Capitolo 17 - Finzione

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Fingere. Ero brava nel farlo ed era l'obbiettivo che durante la notte mi ero posta. Se c'era una cosa che proprio odiavo, era l'essere presa in giro ma ero pronta a ripagarlo con la sua stessa moneta. Infatti, quando lo sentii entrare per le sue ore di lavoro, esternai il sorriso più falso che avessi mai fatto: avrei ottenuto la verità in un modo o in un altro, non m'interessava il come, solo il fine. 

Non potevo fidarmi di nessuno e così avrei fatto senza remore e senza eccezioni per nessuno.

Guardai James e lui guardò me, raggiante, e diedi inizio allo spettacolo. Aprii il sipario e mi preparai a recitare la migliore delle parti: la cosa non mi spaventava affatto. Anzi, forse avrebbe dovuto essere il contrario.

James mi salutò e prima che potesse sparire giù per le scale, gli andai incontro sentendo il gatto seguirmi. «James.» Alzò gli occhi su di me. «Non ho ancora avuto modo di ringraziarti per ieri.» Stava già per negare come se non avesse fatto niente ma gli impedì di dire qualsiasi cosa. «Ti va di uscire stasera?» 

«Io e te?» mi chiese innocentemente. «Credevo non volessi niente.»

«È così, ma niente ci vieta di uscire.» 

Lasciò trapelare un sorriso sulle labbra e, dopo aver annuito e confermato per la serata, scese nello scantinato. Cancellai il sorriso dalla mia faccia e afferrai il gatto per il busto, ritornando in soggiorno per terminare quanto stavo facendo prima che entrasse. Mi preparai e, dopo aver preso la borsa, uscii di casa pronta ad andare al lavoro.

Una volta fuori, mi voltai verso di essa curiosa di sapere che cosa avrebbe fatto in mia assenza visto che ormai avevo scoperto non essere qui per sistemarmi il seminterrato e il mio obbiettivo era diventato proprio quello di scoprire che cosa stesse nascondendo. Inspirai a fondo e mi avviai verso l'autobus senza sapere che cosa avrei dovuto affrontare una volta arrivata all'istituto.

Entrai leggermente in ritardo al lavoro per colpa del traffico, ma non rimpiangevo di certo la mia scelta se il mio sacrificio era servito a tenere mio fratello lontano dai guai. 

A metà giornata mi fu chiesto di recarmi nell'ufficio del preside. Ci andai con gambe tremanti perché non avevo la più pallida idea di quello che era stato deciso durante l'assemblea che si era tenuta in questi giorni. Mi accomodai e iniziò subito a parlare, dilungandosi in un lungo discorso senza uscita tanto che gli chiesi di arrivare al punto. «Sono costretto ad allontanarla dall'istituto.» In altre parole: licenziata. Lessi l'imbarazzo sul suo volto, probabilmente perché non era piacevole neanche per lui questa conversazione e per facilitargli il lavoro, rimasi in silenzio. «Non sono pienamente d'accordo con la decisione presa dal consiglio ma la maggior parte ha votato a favore.» Mi sentii vuota. «Purtroppo tutta questa situazione ha messo l'intero istituto in una brutta situazione e per salvaguardare l'immagine...»

«Tutto molto chiaro. Non c'è bisogno che dica nient'altro» lo interruppi; sinceramente non volevo sentire nient'altro: era già abbastanza penoso così. 

Lui mi fissò, per poi sbuffare avvilito. «Le ho preparato una lettera di presentazione, con questa non avrà problemi a trovare un altro impiego.» Me la porse e la presi come se mi avesse appena passato una bomba a orologeria. La rimirai prima di alzarmi e, dopo essermi congedata, mi recai nella mia aula per terminare la mia giornata lavorativa e ritirare le mie cose.

A fine lezione me ne andai ma, fuori dai gradini della scuola, mi sentii chiamare e mi voltai trovandomi davanti una buona parte dei miei studenti. Li guardai senza capire fino a quando uno di loro si fece avanti e parlò per tutti gli altri. «Ci mancherà, Professoressa.» Cercai di trattenere le lacrime e li guardai a uno a uno senza sapere che cosa dire. «Quello che abbiamo imparato lo dobbiamo a lei, perciò, non la dimenticheremo.» Mi porse una foto di classe scattata all'inizio dell'anno scolastico e la fissai commossa. Alzai lo sguardo per ringraziarli e, dopo averli salutati, gli voltai le spalle imprimendomi nella mente i loro volti perché erano stati i miei ragazzi per tanto tempo.

Sangue Del Mio Sangue [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora