Ancora non credevo ai miei occhi.
Ce lo avevo davanti ad una certa distanza.
Sembrava calmo stavolta. Molto.
Ci continuammo a fissare per lunghi secondi fino a quando non fece lui la prima mossa.
Cominciò ad avvicinarsi a me con lentezza.
In quel momento mi sentivo in preda al panico. "Okay Siria, se vedi che è arrabbiato o pronto ad ucciderti, scappa. Veloce" ripetevo nella mia mente.
Ad un certo punto si fermò. Ora avevo l'ansia a mille.
<Posso sentire la tua paura. Non averne.> disse lui con calma.
Non era arrabbiato. Meglio.
Poteva sentire la mia paura? Beh,certo. Se ha quella forza sovraumana e uno spostamento veloce può anche percepire la paura. Ovvio.
Restai a fissarlo ancora un po'.
<Ti hanno tagliato la lingua per caso? Dai, parla. Mi mette a disagio vederti e stare in silenzio.>
Lo fissai ancora.
Visto così è un bel ragazzo.
Alto,magro,capelli e occhi scuri.
<Ci sei? Non ti faccio niente sai.> disse lui per tranquillizzarmi.
Decisi di parlare finalmente.
<Non si direbbe visto che l'ultima volta che ti ho visto mi ha quasi uccisa.> dissi io decisa.
Fece un piccolo sorrisetto. Era bellissimo in quel momento.
<Infatti ti chiedo enormemente scusa. È stato un incidente.>
<Quel piccolo "incidente" mi ha squarciato una mano.> Tirai su la manica della felpa e li feci vedere la ferita
Lui abbassò lo sguardo e intanto si incamminava verso di me veloncemente. Non ci volle molto che me lo ritrovai davanti a me.
<Scusa,davvero> disse lui come se si stesse mettendo a piangere.
<Scusa se ti ho quasi uccisa ma...> Si fermò.
<Ma cosa?> chiesi senza perdere tempo
<Ho sbagliato persona.> disse rialzando lo sguardo e cercò i miei occhi.
Io lo guardavo come per chiedere "Stai scherzando?"
<In che senso "Ho sbagliato persona"?> chiesi come per urlare.
<Assomigli molto a una persona che non è che sia stata tanto gentile con me. Anzi mi sta cercando per uccidermi. Per quello ti ho aggredita. Ti prego,scusami.> mi supplico'.
Volevo fargli molte domande che ero decisa a fargli.
<Posso chiederti delle cose? Ho la testa confusa. Tanto. Non sei una persona normale. Davvero.>
<Lo so che non sono normale. Vorrei esserlo. Desidero tanto esserlo. Comunque certo puoi farmi tutte le domande che vuoi. Siediamoci.> indicò una panchina lì vicino a noi.
Ci sedemmo e cominciai con chiedergli le cose principali che volevo sapere.
<Cosa sei?> chi chiesi guardandolo.
Guardava il vuoto.
Prese coraggio e mi rispose.
<Penso che dopo che ti avrò detto questa cosa avrai paura... Non sono come te se lo hai notato. Sono...> si fermò. Di nuovo.
<Sei..> dissi.
Deglutì.
<Sono un vampiro.> disse mentre smise di guardare il vuoto e concentrandosi su di me.
Spalancai gli occhi. Non credevo fosse un vampiro. Pensavo avesse dei poteri o cose del genere. Invece no. Era solo un vampiro. Ora si spiega la velocità e la forza. E il suo tocco gelido. Mi ricordo che quando mi aveva presa per il collo sentivo che la sua mano era fredda come se era morto.
<E perché mi hai aggredito?> continuai io senza soffermarmi sul fatto che era quello che era.
<Te l'ho detto. Ho sbagliato persona. Non era te che volevo. Era un'altra persona che ti assomiglia. E tanto.> disse velocemente. Era a disagio.
<Parlami di questa persona> si fermò e si girò a guardarmi. Gli feci un segno con la mano per fargli capire che doveva iniziare a parlarmene.
Sbuffo' e si girò per continuare a vedere le tombe che ci circondavano.
<Si chiama Francine. Anche lei è un vampiro come me. È la figlia del re del villaggio in cui vivevo prima di scappare via. Dietro questa fuga c'è una lunga storia. Davvero lunga.>
<Raccontamela.> lo interruppi io.
<Vuoi davvero saperla?>
<Ho tutto il tempo.> mi sistemai di più vicino a lui.

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The Vampire Legend
RandomSiria è una ragazza che ha 19 anni. Vive in piccolo paesello di montagna. Ha perso i genitori e gli zii all' età di 13 anni. È rimasta con i nonni. Un mese dopo aver compiuto 18 anni la nonna è morta e l'anno dopo è morto anche il nonno. La casa orm...