Capitolo 40 - Sarebbe bello andare e al contempo ritornare

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Dieci anni dopo

Jonathan Walker

Alzai lo sguardo lungo l'edificio che mi si ergeva davanti. Non ero sicuro che fosse la scelta giusta ma, dopo la conversazione avuta con Samantha, non ero riuscito a resistere dal venire da lei.

Non ero stato pronto a rivedere mia figlia e certo non lo ero per rivedere Vivienne. Non dopo come ci eravamo lasciati tanti anni fa.

Quel terribile giorno me ne ero andato talmente rancoroso verso di lei che le avevo voltato davvero le spalle per sempre. Non mi voleva al suo fianco e allora una volta per tutte l'avevo accontentata. Ma non c'era stato un giorno, in questi lunghi anni, in cui non mi fossi pentito della mia scelta. Mi era sempre mancato il coraggio di ritornare da loro, fino a oggi. Mi aveva fatto troppo male e l'orgoglio poi aveva fatto il resto, impedendomi di ragionare con lucidità.

E quando avevo saputo della scomparsa di mia figlia, mi ero subito mobilitato per cercarla. La vergogna per come la relazione tra me e sua madre si era conclusa e per la mia scomparsa mi aveva portato a esitare dall'incontrarla.

Mi ero fatto spesso domande sulla mia bambina, mi ero chiesto che aspetto avesse mentre cresceva, che tipo di persona stesse diventando. E una volta che ero arrivato nella città in cui viveva, l'avevo seguita da lontano per trovare la forza di palesare la mia presenza.

Un giorno, in centro, l'avevo osservata per un attimo attraverso le vetrine e subito mi aveva ricordato qualcuno. Non Vivienne, no. Guardandola non avrei mai indovinato che fosse la figlia di Vivienne. E poi vidi a chi assomigliava, quando una nuvola coprì il sole e mi trovai davanti il mio riflesso: era identica al sottoscritto e forse fu proprio in quel momento che trovai il coraggio di farmi avanti. Non ero più tornato per diverse e troppe ragioni ma nessuna di quelle che un tempo avevo avuto riuscì a farmi desistere dall'incontrare Vivienne proprio in quest'esatto momento.

Entrai dal portone e salii le scale con fatica, come se avessi le gambe di piombo e un carico enorme da portare sulle spalle. Non sapevo che cosa avrei detto una volta che me la fossi trovata davanti né cosa avrei fatto. A ogni gradino che facevo mi tornarono in mente stralci della nostra ultima conversazione e il mio animo si oscurò nel rivivere le stesse identiche emozioni.

«Non capisco cos'è cambiato. Io ti ho amato veramente, sì, ho fatto un casino e forse è stato uno sbaglio dall'inizio ma era amore. Quindi non portarmi via tutto, dicendo che non era reale. Forse tu non vorrai ricordarlo ma io voglio ricordare te.» Vivienne indietreggiò scossa, sembrava quasi che avesse dimenticato le promesse che ci eravamo fatti. «Hai deciso di essere infelice?» le chiesi.

«No. Ho deciso di assumermi le responsabilità delle mie azioni», disse. «Ma la cosa non ti riguarda» replicò con freddezza e avrei voluto agguantarla per le spalle e scuoterla.

«Vivienne, finirai per soccombere. Per morire. Morirai per tua scelta, oppure sarà una morte interiore. Allora resterà solo un involucro che respira e con un cuore che batte ma che per il resto è morto. E se proprio vuoi saperlo, secondo me, hai scelto da un pezzo questa seconda opzione.»

Mi guardò con una espressione che non riconobbi, persa e spaventata come mai l'avevo vista, poi fu veloce a riadottare la solita maschera. «Sono comunque fatti miei.»

Lasciai cadere le braccia lungo i fianchi sfinito da un dialogo a senso unico e senza uscita. «Quindi vuoi andare avanti così? Seppellirti qui, gettando via il tuo futuro e tutto quello che può ancora offrirti?»

«E cosa avrebbe da offrirmi? Forse te? Ho già tutto quello che potessi desiderare.»

Mi arresi. «Non tornerò più, come da te richiesto. Sei una donna adulta e sembra che tu abbia ben chiaro quello che desideri.» Poi me n'ero andato senza più voltarmi, chiudendo per sempre quel capitolo della mia vita, o almeno così credevo.

Sangue Del Mio Sangue [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora