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"Io e te dobbiamo parlare" il tono duro di Liam fece preoccupare Jim. Erano solo loro due quella sera al Sunset, Liam aveva dato le ferie anticipate a Milly che aveva provato a convincerlo di riuscire lo stesso a lavorare, ma l'uomo non aveva voluto sapere ragioni. Lui e Jim se la sarebbero cavata per una sera e lei avrebbe avuto tutto il tempo per prepararsi per la vacanza. La ragazza alla fine si era arresa e aveva accettato di restare a casa per quella sera.
"Che succede?" chiese il ragazzo un po' preoccupato. Liam aveva un cipiglio serio sul volto e sembrava anche infastidito, ma lui non sapeva per quale motivo. Lì al pub stava andando tutto bene e tra loro non c'erano state discussioni.
Non riusciva a capire il motivo del suo malumore.
Liam si sporse, poggiando i gomiti sul bancone di legno liscio e lucido, si guardò un attimo intorno e poi sussurrò "Pensavo che tra noi andasse tutto bene e invece mi nascondi le cose. Non mi piace questo tuo atteggiamento" Jim lo guardò tra l'incredulo e lo shockato. Ma di cosa diavolo stava parlando? Liam vide la confusione sul suo volto "il bambino Jim. Perché io non ne sapevo niente e Angel sì" domandò con un sopracciglio alzato. Jim sorrise scuotendo il capo. "Sembrava quasi tu mi stessi facendo una scenata di gelosia" affermò divertito.
"Perché il mio ragazzo dovrebbe farti una scenata di gelosia?" i due erano così concentrati a parlare tra loro che non si erano nemmeno accorti della presenza di Angel alle spalle di Liam.
"Amore, mi hai spaventato".
"Qualcosa da nascondere?" Liam scosse il capo, gli sorrise e gli diede un veloce bacio a fior di labbra.
"Il tuo fidanzato mi stava facendo notare che tu sapevi della gravidanza di Janet e lui no" disse con tono di rimprovero nei confronti dell'amico. "Se mia moglie scopre che lo sa anche lui mi uccide" Angel aveva un'espressione mortificata sul volto "Senti Jim mi dispiace, ma quando hai chiamato e hai detto che eri in ospedale mi sono preoccupato che fosse successo qualcosa a Janet e mi è scappato".
"Sì, ma perché tutto sto segreto? È una cosa bella, no?" si intromise Liam.
"Stupenda" sospirò di gioia Jim "ma mia moglie è superstiziosa" mentre lo disse alzò gli occhi al cielo "vuole tenere il segreto fino al terzo mese e io sto impazzendo perché vorrei urlare al mondo la mia felicità" disse enfatizzando il concetto con il movimento delle mani. Poi li guardò con fare minaccioso "Voi due non vi fate scappare che lo sapete o giuro che vi ammazzo" li minacciò. I due si guardarono complici e mimarono il gesto delle labbra sigillate. Il ragazzo tornò tra i tavoli per continuare il suo lavoro, per fortuna quella serata era abbastanza tranquilla.
"Allora hai preso i cambi?" domandò Liam, rivolgendosi ad Angel. Il ragazzo annuì e indicò con il capo un borsone che era davanti alla porta del magazzino.
Era davvero una borsa piccola, poteva contenere si e no due cambi. Come avrebbe fatto Angel per tutta la settimana?
"Solo quello?" domandò cercando di mascherare la sua perplessità.
"Cosa vuoi che mi serva per stare a casa tua, resteremo nudi per quasi tutto il tempo" sussurrò per non farsi sentire dai clienti seduti al bancone, qualche sgabello più in là.
"E se volessimo uscire?"
"Per andare dove, Liam? Non ti dimenticare che viviamo a Rockport non a New York e poi se mi serve qualcosa posso sempre andare a prenderla, a piedi sono dieci minuti" il discorso di Angel non faceva una piega.
Come diavolo doveva fare ora? Avrebbe messo qualche cambio in più nella sua valigia se solo i suoi vestiti gli fossero andati, ma purtroppo lui e Angel avevano due fisici molto diversi e le sue cose gli sarebbero andate piccole, visto che il ragazzo era più alto e più muscoloso di lui.
"Non resteremo a Rockport" borbottò sbuffando. Gli giravano le palle a dover rivelare parte della sorpresa ma non poteva fare altrimenti.
"Come hai detto, scusa?" domandò il più piccolo. La musica di sottofondo, il vociare intorno e la voce bassa del suo uomo non gli avevano fatto capire ciò che aveva detto.
"Non staremo a Rockport" parlò un po' più forte.
"No?" chiese confuso Angel.
"No! E vaffanculo sorpresa" sbottò. "Se ti fossi trasferito da me, come ti ho chiesto di fare e tu hai accettato, io avrei preparato di nascosto le valigie e ora non dovrei spifferarti ogni cosa prima del tempo" Angel aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse. Non sapeva come ribattere. Liam si era irritato, non per la sorpresa ma per il fatto che lui non si fosse ancora trasferito. Che stupido che era stato, non era andato ancora a stare da lui perché non voleva sembrare impaziente e invece Liam non aspettava altro, esattamente come lui. Si alzò dallo sgabello, andò dietro al bancone e sussurrò qualcosa all'orecchio di Liam. Il ragazzo sgranò gli occhi "Non è vero" Angel annuì.
"Ora faccio una chiamata e vedi" prese il telefono dalla tasca e compose il numero.
"Salve, sono Angel Barnovitz, per favore potete anticipare la consegna a domani invece che tra 3 giorni? Purtroppo devo lasciare l'appartamento prima. Bene. A che ora? Un attimo soltanto" poggiò la mano sul il telefono e si rivolse a Liam che lo guardava tra lo sgomento e il felice "A che ora dobbiamo partire domani?" domandò.
"Ora di pranzo" gli fece un occhiolino e tornò a parlare con la ditta di traslochi "Domattina alle 7.30 è perfetto. La ringrazio" chiuse la telefonata e guardò Liam negli occhi "Da domani comincia la nostra vita insieme, lo sai che ti sei appena incasinato per sempre, sì?"
Liam era felice, non gliene fregava nulla del caos, del disordine, lui lo voleva quel disordine nella sua vita. Si guardò intorno e vide che quella sera il pub era quasi vuoto, tutti erano in vacanza, gli unici clienti erano dei lavoratori che non avrebbero preso le ferie per quell'anno.
Decise che avrebbe chiuso prima quella sera, aveva qualcosa da festeggiare.
"Jim, Jim" richiamò l'attenzione del ragazzo, il quale si avvicinò a lui "Passa per i tavoli e di a tutti che tra 10 minuti chiudiamo".
"Ma il tavolo 7 è appena arrivato" Liam guardò nella direzione del tavolo e riconobbe le persone sedute "Sono miei amici, ci penso io, tu pensa agli altri tavoli" si asciugò le mani con lo straccio poggiato di fianco a lui e uscì dal bancone. Angel lo afferrò per un braccio "Che sta succedendo?" domandò preoccupato.
Liam gli sorrise "Niente, voglio solo festeggiare la mia vita incasinata dall'uomo che amo" gli occhi di Angel si riempirono di emozione, mentre Liam andò a scusarsi con il tavolo 7, offrendo loro una cena da asporto. Non diede modo nemmeno a Jim di cominciare a riordinare, appena l'ultimo cliente fu fuori, spinse anche il ragazzo fuori dalla porta, fece giusto in tempo a recuperare i suoi effetti personali, tra le risate di Angel e l'impazienza di Liam. Quando furono soli, lo afferrò per un polso e lo trascinò fin su in casa, lo spogliò nelle scale, mentre continuava a baciarlo.
"Ma che ti prende?" domandò divertito il più piccolo. Liam si fermò un secondo, lo guardò nei suoi meravigliosi occhi azzurri "Sono felice" sospirò sulle sue labbra, per poi tornare a baciarlo.

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