Capitolo 1

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•Avviso: d'ora in poi posterò la vera storia completa, questa era solo una bozza, è stato un mio errore pubblicarla ma giuro che non pensavo che l'avreste letta in così tanti, per questo vi amo. Spero che chi abbia già iniziato la lettura trovi queste modifiche opportune e gradite, e scusate per il disagio. Buon proseguimento😘•

~Ora inizia la vera storia di Arianna~

'Arianna aveva solo 9 anni quando Lui le apparse davanti per la prima volta. Stava percorrendo una via che costeggiava un grande campo da calcio in disuso; la sua scuola era lì vicino. Camminava con lo sguardo fisso a terra, il peso dello zaino le incurvava le spalle. Erano le 7.48 del mattino di un giorno come tanti altri. Osservava i genitori che accompagnavano i propri figli alle elementari: così preoccupati di tenere i pargoli sotto la loro ala protettrice, così impegnati nel mantenerli al centro del marciapiede, lontano dalle automobili e dallo sterco dei cani. Nessuno la notava. Ma d'altronde, perché avrebbero dovuto? Suo padre non era con lei quel giorno, e non ci sarebbe mai più stato, purtroppo. Era partito per un viaggio senza ritorno verso il cielo, così le ripeteva sempre la mamma. Un modo gentile per dire che era semplicemente morto. Un dolore recente per un così piccolo cuore. Si chiamava Brandon, ed era il classico bell'uomo del Sud: moro, affascinante, fisico scolpito ed ex campione di pugilato. Famoso e adulato dalla massa, ma sempre fedele alla bella moglie. praticamente perfetto, se non fosse stato per la sua malattia. Soffriva di schizofrenia: dentro di lui combattevano il sole e la luna, il giorno e la notte, il bianco e il nero. Quando stava bene era una bravissima persona, il padre che Arianna voleva ricordare, o meglio, che avrebbe voluto. Non sarebbe mai diventato come quello di Lizzy McStacy, che le dava davanti a tutti della zoccola perché a 9 anni si metteva il rossetto, e per giunta talmente male da sembrare un pagliaccio dei film horror. No, Brandon avrebbe preparato le valigie e portato la bambina lontano da quella madre che le permetteva di andare in giro conciata in quel modo. Tutto questo ovviamente sarebbe successo solo ed esclusivamente nei suoi giorni 'buoni', perché quando nella sua mente contorta imperversavano pensieri oscuri e immagini violente, era finita. Picchiava a sangue sia sua moglie che la piccola, e poi cadeva in depressione. Che aveva avuto un'infanzia difficile, nessuno avrebbe potuto negarlo: il padre lo voleva a tutti i costi campione del mondo; le botte ricevute sul ring e in famiglia lo avevano reso un vincente in campo, ma allo stesso tempo lo avevano reso pazzo. E quando gli vennero confiscati i premi e i riconoscimenti per infermità mentale, Brandon dovette in qualche modo trovare uno sfogo, dato che non gli era concesso nemmeno di andare in palestra. Dopo tutto, la boxe era stata la sua vita, ma là fuori c'erano già altri giovani promettenti campioni e nessuno si sarebbe più ricordato di lui. Un pugile pazzo, chissà come si crogiolava il ministro dello sport pensando a quante vite aveva salvato,  ma non a quali aveva distrutto. Arianna aveva imparato a selezionare i bei momenti passati con il padre sano e ad associare le violenze subite a un personaggio di sua invenzione: lo aveva pensato vestito sempre con uno smoking nero elegante, la cravatta rossa e una bombetta sul capo in stile un po' retrò. Era completamente privo di volto, nessun accenno di bulbi oculari, naso e bocca. E poi aveva delle grandi mani, così sproporzionate rispetto al resto del corpo che parevano in grado di stritolare anche un abete. Ma lui non poteva essere suo padre, non doveva. Arianna non aveva pianto al suo funerale, a lui non sarebbe piaciuto. Brandon amava dire che al mondo devi dimostrare di essere più forte di qualsiasi cosa. Lei aveva dimostrato di essere più forte della sua morte. La madre di Arianna era invece la classica bella donna del Nord: alta e magra, capelli biondi, occhi glaciali e un sorriso mozzafiato. Era fotografa e artista; metteva amore e personalità in ogni scatto, aveva messo più amore di quanto fosse necessario nel cercare di curare il marito. Ma la schizofrenia non lasciava scampo, purtroppo. Dopo la morte di Brandon, Kate si spense. Doveva lavorare duramente e poco dignitosamente per poter tirare avanti. Così, a soli 9 anni, Arianna sapeva cavarsela da sola. Non avrebbe mai immaginato però che ciò che le sarebbe successo quella mattina le avrebbe cambiato la vita. Stava camminando quando, ad un certo punto, non riuscì più a muoversi: qualche forza la inchiodava a terra e quasi le impediva di respirare. Alzò faticosamente lo sguardo, e vide Lui per la prima volta. Gridò con tutto il fiato che aveva in gola e cadde a terra, rincominciando a respirare affannosamente. Quando aprì gli occhi, si accorse che i presenti la stavano guardando, chi preoccupato e chi divertito; di Lui nessuna traccia. Ma Arianna lo aveva visto, eccome se l'aveva visto. E sapeva anche che non sarebbe stata l'ultima volta.'

•Questo è il primo capitolo, giuro che non apporterò più modifiche, tranne nel caso di errori di battitura. Presto aggiornerò il secondo capitolo, e poi andrò avanti con la storia senza aggiornarla cento volte. Scusate per la lentezza, ma il liceo classico mi prende molte ore di studio, e così lo sport. A presto con il nuovo capitolo😘•

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