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"Non mi hai chiesto niente della sorpresa" borbottò, accarezzando la pelle della schiena di Angel che era sdraiato su di lui.
Avevano appena finito di fare l'amore.
I loro corpi nudi e rilassati erano distesi in un groviglio perfetto.
"E rovinarmi il gusto di rimanere stupito? Non ci penso proprio" Liam sorrise.
Angel era davvero meraviglioso in ogni cosa che faceva. Anche in quel caso lo aveva piacevolmente stupito, si era limitato a constatare che Liam non gli nascondesse nulla, ma la sua curiosità non si era spinta oltre, lasciando all'uomo il gusto di sorprenderlo.
"Ti va se usciamo domani?"
"Dove vuoi andare?"
"Mi piacerebbe fare un giro nel bosco delle conifere, mi hanno detto che è stupendo".
"Non ci sei ancora stato?" Angel aveva negato.
Il bosco delle conifere era una piccola area sulle colline di Rockport dove crescevano queste piante stupende che avevano la capacità di adattarsi ad ogni clima e a ogni ambiente, la prima carica della città aveva deciso di farne un'area protetta. Una piccola parte di boschetto dove era possibile godere da vicino della meraviglia di quel tipo di vegetazione.
"Allora domani ti porto" se lo strinse un po' di più addosso.
"Ora sarà meglio riposare un po'" Angel annuì strofinando il suo volto stanco e assonnato sul petto di Liam.

Liam si alzò presto quella mattina, aveva dormito beatamente stretto al suo uomo ma il sonno lo aveva abbandonato ai primi raggi del sole.
Si sentiva stranamente irrequieto, come se dovesse succedere qualcosa, ma non qualcosa di brutto.
Forse era dovuto al fatto che avesse deciso di confessare a Angel i suoi sentimenti. O forse era solo l'ansia della partenza.
Mancavano due giorni e poi sarebbero partiti per la loro vacanza.
Aveva pensato ad ogni cosa. Avrebbe chiesto a Angel di portare qualche cambio a casa sua di modo che non avrebbe dovuto fare avanti e indietro in quei giorni che il locale sarebbe rimasto chiuso. Brian sarebbe partito per primo, per non destare sospetti e si sarebbe occupato di controllare che nella casa fittata da Liam per tutti loro, fosse ogni cosa al suo posto. Jim invece sarebbe partito il pomeriggio, subito dopo di loro, portando con sé anche Milly, che alla fine aveva deciso di accettare l'invito del suo datore di lavoro.
Liam aveva preso una villa con piscina nella vicina isola di Matinicus. Era un'isola piccolissima, che contava circa 50 abitanti, un piccolo paradiso terrestre circondato dalle acque dell'Atlantico. L'unico mezzo di comunicazione con la terra ferma era un piccolo traghetto che passava solo due volte al giorno, ma in caso di emergenza c'era una piccola stazione di aerotaxi sempre disponibile. Era come stare su un'isola deserta. I pochi abitanti che la popolavano vivevano lontano dalla zona che veniva fittata ai turisti. Sarebbero stati tranquilli e il fatto che fosse un bosco in mezzo al mare la rendeva molto suggestiva. I folti e alti alberi li avrebbero riparati dalla calura estiva lasciando comunque la meraviglia di godersi il mare o la piscina.
Liam decise di prepararsi del caffè, così prese un paio di slip e li indossò, la sua agitazione avrebbe finito per svegliare anche Angel e lui non voleva disturbare il suo sonno. La sera prima gli era sembrato particolarmente stanco.
Prese il contenitore dell'acqua e lo riempì per poi versarlo nella macchinetta elettrica, la accese e lasciò che l'acqua si riscaldasse, poi aggiunse il caffè e aspettò che quell'aggeggio facesse il lavoro per cui era stato progettato. Dopo circa due minuti la caraffa era piena di caffè fumante, l'odore si sprigionò tutto intorno.
Liam se ne versò una tazza e iniziò a sorseggiare la bevanda guardando fuori dalla finestra.
Era felice, si sentiva così bene, era innamorato di Angel e sentiva di essere corrisposto. Se la vita aveva deciso di farlo passare per il dolore della perdita di Mark per poi mettere sul suo cammino Angel, allora era felice di essere passato per ciò che all'epoca lui credeva essere l'inferno.
Quello che provava per quel ragazzo disteso tra le lenzuola candide e profumate di lavanda del suo letto era vero amore. E non era nemmeno paragonabile a ciò che aveva provato per Mark. Sentiva che era quello giusto.
"Buongiorno" una voce calda e sensuale, ancora arrochita dal sonno lo aveva ridestato.
Il centro dei suoi pensieri si era materializzato in tutta la sua bellezza e maestosa nudità proprio di fronte a lui.
"Buongiorno" ricambiò andando verso di lui e baciandolo sulle labbra. Angel gli sfilò la tazza dalle mani e ne bevve un sorso.
"Di solito sono io il primo a svegliarsi" constatò il ragazzo "È stato strano non trovarti di fianco a me" poggiò la tazza ancora per metà piena sul bancone vicino a loro e afferrò il campagno per i fianchi, avvicinandolo di più al suo corpo.
Liam lo sollevò e lo fece sedere sulla penisola , Angel allargò le cosce e l'uomo si posizionò tra esse.
"Devo dirti una cosa" lo informò il più piccolo.
"Ho preso una decisione importante per quanto riguarda il mio lavoro" Liam diventò improvvisamente nervoso. Che cosa gli stava per dire? Che voleva partire e lasciare Rockport? Lì c'erano poche possibilità per lui e Liam ne era cosciente e non poteva nemmeno fargli una colpa se avesse deciso di andarsene; aveva impiegato anni nello studio per riuscire ad essere ciò che voleva, cioè un giornalista e lo aveva fatto con ottimi risultati. Nonostante ciò che era successo ad Eric, Angel era riuscito a concentrarsi negli studi portandoli a termine con il massimo dei voti. L'uomo andò un po' nel panico, non sapeva sé sarebbe riuscito a mandare avanti una relazione a distanza se Angel fosse partito, ma lo avrebbe comunque appoggiato.
"Io non voglio più partire" lo sorprese.
Liam lo guardò confuso.
"Ogni volta che parto, che mi devo allontanare da te io non ce la faccio" Angel prese il volto di Liam tra le mani e lo accarezzò.
"So che sono viaggi di qualche giorno e che poi torno qui ma io sto comunque male quando ti devo lasciare. Io ti amo Liam" oddio era quella la sensazione che si provava quando la persona di cui sei perdutamente innamorato ti confessa di esserlo altrettanto? Liam si sentiva come in una bolla, il cuore in tumulto e lo stomaco in subbuglio, non riusciva a respirare per quanto fosse stata forte l'emozione di quelle parole. Ebbe anche un leggero capogiro. Dio era felicissimo. Angel lo osservò senza dire più niente, si concentrò sulle emozioni che passavano sul volto del suo uomo. Prima sgomento, poi felicità, felicità che si manifestò con un sorriso meraviglioso, un sorriso che lentamente andò scemando. Liam, passata l'emozione iniziale per quelle parole, aveva realizzato che Angel volesse rinunciare alle sue aspirazioni per stare con lui.
"Non posso permettertelo" sussurrò allontanandosi da lui e poggiandosi al lavello.
"Non puoi permettemi cosa?" domandò confuso Angel, che scese dal bancone e si posizionò alle sue spalle.
"Di rinunciare ai tuoi sogni per me" Angel lo costrinse a voltarsi e gli sorrise con dolcezza, gli accarezzò il viso "Non sto rinunciando al mio sogno, ho solo deciso di trasformarlo in qualcosa che non mi costringa a dover partire sempre" poggiò le labbra sulle sue.
"Voglio provare a diventare uno scrittore".
"Uno scrittore?" chiese sorpreso.
"Amo scrivere Liam, raccontare delle storie, arricchirle di particolari, è ciò che faccio facendo il giornalista e non sarebbe diverso se scrivessi un libro" improvvisamente arrossì "in realtà ne sto già scrivendo uno" confessò un po' in imbarazzo.
"Davvero?" quel ragazzo riusciva a stupirlo sempre. Angel annuì "Ma non chiedermi di leggerlo, non se prima non lo finisco".
"Nemmeno una sbirciatina?" chiese facendo ricomparire il sorriso sulle sue labbra. Angel negò.
Liam lo afferrò per un polso e lo trascinò dietro di sé "Dove andiamo?" domandò vedendo l'impazienza del suo compagno.
"Ti ho mai detto perché ho deciso di vivere sopra al mio locale?"
"Perché è comodo?" provò ad azzardare.
"No, per questo" disse fermandosi davanti alla parete della camera da letto, di fianco al letto.
Angel lo guardò confuso.
Liam sorrise, spostò la lampada e premette un bottone. Sentì distintamente un click, Liam spinse una mano sul muro e si aprì una porta.
Che ci faceva una porta lì? E perché lui non si era mai accorto della sua presenza?

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