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"È bravo" Brian si rivolse a Liam, il quale annuì pensieroso. Era passata una settimana  da quella notte con Angel e non lo aveva più visto.  Il ragazzo sembrava essere sparito dalla circolazione.

Jim si destreggiava sicuro tra i tavoli sorridendo e soprattutto senza combinare disastri. Anche Milly pareva essere migliorata sotto la sua influenza.  Erano almeno tre sere che non versava nulla sui pantaloni dei clienti e soprattutto non rompeva bicchieri o piatti.  Jim si avvicinò al bancone asciugandosi la fronte, le temperature erano aumentate notevolmente, l'estate era alle porte e nel pub pieno di gente era impossibile non sudare. "Vuoi prenderti una pausa?" gli chiese Liam con gentilezza,  vedendolo molto affaticato.  "C'è troppa gente" rifiutò.
"Può sempre aiutarci Brian" guardò in modo eloquente il suo migliore amico che saltò immediatamente giù dallo sgabello sul quale era seduto, per una volta dalla parte giusta del bancone. Jim lo afferrò per un braccio "ti ringrazio" gli sorrise  "ma ce la faccio" poi si rivolse a Liam "Puoi chiedere a Luis a che punto sono le ordinazioni del 12? I ragazzi sembrano un po' impazienti".
"Ti hanno dato fastidio?" domandò Liam, conoscendo i soggetti seduti a quel tavolo. Erano un gruppo di ricchi ragazzini viziati che quando erano su di giri, davano il tormento al malcapitato di turno.
"Per il momento riesco a gestirli" sospirò "ma se riusciamo a servirli in fretta è  meglio" Liam annuì  e si affacciò  nell'oblò che dava sulla piccola cucina del locale, dove c'era Luis che preparava le pietanze e Fergus che lavava i piatti.
"Luis, prepara prima il 12 per favore" l'uomo si voltò verso di lui, lasciando andare per qualche secondo il coltello che aveva tra le mani,  intento ad affettare una cipolla. Prese la comanda del 12 e gli diede un'occhiata " È già in cottura capo " Liam lo ringraziò e tornò al suo posto. Il lavoro lo prendeva completamente e non aveva tempo di pensare e per fortuna che era così, perché il fatto che Angel fosse sparito lo irritava terribilmente. Per un momento aveva pensato che le parole di Brian avessero un fondo di verità,  poi si era dato dell'idiota da solo. Se Angel aveva cattive intenzioni,  avrebbe continuato a frequentarlo  e poi lo avrebbe mollato quando avesse messo in ballo i sentimenti. Invece la loro era stata solo una scopata senza impegno.
Brian lo vide assorto nei suoi pensieri e ne richiamò l'attenzione "Ci pensi ancora?" non ci fu alcuna necessità che venisse pronunciato quel nome, Liam sapeva perfettamente a chi si riferisse l'amico.
"È stata solo una bella scopata " minimizzò e mentre pronunciava quelle parole si rese conto lui stesso della enorme assurdità che aveva appena detto.
Angel non sarebbe mai stato solo una bella scopata. Jim tornò al bancone e finalmente trovò le ordinazioni del 12 che lo attendevano.
Stava per prendere il vassoio e tornare al tavolo quando Liam lo fermò "Prenditi una pausa" e stavolta non era un consiglio ma un ordine. Liam fece il giro e afferrò il vassoio lui stesso e lo portò al tavolo. Jim e Brian si guardarono confusi. Poi Brian guardando verso il 12 esclamò  un "Oh cazzo" e sgranò gli occhi. Al tavolo si era appena seduto un ragazzo che Liam conosceva molto bene e di cui non aveva notizie da una settimana. Non aveva fatto nemmeno in tempo a varcare la porta, che George, il figlio di papà più figlio di papà che Liam avesse mai conosciuto, se lo era trascinato con loro al tavolo.
Liam poggiò in malomodo il vassoio con le loro ordinazioni,  sbattendolo sul tavolo, i ragazzi si voltarono verso di lui "Non voglio casini nel mio locale, ok?" li avvertì, lasciando il vassoio lì  senza nemmeno servirli. Voltò le spalle e se ne andò. I ragazzi ridacchiarono, erano già più che brilli. Liam sperava che avrebbero consumato le loro ordinazioni per poi lasciare il locale e andarsene al Milioner, dove avrebbero potuto continuare a bere e divertirsi. Non voleva rogne, il suo pub era un posto tranquillo e voleva che rimanesse tale. O avrebbe perso la metà della sua clientela, che era formata dalle famiglie del posto.
Aver visto Angel sedersi al tavolo con loro senza nemmeno salutarlo, lo aveva fatto ribollire di rabbia e quello unito al fatto che era con i ragazzi più cazzoni che avesse mai conosciuto in vita sua, lo aveva spinto ad andare lui stesso al tavolo. Non che il ragazzo fosse obbligato in qualche modo ad andare da lui, in fondo la loro era stata solo una scopata. Eppure Liam appena lo aveva visto, sperava si sarebbe fiondato al bancone, speranza che era stata bellamente disillusa. Incrociò per un secondo i suoi occhi, ma distolse immediatamente lo sguardo. Non voleva che Angel ci vedesse la rabbia che albergava dentro di lui. Angel si alzò subito dalla sedia su cui George lo aveva costretto a sedersi e andò dietro a Liam, il quale, sentendosi seguito si voltò verso il ragazzo. "Ciao" lo salutò Angel, quando incrociò il suo sguardo, e gli sorrise. Liam dimenticò per un attimo il motivo per il quale era arrabbiato e lo osservò con attenzione. Era anche più bello di quanto ricordasse. Indossava un paio di jeans neri strettissimi che mettevano in risalto le sue gambe lunghe e tornite, una t-shirt semplice  dello stesso colore, aderente sul ventre e sulle braccia, da dove uscivano bicipiti sodi e muscolosi. I suoi occhi azzurri, erano brillanti e  quelle labbra, che gli avevano fatto provare un enerme piacere, erano ancora più gonfie di quanto ricordasse. Tra i due c'era una tensione sessuale che si tagliava con il coltello.
"Ah l'amour" sospirò Brian  che era stato il primo a non credere in quella storia,  ma gli era bastato vedere come i due si mangiavano con gli occhi per rendersi conto che tra loro c'era qualcosa in più.
"Ma quello è  Angel" disse Jim attirando su di sé l'attenzione di Brian.
"Lo conosci?" chiese curioso. "Sì " sorrise il ragazzo "È grazie a lui se siamo a Rockport" poi si voltò  verso Brian e gli chiese se poteva spillargli quattro birre, mentre lui andava a prendere altre ordinazioni.
Quando Liam si ridestò  si voltò e tornò  al bancone senza nemmeno rispondere al saluto di Angel, che era rimasto fermo come uno stoccafisso, non aspettandosi quel comportamento da parte sua. Non che credesse che Liam gli sarebbe saltato al collo, ma almeno un saluto se lo aspettava.
Poi andò a sedersi di fianco a Brian, era lì per un motivo e non sarebbe andato via senza prima aver parlato con lui. Quest'ultimo si lanciò a capofitto nel lavoro, senza dargli alcuna attenzione.
Jim tornò a prendere le quattro birre e salutò  Angel con un abbraccio.
"Vi conoscete?" chiese confuso Liam.
Jim sorrise "Dobbiamo ringraziare lui se siamo a Rockport " ripeté ancora una volta. Liam guardò il suo dipendente con un sopracciglio alzato,  chiedendo con lo sguardo qualche spiegazione in più.  "Il cugino di Angel ha chiesto il trasferimento in un'altra sede e siccome Angel sapeva che mia moglie era in cerca di un lavoro ha fatto il suo nome per quel posto vacante".
"Quindi Janet è  tua moglie?" si intromise Brian.
Jim annuì.
"È una donna fantastica" confessò l'uomo.
"Lo so, per questo l'ho sposata" lo disse con una nota di orgoglio nella voce.
"Ma di cosa diavolo state parlando?" domandò irritato Liam che non aveva capito nulla di tutto quel discorso.
"Puoi prenderti una pausa?" gli chiese Angel, lui lo guardò come per dirgli "secondo te posso prendermi una pausa?".
Angel abbassò  lo sguardo, dispiaciuto per come Liam aveva preso la sua proposta di allontanarsi qualche minuto, per potergli spiegare ogni cosa con calma. Ancora una volta intervenne Brian, che, senza dire nulla, fece il giro del bancone, afferrò il grembiule che era stato suo  prima dell'arrivo di Jim e lo annodò in vita.
"Ci penso io" l'amico lo fulminò con lo sguardo ma a quel punto non poté  fare altro che prendersi una pausa ed entrare nel deposito. Angel lo seguì, non prima di aver ringraziato silenziosamente Brian, il quale gli fece un occhiolino malizioso.
Liam non riuscì nemmeno a voltarsi per vedere se Angel era dietro di lui, che quest'ultimo lo afferrò per le spalle, lo spinse contro lo scaffale al suo fianco, facendo tintinnare le bottiglie di vetro che ci erano poggiate sopra, e si avventò famelico contro le sue labbra.
"Mi sei mancato" sospirò per poi riprendere a baciarlo con maggior ardore.

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