. Il suo profumo mi invase le narici, facendomi perdere il controllo. Lo baciai dolcemente, ma questo bacio perse ogni castità e purezza. Te l'avevo detto che lo volevi pure tu mi sussurrò all'orecchio lui. Certo che lo voglio idiota, io ti voglio e ti vorrò sempre, non dimentico mai la prima volta che facemmo l'amore, e tutte me volte che la seguirono furono sempre meglio, perché se ci sei tu, tutto è meglio dissi dolce, stringendolo a me. Cuciniamo adesso? Però non ti staccare da me dissi io, lui annuì. Mi girai verso i fornelli, riempii, prima, la pentola d'acqua, poi la misi a cuocere. Dopo poco buttai la pasta. Niccolò era sempre attaccato a me, mi stringeva i fianchi, quando giravo la pasta mi stringeva la mano e mi baciava il collo. Lo amavo. Era tutto ciò di cui avevo bisogno. Con lui avevo pure fatto una famiglia, in quel momento stavo bene. In quel momento potevo dirmi felice davvero. Mi girai verso di lui e lo baciai. Ti amo sussurrai al suo orecchio, anche io disse a sua volte mentre mi baciava. Scolai la pasta e la misi in tavola, ovviamente dopo averla condita col sugo.

Andai in salotto, dove il bambino dormiva ancora. Lo svegliai.
E: ehi piccolo, sveglia che è pronto lo scossi lievemente. Lui aprì un occhio, poi l'altro. Si alzò in piadi lentamente. Iniziò ad andare alla cucina. Non disse niente, iniziò a barcollare. Cadde a terra. Niccolò si accorse e andò verso di lui, seguito da me. Lo scosse velocemente
N: Peter, Peter svegliati disse lui scuotendo il bambino
E: Niccolò andiamo in pronto soccorso dissi io richiamando il ragazzo, dovevamo rimanere lucidi, non potevamo lasciarci andare in quel momento.
Presi il braccio il corpo inerme del bambino e corsi in macchina. Niccolò mise subito in moto. Spinse sull'acceleratore con tutta la sua potenza. Avevo in braccio il corpo del bambino, lo cullavo tra le mie braccia stiamo arrivando in ospedale, tranquillo gli ripetevo accarezzandogli il viso e i capelli. Resisti ripetevo ancora. Niccolò era concentrato sulla strada, dovevamo essere veloci, uno svenimento del genere non poteva di certo essere provocato da un semplice calo di zuccheri.

Arrivammo in ospedale. Scesi dal macchina. Venni aiutata da Niccolò a portare il bambino in sala. Appena dentro Niccolò iniziò a chiamare i medici vi prego venite, è urgente disse lui mentre le lacrime minacciavano di scendere sui nostri occhi. Un'infermiera accorse, che succede chiese allarmata?!, Niccolò le spiegò la situazione, l'infermiera fece un cenno al dottore. Lui arrivò velocemente, guardò il corpo del bambino e lo prese in braccio, strappandolo dalle braccia di Niccolò.
D: lo porto a fare dei controlli, torniamo subito disse il dottore freddo, io e Niccolò ci mettemmo a sedere sulle scomode sedie del pronto soccorso. Misi le mani fra i capelli. Le lacrime che tratteneva iniziarono ad uscire a raffica. Niccolò mi abbracciò, mi strinse forte e mi diede dei baci sulla testa. Anche lui piangeva, piangeva tanto, tutti e due eravamo spaventati. Cos'era successo al nostro bambino? Mi chiesi più volte. Non sapevo darmi risposta. Appoggiai la testa sulla spalla di Niccolò. Dovevo chiamare Adriano e dirgli ciò che era successo. Composi il numero, che ormai sapevo a memoria, sul mio cellulare. Pochi squilli e rispose.
A: Ehiii Elena, dimmi tuttoooo disse entusiasta della chiamata, sentii il mio respiro pesante e si fece serio cosa succede chiese poi preoccupato
E: Peter, Peter si è sentito male, ora siamo in pronto soccorso dissi io con voce rotta dal pianto ti prego venite supplicai il ragazzo, sapendo che con lui c'era Federica
A: arriviamo disse serio, chiuse la chiamata. Il silenzio di quella stanza fece aumentare, però, il rumore dei miei pensieri. Un ronzio continuo, rumore di parole, messe a caso nella mia testa, domande senza risposte, dubbi. Scossi la testa, le lacrime ricominciano il loro cammino. Bagnando le gote, ormai rosse, del mio viso. Niccolò, altrettanto scosso, mi asciugò le lacrime
N: andrà tutto bene, vedrai disse stirando un sorriso, anche con le lacrime agli occhi e il mondo che gli crollava addosso cercava sempre di far stare bene gli altri.
E: ho paura dissi per poi far ricadere il silenzio nella stanza. Niccolò mi strinse a sé. In qualche minuto arrivarono anche Adriano e Federica, chiesero cosa fosse successo. Io non riuscivo a parlare, ogni volta che ci provavo venivo interrotta dai singhiozzi, così fu Niccolò a spiegarli cosa fosse successo.

Spazio autrice
Non mi odiate, vi voglio bene. Capitoli notturni mood. Ditemi che ne pensate. NON SIATE SILENZIOSI. Prima avevo sbagliato ad aggiornare e si era salvata la storia a metà😂❤️

forse era destino 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora