Guitar

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Il dito sottile di mia madre preme sul campanello di casa Irwin.

Poco dopo, la stessa signora di questo pomeriggio, Marie, viene ad aprirci accogliendoci nella sua casa.

Urla al figlio di scendere e poco dopo, un ragazzo con una chioma ramata e riccia scende dal piano di sopra. Ha più o meno il mio stesso stile rock e già mi piace. Ma è cambiato. Dell'Ashton che ricordo io ci sono solo gli occhi piccoli e affusolati.

Ashton mi saluta con un cenno della mano e poi la stringe a mia madre.

Marie ci fa accomodare nella sala da pranzo e poco dopo serve la cena.

"Allora Luke, parlaci un po di te." dice ad un tratto Marie.

"Non credo ci sia molto da dire."

"Con questo sappiamo che non sei cambiato molto. Sei sempre timido."

"Si, in effetti non è mai stato un ragazzo molto espansivo." precisa mia madre.

"Mi ricordo." sottolinea Ashton portandosi un pezzo di pollo alla bocca.

Mi limito a sorridere e a scartare le cipolle dal piatto infilzando poi una patata al forno con la forchetta e portandola alla bocca. I bocconi si fanno più pesanti ad ogni frase. Vorrei solo tornare a casa e sotterrarmi sotto quintali di coperte.

"Devi frequentare l'ultimo anno, vero?" chiede Ashton.

"Esatto." rispondo io bevendo un sorso d'acqua.

"Allora è probabile che qualche lezione la faremo insieme."

"Bene." mi limito ad acconsentire.

"Potresti fargli conoscere i tuoi amici, sono molto simpatici." no, anche questo proprio no.

"Sarebbe un'ottima idea!" esclama mia madre.

Io la maledico mentalmente mentre sorrido e Ashton fa la stessa cosa. Si vede che non è molto d'accordo; più che sul farmi conoscere i suoi amici, dall'avermi tra i piedi.

Continuo a pensare che questa cena sia stata un errore abnorme.

Quando gli argomenti sono ormai terminati, ringraziamo, salutiamo e ce ne andiamo.

Sulla porta, Ashton mi ferma e mi prende da parte.

"Domani ci sarà una festa qui a casa dato che mia madre non c'è. Se ti va, vieni. Ti faccio conoscere i miei amici e qualche ragazza carina." dice lui con enfasi.

"Se riesco, faccio un salto."

"Allora ci vediamo qui alle 10. Buonanotte"

"Buonanotte Ashton, buonanotte Marie. Grazie per tutto."

"Alla prossima!" saluta lei dall'uscio. Ashton mi rivolge un segno con la mano e mi fa l'occhiolino.

Se non altro, ho già rimediato una festa; potrò conoscere gente nuova.

La sera, sdraiato nel mio letto, riesco solo a pensare che in questa stupida città mi sento fuori posto, così come nelle ultime 10 città che ho visitato.

Mi chiedo se riuscirò mai a trovare un luogo che potrò chiamare "casa", dove mi sentirò accettato e non più solo come ora.

La mattina seguente, scendo in cucina per fare colazione e scopro che mia madre non c'è. È andata al lavoro, in pieno agosto. Io a volte non la capisco proprio. Molti mi chiedono come mai il nostro rapporto sia così burrascoso e io dico semplicemente che abbiamo caratteri troppo diversi per andare d'accordo ma la verità è che è impossibile avere un rapporto con una persona che mette al primo posto il suo lavoro e all'ultimo suo figlio. Ma ormai ho smesso di fare caso a queste cose, ho smesso di richiedere attenzioni e nel mio massimo evito di far vedere se qualcosa mi fa star male o mi dà fastidio.

You Are My Drug [MUKE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora