Capitolo 6

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Era una giornata tranquilla. Tanto tranquilla. Con la mia famiglia vicino mentre mia madre mi teneva per mano. Stavamo andando verso la piazza. Non sapevo perché, avevo solo undici anni. Di solito i ragazzini come me non sapevano ancora niente sul villaggio,le usanze e cose varie. Solo a partire dai tredici anni. Ma avevo qualcosa in più degli altri. La velocità, l'astuzia e il coraggio. Me lo diceva sempre mio padre.

Arrivammo presto. La piazza era piena di gente. Non riuscivamo a camminare da nessuna parte. In fondo si vedeva solo un palco.

Aspettammo almeno dieci minuti che subito sul palco comparve una figura alta,robusta,vestita in nero. Era il re. La gente cominciò ad acclamarlo e a battere le mani.  Guardai mia madre con un' espressione troppo confusa. Vidi i miei fratelli in ansia. Si,avevo dei fratelli. Quattro fratelli e tre sorelle. Il maggiore dei fratelli è Paul. Esempio da seguire. È sempre stato il mio preferito.  La maggiore delle sorelle è Susan. La ragazza più bella che io abbia mai visto. Lunghi capelli biondi e occhi favolosamente viola. L'unica della famiglia che li abbia. Non sappiamo il motivo ma sono bellissimi. Tutti la guardano e se ne innamorano.

<Benvenuto popolo di Bristville, siete pronti per la scelta?> urlò il re.

La folla risponde con un fortissimo e convinto "SI" .

Ma di cosa stavano parlardo? Scelta? Di cosa?

Vidi mio padre con gli occhi chiusi e l'espressione piena di paura.

<Come sapete, verrà scelta una famiglia, e il più piccolo della famiglia dovrà eseguire il rito. Bene, portate la vittima.>

Le guardie portarono con forza una giovane ragazza. Capelli lunghi e scuri, abbastanza alta. Aveva una fascia sulla bocca per impedirgli di parlare,credo. Si sentiva qualche lamento della ragazza mentre le guardie la portavano dal re. Si dimenava per fuggire ma invana. Riuscivo a vedere poco ma capivo la situazione. Qualcuno della folla scoppiò a ridere altri la fissavano in silenzio. Si divertivano? Che cosa c'era di così divertente?

<Jack, sappi che sceglieranno noi devi stare tranquillo okay?> disse mia madre con dolcezza.

Che voleva dire? Non stavo capendo niente. Sarei stato felice se qualcuno mi avesse detto che cosa sarebbe successo, ma niente.

<Questa è nostra vittima. Bella ragazza vero?> urlò il re.

La folla urlò un forte "SÌ" per approvazione.

<Ora sceglieremo la famiglia che si occuperà di questa ragazza.> disse poi

Ero nella confusione più totale. Avevo bisogno di spiegazioni in quel momento.

Il re si diresse verso una teca di vetro con dei fogliettini da quel che capivo. Tolse il coperchio con fretta e mise il suo braccio all'interno per poi prendere un biglietto a scelta. Ne prese uno. Lo apri e lesse il nome.

<La famiglia scelta è... >

Tutti erano ansiosi di sapere il nome.

< La famiglia Vessalius!> urlò alla fine.

La folla acclamo'. Era il nome della mia famiglia. Guardai il volto bianco di mio padre e mia madre che si mise in ginocchio quasi a piangere.

<Mamma che succede? Perché hanno detto il nostro nome? Mamma ti prego rispondimi> disse mentre la folla ancora acclamava.

Mia madre guardava ancora il basso, mio padre che la stava calmando e i miei fratelli che restavano in silenzio.

<Mamma che succede?> dissi io con calma.

Mia madre alzò lo sguardo fisso in avanti.

<Scappa Jack> sussurro' mia madre

<Scappa Jack, adesso!> mi urlò contro.

Rimasi a fissarla. Che dovevo fare?

<Scappa Jack, non tornare più. Scappa ti prego, non voglio che diventi uno di loro.Fallo per me. Scappa,sbrigati!> urlò ancora.

<Vai Jack, subito> disse mio padre dopo avermi dato un bacio in fronte.

Guardai i miei fratelli che mi sorrisero e io ricambiai.

<Vai via,Jack. Fai come ti dice la mamma.> mi disse Susan.

Diedi un bacio sulla guancia di mia madre e scappai via. Iniziai a correre in mezzo alla folla che ancora esultava. Corsi e corsi senza fermarmi. Non volevo andare via. Che avrei fatto senza la mia famiglia. Penso che da quel momento in poi dovevo cavarmela da solo. E lo avrei fatto.

Corsi verso casa mia per prendere il mio coltellino. Mi sarebbe servito tanto.

Che cosa stava succedendo adesso alla mia famiglia? Stavo per piangere. Raggiunsi casa velocemente. Entrai dalla finestra di camera mia che mi affrettai a prendere il coltellino, un po' da mangiare e il mio capotto.

Guardai ancora la mia casetta. Avrei dovuto dirgli addio. Non ce la potevo fare. Qualche lacrimuccia mi rigo' il viso. Uscii dalla finestra e scappai verso la foresta. Corsi più veloce che potevo. Superai strade e vicoli sino a raggiungere la fitta foresta. La mia vita in quel piccolo villaggio finì quando superai la staccionata che divideva la foresta e il luogo in cui ho vissuto. Mentre correvo il mio primo pensiero era che adesso dovevo cavarmela da solo e sopravvivere.

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