capitolo due

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E mentre il cuore di quest'ultimo si stringeva in una morsa dolorosa di cui non poteva più fare a meno, la melodia iniziò a scemare, diventando sempre più lenta e leggera.
"Finn, hai saltato di nuovo la scuola?" chiese il pianista, concludendo con le ultime battute e finendo la sua esecuzione.
Il ricciolino, ancora un po' scosso, ci mise un bel po' di secondi prima di ritornare sulla terra.
Si strinse le mani, come per cercare conforto e con la voce un po' tremante disse "Era bellissima quella cosa che hai suonato Ed."
L'uomo, di circa ventidue anni, che si chiamava Ed Sheeran e aveva i capelli rossi come una carota, gli sorrise amorevolmente, prima di alzarsi le maniche mostrando i suoi innumerevoli tatuaggi,e prendere in mano uno degli scatoloni.
"Tua madre mi ammazza se sa che sei di nuovo nella mia bottega a quest'ora."
Finn non si curò affatto delle sue parole, avvicinandosi al pianoforte che lo aveva incantato.
Sfiorò i tasti, premendone anche qualcuno di essi a caso.
"Come si chiamava quella melodia?" chiese, immaginando di poterla suonare lui stesso.
Il proprietario della bottega lo guardò curioso, affascinato dall'interesse mostrato dal ragazzino.
Sapeva bene che Finn non aveva per niente quei gusti musicali e vederlo così preso dalla musica classica non poté che intenerirlo.
"Non ha nome quella composizione." rispose, sistemando gli scatoloni in ordine di arrivo.
Finn non si girò neanche, ma si sedette sullo sgabello del piano, continuando a premere tasti a caso.
"Chi l'ha scritta?" chiese ancora. "Un certo Jaeden di cui non conosco il cognome." "E' un tuo amico?" Ed rise, lasciando perdere il suo lavoro e avvicinandosi al ragazzo.
Bloccò le sue mani, anche perché oltre a fare un rumore assurdo, non riusciva a sentirlo bene.
"E' vissuto in Russia circa un secolo fa."
Finn lo guardò stranito, prima di liberarsi dalla sua presa.
"Oh." esclamò, cercando di ricordare quella lezione di storia sulla Russia, forse una delle poche a cui era stato attento.
"Ma non c'era la rivoluzione in quel periodo?" chiese titubante, cercando di ricordarsi le date precise che la sua prof gli aveva detto tante volte di studiare. "Esatto. Vedi che la scuola ti fa bene Wolfhard?" rise ancora Ed, che era persino più basso di lui ma aveva un cuore grande quanto tutta l'Inghilterra.
Il piccolo Finn però non rideva, era troppo impegnato a far funzionare le rotelline del suo cervello e a sistemare in ordine cronologico tutti gli eventi della prima guerra mondiale.
"Come hai fatto ad avere lo spartito allora?" "Quella musica è una storia d'amore troppo bella per non essere tramandata." rispose il rosso, facendosi leggermente pensieroso.
Si grattò la testa e incerto guardò il giovane che era ormai diventato come un fratello per lui.
"Beh, visto che ormai la scuola l'hai saltata, ti va di ascoltare questa storia?" Finn non se lo fece ripetere due volte e annuì con forza mentre il più anziano si sedeva accanto a lui.
"Vedi Finn, questa storia parte da molto lontano.
Però devi sapere una cosa.
La melodia che hai sentito non è stata scritta a caso, né per scopi economici.
Jaeden scrisse quello spartito per una e una sola persona a questo mondo: il suo amato Wyatt."

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