Era quasi mezzanotte quando uscii di casa. Mentre ci allontanavamo, un po' di nostalgia mi assalì, stavo lasciando un futuro certo per dirigermi verso l'ignoto. Ci mettemmo tre giorni per oltrepassare il confine e arrivare in quel piccolo villaggio. Io mi presentai come la signorina Levié, Gunther e Michael come i fratelli Poissont. Vivemmo così per circa un anno. Dopo otto mesi che ci trovavamo lì, io e Gunther ci sposammo, era il 2 giugno 1918 ed era lui l'uomo con cui volevo trascorrere il resto della mia vita. Un mese e mezzo dopo scoprii di essere incinta e non vedevo l'ora di diventare madre.
L'11 novembre di quell'anno, alle undici del mattino, fu firmato l'armistizio che mise fine a quella violenta guerra. Dato che la guerra era finita non avevamo nessuna ragione per rimanere nascosti e vivere nella menzogna, quindi decidemmo di tornare nel paese in cui ero cresciuta, anche perché avevo molta nostalgia della mia famiglia. I miei genitori furono molto felici di rivedermi dopo un anno di assenza e non mi fecero domande riguardo a dove avessi conosciuto mio marito.Purtroppo mi dissero che il più grande dei miei fratelli era deceduto in guerra e quando nacque mio figlio, essendo un maschio, gli diedi il suo nome: Gilbert. Negli anni successivi ho avuto altri cinque figli: tre maschi e due femmine.
Ho vissuto una vita felice anche se piena di sacrifici e con la gente che mi sparlava alle spalle perché non aveva molte informazioni su mio marito e quindi si inventava molte storie, ma io non gli davo peso.
Oggi è il 2 giugno 1978, ho 77 anni e festeggio felicemente il mio 60° anniversario di matrimonio con Gunther Schröder, quel soldato che è arrivato all'improvviso nella mia vita, stravolgendola e dandomi tutto l'amore di cui avevo bisogno.
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Una guerra che ci unisce
RomanceAnno 1917. Litzy, una giovane ragazza francese, viveva una vita semplice e quasi monotona fino a che qualcuno non la sconvolse per sempre.