un'allenamento non tanto bello...

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Mi trovavo a scuola è non stavo neanche ascoltando la lezione del professore di matematica, in realtà stavo pensando a ieri, quando ho visto Byron di nuovo, neanche lui aveva capito del perché me ne fossi andata via dalla Zeus, speravo con tutto il cuore che almeno lui lo capisse, ma non era così è l'ho avevo potuto constatare proprio ieri.
Perché era venuto? Di certo non era per cortesia, perché io so come è fatto, se fosse stato per cortesia lui avrebbe giocato contro tutti i giocatori e non solo contro di me, magari lui voleva vedere i progressi che avevo fatto, ma scacciai anche questa idea dalla mia testa è ritornai a guardare il cielo con gli occhi spenti ma che cercavano ancora una risposta da avere per tutti quei pensieri che mi giravano per la testa..

Pov's Jude
Facemmo degli esercizi alla lavagna e il professore chiamò alcuni di noi.
Mi accorsi che Sara non era stata per niente attenta alla lezione, mi girai per guardare i ragazzi, per avere qualche spiegazione indicando la ragazza seduta a due banchi davanti a me, gli altri non sapendo niente scossero la testa in segno di negazione e si misero anche loro ha guardarla.
Il professore la chiamò diverse volte ma lei non lo ascoltava anzi era proprio con la testa tra le nuvole, dopo averla chiamata per ben cinque volte il professore si arrese e chiamò qualcun'altro al suo posto e quel qualcun altro era Mark, che si alzò e iniziò ha lamentarsi con il professore.
Chissà cosa le passava per la testa, la continuai a guardare finché non suonò la campanella, questo significava che era ora di allenarsi..
Lei sembrò non sentirla così andai verso di lei, la chiamai e lei sembrò riprendersi subito dai suoi pensieri
Sara: hey Jude, mi stavi chiamando da molto scusa se non ti stavo ascoltando?
Io: in realtà sono appena arrivato, dobbiamo andare ad allenarci
Sara: ah già è vero l'allenamento.
In tutta risposta le presi dolcemente la mano e la portai fuori dalla classe in direzione del campo dove i ragazzi ci stavano aspettando.

Pov's Sara
La mia mano stretta in quella di Jude, stavo sognando oppure era la verità, si forse stavo sognando..
Raggiungemmo in fretta il campo e notai che mancavamo solo noi, guardai ogni singola parte del campo e mi ritornarono in mente alcune scene di ieri, quando Byron aveva il pallone tra le gambe, quando mi disse che mi voleva di nuovo in squadra con lui ed io avevo detto di no, perché è vero io alla Raimon Junior High mi trovo bene ma che dico bene mi trovo benissimo, ho dei compagni fantastici, una squadra fantastica, delle amiche fantastiche e un allenatore che ti capisce al volo senza che tu gli dica niente.

l'allenamento era iniziato ed eravamo sempre le stesse squadre di ieri, non riuscivo a concentrarmi e non era tanto difficile da immaginare il motivo, ogni volta che mi muovevo vedevo Byron davanti a me, vedevo il suo sorrisetto malvagio e pieno di sfida, mi immaginavo lui fare le sue tecniche d'attacco, mi immaginavo io e lui contro e che lui vinceva, vedevo lui da per tutto.
Inclinai la testa verso il basso, perché.. perché vedevo Byron da tutte le parti, perché anche se lui mi aveva fatto del male, io ci tenevo comunque, questo proprio non me lo spiegavo, all'improvviso mi trovai Axel davanti a me con sguardo infuriato..
Axel: ma si può sapere cosa ti prende? ci spieghi perché ieri nell'allenamento che abbiamo fatto eri perfetta ed ora non riesci a prendere nemmeno un pallone, e per colpa dell'angioletto che ci è venuto ha trovare ieri? anche oggi in classe eri con la testa sulle nuvole, eravamo tutti preoccupati per te ma sai chi era preoccupato per te più di tutti, Jude, lui era stra preoccupato per te, voleva capire cosa ti stava succedendo, ma forse lo abbiamo capito..
Io: scusatemi ragazzi, ma io oggi non riesco ad allenarmi è più forte di me..
Mentre dicevo queste parole mi andai a sedere in panchina, con lo sguardo spento più di prima, pensando alle parole di Axel e con tutti gli occhi puntati su di me.
L'allenamento passò in fretta, non salutai neanche gli altri e imboccai la strada per tornare a casa.
Per i giorni successivi non andai a scuola e manco agli allenamenti, avevo detto a mia madre che non stavo tanto bene e lei mi credette, era facile ingannare i propri genitori..
Per quei giorni rimasi a letto a pensare a tutto quello che era successo..
Mamma: oh ciao ragazzi, siete venuti qua per Sara, ultima porta sulla destra.
Chissà chi è alla porta, ma neanche il tempo di pensarlo, che mi ritrovai tutta la squadra comprese le ragazze nella mia stanza...
Mark: hey come stai?
Io: ciao ragazzi, ora va meglio e voi?
Axel: noi stiamo bene
Jude: io non ti credo..
Rimanemmo tutti sorpresi all'affermazione di jude..
Jude: tu stavi benissimo, non sei venuta a scuola per un'altro motivo, ci spieghi il perché
risi nervosamente..
Io: sono così prevedibile per te vero Jude, sai i miei genitori ci sono subito caduti alla bugia dello stare male, anche gli altri, ma tu no..
Jude: sai perché non ci sono cascato, perché io guardo le persone, le guardo attentamente, e poi anche perché tu, come dire, be tu mi piaci
lo aveva detto davanti a tutti, oh madre santa, sperai di non diventare rossa
perché i ragazzi non rimasero sorpresi?...
Erik: adesso ti starai chiedendo del perché noi non siamo sorpresi..
I: Erik dimmi una cosa, tu come seconda cosa nella tua vita fai l'indovino? no perché ci azzecchi sempre..
Bobby: noi lo sapevamo già
Celia: come sappiamo che a te piace Jude..
Silvia: sai dagli sguardi che gli lanciavi abbiamo capito..
Io a quelle parole diventai ancora più rossa..
Nelly: ora noi vi lasciamo da soli, andiamo fuori ragazzi..
Sotto la disapprovazione di tutti, i ragazzi uscirono
Jude ed io ci guardavamo, ad un certo punto ci ritrovammo faccia a faccia, mi prese per i fianchi e mi diede un bacio..
Jude: Sara andiamo ad allenarci con gli altri, che ne dici
Io: va bene, andiamo
Nell'aprire la porta, ci trovammo tutti i ragazzi a origliare dietro di essa, e questa cosa mi fece ridere
Jude: ragazzi io e sara stiamo insieme, ora andiamo ad allenarci che ne dite, una signorina e da giorni che non tocca un pallone.
I ragazzi annuirono, salutammo mia madre ed insieme ci dirigemmo in quel campo vicino al fiume.
Facemmo passaggi, facemmo i rigori, facemmo partitelle tra di noi, facemmo i tiri lunghi ed i tiri corti, facemmo le nostre tecniche migliori, non vedevo l'ora di arrivare in finale e battere la Zeus, volevo vedere il sorrisetto di Byron andare via dal suo viso, dovevamo batterli a tutti i costi, era una sfida per tutti, ma per me lo era ancora di più, perché ben presto mi sarei ritrovata faccia a faccia con coloro che erano stati miei compagni di squadra fin da quando avevo solo sei anni e che ora come ora facevano parte del mio passato, perché sia il mio presente che il mio futuro aveva un solo nome e cioè Raimon.
Ci allenammo fino al pomeriggio tardi, per poi salutarci e ritrovarci il giorno dopo a scuola per l'allenamento.
Dopo l'allenamento Jude mi riaccompagnò a casa e prima di entrare mi diede un bacio...

Innamorata di un pinguino - jude sharpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora